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Gallicano Google maps | |||
Le origini di Gallicano, ancora oggi sono avvolte nel mistero, nonostante venga rammentato per la prima volta, in un documento datato 770, lo possiamo annoverare fra i borghi più antichi della Val di Serchio, a compensare la scarsa documentazione, ci vengono in aiuto, i molti reperti archeologici, ritrovati fin dal 1975, all’interno della vicina Buca di Castelvenere, grazie ad una campagna di scavi archeologici, curata dal Centro di Studi Archeologici di Lucca e dall’Istituto di Antropologia e Paleontologia Umana, dell’Università di Pisa, che riportò alla luce, ceramiche, monete e monili, di varie epoche, la grotta usata per un lungo periodo, come centro sacrale (probabilmente ospitò culti legati all’acqua), fu frequentata fin dall’eneolitico, dalle popolazioni che si succedettero nella valle, fra i reperti più preziosi, figurano un pugnale in rame, alcuni bronzetti ermafroditi e femminili e alcuni frammenti di cocci, di chiara origine etrusca (forse solo frutto di scambi commerciali). La Valle del Serchio, dominata per molti secoli dalle tribù celtiche dei Liguri Apuani, nel II secolo a.C. alla fine di una lunga guerra, venne assoggettata definitivamente dalle legioni romane, la conseguente romanizzazione del territorio, favorì la fondazione o lo sviluppo di molti degli attuali borghi della valle del Serchio, non conosciamo l’epoca della fondazione di Gallicano, ma sicuramente, la strada realizzata in seguito dal Console romano M. Claudio Marcello (via Claudia o Clodia Nova), probabilmente seguendo un più antico percorso, contribuì notevolmente al formarsi del primo agglomerato urbano, l’antica via, dopo aver disceso le Terre di Molazzana e San Romano (a seconda della provenienza), qui percorreva un breve tratto pianeggiante di fondovalle, dove a poca distanza dall’attuale chiesa di S.Lucia, intersecava una via secondaria diretta nella valle della Torrite di Gallicano, importante crocevia che al dilagare del cristianesimo, vedrà fondare nei suoi pressi, anche la primitiva Pieve di S.Jacopo, chiesa che successivamente verrà ricostruita all’interno del castello medievale. Con l’insediamento in lucchesia dei Longobardi, iniziamo ad avere anche le prime notizie documentate del borgo, anche se alcuni storici locali come E. Repetti, segnalano la presenza di un certo Cornelio Gallicano, all’interno della “Tabula Alimentaria Traianea”, I secolo d.C. un patrizio romano forse insediatosi in loco e probabilmente anche il padre del toponomio Gallicano, “Pagus Gallicianus” (da Gallicius), comunque la località Gallicano, appare citata chiaramente per la prima volta, nel documento medievale del 770 (citato anche all’inizio), un semplice atto di vendita, con il quale il Vescovo di Lucca Peredeo, acquistò una casa in località Gallicano, da un certo Marcellino di Controne, |
I Longobardi, subentrati ai Bizantini, mantennero quasi inalterato l’assetto territoriale, ispirato fino a quel momento, alle vecchie “Civitates” romane che furono ribattezzate “iudiciariae”, concedendo in alcuni casi, delle piccole autonomie ai “Fines”, circoscrizioni minori, facenti capo ad un “Castrum”, come avvenne per Gallicano, inserito nel “Fines Castrinovi”, con a capo “Castrum Novum” (Castelnuovo Garfagnana) e inizialmente soggetto alla Diocesi di Lucca, i vescovi di Lucca, per amministrare queste Terre (soprattutto, per arricchire il proprio casato di appartenenza), le concessero in allivellamento alla nobiltà lucchese, la Terra di Gallicano, grazie ad una serie di allivellamenti di Decime, venne a trovarsi sottoposta al potente casato longobardo dei Signori di Corvaia e Vallecchia che tramite, alcune consorterie discendenti la controlleranno per alcuni secoli, dal X secolo, la documentazione riguardante Gallicano, si infoltisce di numerose pergamene, dalle quali possiamo ricostruirne le prime vicissitudini, nel 991 Fraolmo (in ordine di discendenza dovrebbe essere il IV) uno dei figli del visconte Fraolmo , nominato “Vicecomes imperiale” probabilmente dall’Imperatore Ottone I, ottenne in allivellamento le Decime, dal Vescovo di Lucca Gherardo che appena 5 anni dopo, le cederà nuovamente a Sisemondo del fu Sisemondo, imparentato con la consorteria dei Ronaldingi, Signoria che dopo il Mille verrà sostituita dal casato dei Porcaresi, passaggio di consegne confermato da alcuni documenti, stipulati tra il 1061 e il 1064 fra il Vescovo di Lucca Anselmo I e il nobile Pagano di Porcari, la signoria terminerà nel 1274, quando gli uomini di Gallicano, otterranno la cittadinanza lucchese, dalla Repubblica di Lucca (i Porcaresi vendettero i loro diritti ai lucchesi). Al termine del Marchesato della Toscana, il comune di Lucca, iniziò ad espandere il suo dominio, lungo la Valle del Serchio, i nobili garfagnini (detti anche Cattanei di Garfagnana), cercarono con ogni mezzo di ostacolarli, più di una volta ricorsero alla protezione della Santa Sede, schierandosi con i pisani suoi alleati, innescando così una serie di piccole guerre che per un lungo periodo, minarono la stabilità politica della Valle del Serchio, sottoponendo alcuni castelli della Garfagnana a gravi sofferenze, come avvenne per Gallicano, nel 1170, quando per sedare la rivolta guidata da Veltro da Corvaia, le soldatesche lucchesi del quartiere Gervasio e S. Pietro, guidate da Baradrigo dei nobili di Ubaldo, assalirono il castello mettendolo a ferro e fuoco. I lucchesi nel XIII secolo, grazie all’Imperatore Federico II, riuscirono a sottomettere l’intera Garfagnana che per motivi amministrativi, venne suddivisa in Vicarie, il castello di Gallicano fu inserito inizialmente nella “Vicaria Perpore Infra” ed in seguito nella Vicaria di Barga, questa situazione politica, terminò alla morte di Castruccio Castracane, l’improvvisa e inaspettata morte del condottiero lucchese, fece precipitare la Repubblica di Lucca, in uno dei più tristi e caotici periodi storici della sua esistenza, Lucca per un lungo periodo, venne a trovarsi alla merce del miglior offerente, Pisa e Firenze cercarono con ogni mezzo di impadronirsene, sobillando anche faide interne, come avvenne per la congiura, ordita dagli Antelminelli che con un colpo di mano, cercarono di riprendersi il comando della città, tentativo che il castello di Gallicano pagherà caro, il castellano schieratosi con Rolando degli Antelminelli, aperse le porte del castello (1370) ai rivoltosi lucchesi e alle milizie pisane loro alleate, il governo lucchese per sedare la rivolta inviò, al comando di Giovanni degli Obizi, le sue truppe in Garfagnana, nel 1371 i lucchesi espugnarono il castello e per la seconda volta lo distrussero (il mastio venne abbattuto). La fine della Signoria lucchese di Castruccio, innescò anche un nuovo riordino territoriale della Mediavalle del Serchio, Barga approfittò del caos politico (la Repubblica Lucchese, più di una volta venne venduta e ricomprata) per sganciarsi da Lucca, schierandosi con Firenze che nel 1343, inviarono il loro Vicario, mentre Gallicano e i paesi della vecchia vicaria lucchese, posti lungo la riva destra del Serchio, finirono sotto il giogo pisano, Pisa, per governare i nuovi territori, istituì la “Vicaria Gallicani” che comprese ben 15 Comuni: Gallicano (il centro amministrativo), Bolognana, Burchiano (Brucciano), Calomini, Cardoso, Cascio, Fiattone, Molazzana, Motaltissimo, Perpoli, Trassilico, Vallico di Sopra, Vallico di Sotto, Vergemoli e Verni, ai quali poi furono aggiunti Lupinaia, Riana e Treppignana. La discesa in Italia di Carlo IV di Boemia, riporterà la libertà a Lucca (1369) e i lucchesi che consolidarono nuovamente il loro potere in Garfagnana, mantennero in vita la neonata vicaria di Gallicano, anche se per un certo periodo, i componenti del Consiglio degli Anziani, continuò a citarla nei documenti, anche come “Vicaria Gallicani sive Barge”, dimostrandosi ottimisti o speranzosi, per quanto riguardava la riconquistare del castello di Barga. La Signoria lucchese di Paolo Guinigi, per qualche decennio riportò la pace in lucchesia, ma quando il Guinigi verrà spodestato, da una congiura cittadina (1430), molti castelli della Garfagnana, per sottrarsi alle continue incursioni lucchesi e fiorentine, in piena lotta fra toro, chiesero protezione agli estensi, il Marchese Leonello d’Este, inviò prontamente le sue truppe ad occupare i nuovi territori, istituendo la Vicaria Estense di Gallicano, bloccando così le iniziative fiorentine e lucchesi, alla sua morte, i lucchesi invasero le terre di Gallicano (1450), senza riuscire a mantenerne il possesso, il Marchese Borso d’Este (succeduto al fratello Leonello) inviò le milizie, dando vita a una serie di scaramucce fra le due parti (i primi venti di guerra), per porre fine alla controversia nel 1451, fu richiesto l’intervento di Papa Nicolò V, il Lodo Pontificio che ne seguì, assegnò agli estensi le Terre di: Brucciano, Calomini, Cascio, Fabbriche di Vallico, Fornovalasco, Gragliana, Molazzana, Trassilico, Valico di Sopra e Valico di Sotto, mentre ai lucchesi restarono, Gallicano (sede della Vicaria Lucchese),Bolognana, Cardoso, Fiattone, Lupinaia, Montaltissimo, Perpoli, Riana, San Romano (o Spolitano), Treppignana e Verni. Gallicano posto nuovamente sotto l’influenza lucchese, con il nuovo assetto territoriale, venne a trovarsi in una posizione scomoda, i lucchesi rafforzarono le proprie difese lungo la valle del Serchio, in vista di una possibile guerra che purtroppo, si scatenò all’inizio del 1600, per 3 volte le due fazioni incrociarono le armi, Gallicano ormai Terra di confine insieme a Coreglia, diventò il principale bastione difensivo, della Mediavalle del Serchio, per quasi 16 anni, dal suo castello partirono le armate dirette ad attaccare le milizie estensi, arroccate nelle terre di Molazzana e Castelnuovo, con lo scopo di alleggerire gli assedi estensi, posti a Castiglione, i combattimenti non coinvolsero direttamente il Castello di Gallicano, eccetto un breve attacco (1613) senza conseguenze (narrato dal Micotti nella sua “descrizione cronologica della Garfagnana”), ma lo posero ugualmente in una pericolosa situazione, in tutti quegli anni di guerra, il fronte lucchese grazie alla generosa tenacia combattiva, del castello di Perpoli non crollò mai, la pace di Vienna 27 agosto 1618, riportò finalmente la pace in Garfagnana, nel 1847, Gallicano ritornerà per un breve periodo sotto il dominio estense, poi con l’Unità d’Italia e i nuovi riordini territoriali che coinvolsero, alcuni paesi della lucchesia (in dei casi fino alla seconda guerra mondiale), Gallicano si confermerà definitivamente comune lucchese Foto di Gallicano Acquedotto del Nottolini Giardini Marginetta Palazzo Comunale N°1 - N°2 Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 |
Castello di Gallicano |
Il castello di Gallicano, venne edificato probabilmente con i primi insediamenti feudali, anche se non è da escludere una prima fortificazione romana, vista la presenza della via Clodia Nova, comunque l’incursione lucchese del 1170, ci conferma l’esistenza di un primo “Castrum” che dopo la prima distruzione verrà ricostruito e nuovamente danneggiato nel 1370, a questo punto il castello inizierà un percorso di rafforzamento che grazie, ad una serie di ampliamenti di notevoli entità, lo trasformerà in una fortezza. Dopo la distruzione del 1370 che comportò l’abbattimento del mastio, i lucchesi iniziarono a ricostruirlo e a rafforzarne le difese, infatti nella Bolla d’Oro di Carlo V (1376) troviamo citato il “Castrum Gallicani”, a questa rapida ricostruzione, segui un ulteriore intervento, ai primi del ‘400 durante la Signoria di Paolo Guinigi, non conosciamo con certezza il periodo della sua trasformazione in fortezza, ma in alcune mappe tardo medievali, il castello appare circondato, da una seconda cinta muraria semi quadrangolare, difesa da ben 11 torri, comunque nel 1485, la popolazione di Gallicano, ottenne l’autorizzazione ad abbattere la Pieve, collocata fuori dal castello, per poter costruire un nuovo mastio (un torrione) all’interno del castello, dentro il quale verrà anche edificata la nuova chiesa. Le tracce di questa ultima edificazione, ancora oggi sono ben visibili, intorno alla Pieve di S.Jacopo, mentre della seconda cinta muraria, quasi 1500 metri di lunghezza, restano solamente piccole tracce, difficilmente individuabili, inglobate oramai nelle abitazioni costruite dopo il ‘700, al tempo delle guerre con gli estensi, la Repubblica di Lucca punì con pene severe (era previsto anche il carcere avita), chiunque avesse aperto un varco di qualsiasi dimensione (porte, finestre etc..) nelle mura del castello |
Le chiese di Gallicano | ||
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Chiesa di San Giovanni Battista | ||
La Chiesa di San Giovanni Battista, venne edificata nel 1486, utilizzando una parte del materiale edile, recuperato dall’abbattimento della vecchia Pieve, la chiesa venne eretta sopra un piccolo oratorio, posto nel centro del borgo, a poca distanza dell’attuale palazzo comunale, per volere di Domenico Bertini, un diplomatico della Santa Sede Altre Foto: Chiesa di San Giovanni Battista N°1 - N°2 - N°3 | ||
Chiesa di Santa Maria | ||
La scarsa documentazione in nostro possesso, non ci permette di conoscere le origini e gran parte, della storia della chiesa di Santa Maria, l’attuale fabbrica ad una navata, è il frutto di una ristrutturazione avvenuta nel 1763, ma analizzando la struttura, soprattutto dal lato posto a levante, appare evidente l’utilizzo, di tre diversi tipi di materiale da costruzione, a ridosso dell’abside, per un piccolo tratto, sono ben visibili le classiche pietre (marmi), utilizzate nelle fabbriche medievali che possono indicare, la presenza di un primitivo oratorio, dalle modeste dimensioni, al quale venne poi aggiunta una piccola torretta, per sostenere la campana, realizzata, quest’ultima con pietre della stesse dimensioni più o meno, ma di diverso materiale, come ad indicare una successiva epoca, tipologia di pietra, riproposta anche nella facciata, ma non nel tratto compreso fra la stessa e la parte più antica, dove vengono utilizzate, pietre di piccole dimensioni, che danno l’impressione di una successiva riparazione, forse la ristrutturazione settecentesca. Altre foto: Chiesa di Santa Maria N°1 - N°2 - N°3 | ||
Chiesa di Sant’Andrea | ||
La chiesa di Sant’Andrea, fu edificata intorno al XII, al di fuori del castello e della seconda cinta muraria, lungo la via diretta nell’impervia valle della Torrite di Gallicano, importante via di comunicazione, in grado di collegare il fondovalle con i borghi di Verni e Trassilico, gli antichi castelli medievali, prima amici e poi nemici della Gallicano lucchese, della sua storia, conosciamo poco o nulla, l’esame dell’attuale fabbrica, induce a ipotizzare un’edificazione medievale, a ridosso della sua fondazione, come molte volte accadeva, per la scarsa solidità delle prime strutture, ma bisogna tenere conto di una serie di restauri, resi necessari nei secoli successivi che possono nasconderci il suo eventuale aspetto trecentesco. Altre foto: Chiesa di Sant'Andrea N°1 - N°2 - N°3 Da lontano | ||
Chiesa di Santa Lucia | ||
La chiesa di Santa Lucia venne fondata, in epoca imprecisata, lungo il percorso dell’antica via Clodia Nova, a poca distanza dall’ingresso del castello e dell’ubicazione della primitiva Pieve dei SS.Giovanni e Cassiano. Al tempo del Marchesato di Matilde di Canossa, questa piccola chiesa, aveva annesso anche un monastero, sottoposto all’Abbazia di Frassinoro, privilegio che l’Imperatore Federico Barbarossa, nel 1164, riconfermerà a Willelmo allora abate di Frassinoro L’attuale fabbrica ad una navata, venne realizzata probabilmente intorno al XII secolo, ma a causa di un terremoto nel 1721 fu necessario ristrutturarla Altre foto: Chiesa di Santa Lucia N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 | ||
Palio di S.Jacopo |
Il palio di S.Jacopo, ha origine da un torneo di calcio estivo e da alcune gare, di staffetta podistiche, disputate la sera della festa del patrono, fra i rioni: Bufali, Dinamite, Roccaforte e Strettoia, nel 1970 due rioni la Strettoia e i Bufali, prima delle gare di staffetta fecero sfilare dei carri, con sopra alcuni personaggi in costume, per incoraggiare i propri beniamini e deridere gli avversari, la sfilata riscosse molti consensi e due anni dopo, i quattro rioni si contesero il palio, con una sfilata di carri allegorici, dove rappresentarono delle scene per “prendere in giro” gli altri rioni, dando vita all'attuale palio e dal 1993, per la realizzazione dei carri, venne abolito il tema libero e da allora, i rioni gareggiano allestendo i carri, ispirandosi a un tema comune. Nel corso degli anni la formazione dei rioni si è modificata e oggi al palio partecipano i rioni: Monticello, Borgo Antico e Bufali. |
Fiaccolata di Natale |
La fiaccolata Natalizia di Gallicano, è uno tra gli appuntamenti podistici, più famosi della Garfagnana, ogni anno migliaia di persone, provenienti da tutta la Toscana, percorrono il tracciato illuminato dalle loro fiaccole, offrendo uno spettacolo fra i più suggestivi della valle. La fiaccolata, nacque nel lontano1979, da una iniziativa benefica, intrapresa dagli alunni di una classe delle scuole elementari, con lo scopo di raccogliere dei fondi, da devolvere per natale, ai più bisognosi. Da allora la manifestazione, è cresciuta di anno in anno e con i fondi raccolti, sono state portate a termine iniziative benefiche di rilievo, fra le quali ricordiamo, l’ospedale e la scuola, nel villaggio di Puang in Nuova Guinea, oggi insieme alla Fiaccolata, vengono intraprese diverse iniziative e manifestazioni benefiche, che si svolgono nell’intero fine settimana, quello dell’antivigilia di natale. Chi volesse partecipare, può trovare le informazioni necessarie, visitando il sito del comune di Gallicano |