Lungo il confine fra la Lunigiana e la Garfagnana, adagiato ai
piedi del monte Pisanino, troviamo Minucciano uno dei capoluoghi
comunali fra i più antichi della lucchesia, fondato sopra uno
sperone roccioso, nacque probabilmente da un antico
“Conciliabulum” (suddivisione
territoriale dei Liguri-Apuani) e iniziò il suo sviluppo fra il
I e II secolo a.C. con la costruzione della via romana
“Clodia Nova”, fatta realizzare dal Console
Claudio Marcello alla conclusione (180
a.C.) della sanguinosa guerra, che Roma fu costretta ad
affrontare per domare le tribù dei Liguri-Apuani, che fieramente
e senza timore contrastarono a lungo le legioni romane.
La presenza umana fra quelle montagne,
viene segnalata fin dal Paleolitico medio, come
dimostrerebbe un manufatto di selce, rinvenuto in località
Verrucolette, appartenente a uno dei tanti cacciatori nomadi
presenti in Val di Serchio, ma la scoperta archeologica più
significativa venne fatta nei pressi del borgo, ai bordi del
prato antistante al santuario della Madonna del Soccorso, qui
fra il 1964 e il 1968 furono rinvenute tre Stele denominate
Minucciano I, II e III risalenti
alla fine dell’età del Bronzo, ma nonostante ciò e il suo
toponomio tipicamente latino, che una leggenda locale farebbe
risalire ad un presidio militare lasciato dal Console Minucio
“Castrum Minuciani”, le prime notizie che ci confermano
l’esistenza del castello di Minucciano, le troviamo in un
documento dell’875 nel quale risulta già appartenere al feudo
dei Marchesi Malaspina, che per molti secoli resteranno padroni
di questa “Terra”, nel 1221 all’interno di un atto
divisorio riguardante alcuni beni feudali, stipulato fra Opicino
Malaspina e suo zio il Marchese Corrado, a quest’ultimo venne
assegnata la “Terra” di Minucciano, che nel 1270, con l’arrivo
delle soldatesche lucchesi in Val di Serchio, il Marchese
Corrado detto il “Vecchio”, vendette per 80 libbre di denari
genovesi a Gherardo di Gragnana (nel 1287 Lucca riuscirà ad
impadronirsi del castello).
Con la discesa in Italia di Arrigo VII (1310) e la caduta in
disgrazia del Comune lucchese, Spinetta Malaspina devoto
sostenitore di Arrigo VII, ottenne l’Investitura Imperiale su
Minucciano (19 marzo 1313), ma questa volta il dominio dei
Malaspina durò ben poco tempo, il 24 agosto Arrigo VII morì e i
pisani persero il prezioso alleato, gli eventi politici che si
susseguirono a Lucca videro imporsi al comando della città,
Castruccio Castracane degli Antelminelli, il grande condottiero
lucchese non perse tempo, nell’agosto del 1319 risalì con le
truppe la Val di Magra e ristabilì il dominio lucchese a
Minucciano e in Lunigiana.
Dopo la morte di Castruccio Castracane, per il castello di
Minucciano iniziò un periodo di instabilità politica, nel 1329
Spinetta Malaspina si riprese le sue vecchie “Terre”, grazie
anche all’Imperatore Lodovico il Bavaro, che gli riconfermò i
privilegi avuti alcuni anni prima da Arrigo VII, per poi
rivenderle il 30 luglio 1341, per la somma di 12.000 fiorini
d’oro ai fiorentini, ma un anno dopo Lucca cadde in mani pisane
e lo Spinetta, dai suoi vecchi alleati riottenne la sovranità
sulle sue “Terre”, dominio che finirà nel 1345, quando
Minucciano verrà occupato da Luchino Visconti Signore di Milano,
accorso in aiuto dei figli di Castruccio, durante la rivolta che
istigarono in molti castelli della lucchesia, con lo scopo di
riprendersi la città di Lucca emulando le gesta del padre, in
seguito alla pace stipulata fra il Visconti e i pisani
quest’ultimi, riottennero il castello di Minucciano, a patto di
non cederlo mai più allo Spinetta, così dopo quasi 5 secoli di
lotte i Malaspina persero definitivamente Minucciano e le sue
“Terre”.
|