I
Longobardi, subentrati ai Bizantini, mantennero quasi inalterato
l’assetto territoriale, ispirato fino a quel momento, alle
vecchie “Civitates” romane che furono ribattezzate “iudiciariae”,
concedendo in alcuni casi, delle piccole autonomie ai “Fines”,
circoscrizioni minori, facenti capo ad un “Castrum”, come
avvenne per Gallicano, inserito nel “Fines Castrinovi”, con a
capo “Castrum Novum” (Castelnuovo Garfagnana) e inizialmente
soggetto alla Diocesi di Lucca, i vescovi di Lucca, per
amministrare queste Terre (soprattutto, per arricchire il
proprio casato di appartenenza), le concessero in allivellamento
alla nobiltà lucchese, la Terra di Gallicano, grazie ad una
serie di allivellamenti di Decime, venne a trovarsi sottoposta
al potente casato longobardo dei Signori di Corvaia e Vallecchia
che tramite, alcune consorterie discendenti la controlleranno
per alcuni secoli, dal X secolo, la documentazione riguardante
Gallicano, si infoltisce di numerose pergamene, dalle quali
possiamo ricostruirne le prime vicissitudini, nel 991 Fraolmo
(in ordine di discendenza dovrebbe essere il IV) uno dei figli
del visconte Fraolmo , nominato “Vicecomes imperiale”
probabilmente dall’Imperatore Ottone I, ottenne in
allivellamento le Decime, dal Vescovo di Lucca Gherardo che
appena 5 anni dopo, le cederà nuovamente a Sisemondo del fu
Sisemondo, imparentato con la consorteria dei Ronaldingi,
Signoria che dopo il Mille verrà sostituita dal casato dei
Porcaresi, passaggio di consegne confermato da alcuni documenti,
stipulati tra il 1061 e il 1064 fra il Vescovo di Lucca Anselmo
I e il nobile Pagano di Porcari, la signoria terminerà nel 1274,
quando gli uomini di Gallicano, otterranno la cittadinanza
lucchese, dalla Repubblica di Lucca (i Porcaresi vendettero i
loro diritti ai lucchesi).
Al
termine del Marchesato della Toscana, il comune di Lucca, iniziò
ad espandere il suo dominio, lungo la Valle del Serchio, i
nobili garfagnini (detti anche Cattanei di Garfagnana),
cercarono con ogni mezzo di ostacolarli, più di una volta
ricorsero alla protezione della Santa Sede, schierandosi con i
pisani suoi alleati, innescando così una serie di piccole guerre
che per un lungo periodo, minarono la stabilità politica della
Valle del Serchio, sottoponendo alcuni castelli della Garfagnana
a gravi sofferenze, come avvenne per Gallicano, nel 1170, quando
per sedare la rivolta guidata da Veltro da Corvaia, le
soldatesche lucchesi del quartiere Gervasio e S. Pietro, guidate
da Baradrigo dei nobili di Ubaldo, assalirono il castello
mettendolo a ferro e fuoco.
I
lucchesi nel XIII secolo, grazie all’Imperatore Federico II,
riuscirono a sottomettere l’intera Garfagnana che per motivi
amministrativi, venne suddivisa in Vicarie, il castello di
Gallicano fu inserito inizialmente nella “Vicaria Perpore Infra”
ed in seguito nella Vicaria di Barga, questa situazione
politica, terminò alla morte di Castruccio Castracane,
l’improvvisa e inaspettata morte del condottiero lucchese, fece
precipitare la Repubblica di Lucca, in uno dei più tristi e
caotici periodi storici della sua esistenza, Lucca per un lungo
periodo, venne a trovarsi alla merce del miglior offerente, Pisa
e Firenze cercarono con ogni mezzo di impadronirsene, sobillando
anche faide interne, come avvenne per la congiura, ordita dagli
Antelminelli che con un colpo di mano, cercarono di riprendersi
il comando della città, tentativo che il castello di Gallicano
pagherà caro, il castellano schieratosi con Rolando degli
Antelminelli, aperse le porte del castello (1370) ai rivoltosi
lucchesi e alle milizie pisane loro alleate, il governo lucchese
per sedare la rivolta inviò, al comando di Giovanni degli Obizi,
le sue truppe in Garfagnana, nel 1371 i lucchesi espugnarono il
castello e per la seconda volta lo distrussero (il mastio venne
abbattuto).
La
fine della Signoria lucchese di Castruccio, innescò anche un
nuovo riordino territoriale della Mediavalle del Serchio, Barga
approfittò del caos politico (la Repubblica Lucchese, più di una
volta venne venduta e ricomprata) per sganciarsi da Lucca,
schierandosi con Firenze che nel 1343, inviarono il loro
Vicario, mentre Gallicano e i paesi della vecchia vicaria
lucchese, posti lungo la riva destra del Serchio, finirono sotto
il giogo pisano, Pisa, per governare i nuovi territori, istituì
la “Vicaria Gallicani” che comprese ben 15 Comuni: Gallicano (il
centro amministrativo), Bolognana, Burchiano (Brucciano),
Calomini, Cardoso, Cascio, Fiattone, Molazzana, Motaltissimo,
Perpoli, Trassilico, Vallico di Sopra, Vallico di Sotto,
Vergemoli e Verni, ai quali poi furono aggiunti Lupinaia, Riana
e Treppignana.
La
discesa in Italia di Carlo IV di Boemia, riporterà la libertà a
Lucca (1369) e i lucchesi che consolidarono nuovamente il loro
potere in Garfagnana, mantennero in vita la neonata vicaria di
Gallicano, anche se per un certo periodo, i componenti del
Consiglio degli Anziani, continuò a citarla nei documenti, anche
come “Vicaria Gallicani sive Barge”, dimostrandosi ottimisti o
speranzosi, per quanto riguardava la riconquistare del castello
di Barga.
La
Signoria lucchese di Paolo Guinigi, per qualche decennio riportò
la pace in lucchesia, ma quando il Guinigi verrà spodestato, da
una congiura cittadina (1430), molti castelli della Garfagnana,
per sottrarsi alle continue incursioni lucchesi e fiorentine, in
piena lotta fra toro, chiesero protezione agli estensi, il
Marchese Leonello d’Este, inviò prontamente le sue truppe ad
occupare i nuovi territori, istituendo la Vicaria Estense di
Gallicano, bloccando così le iniziative fiorentine e lucchesi,
alla sua morte, i lucchesi invasero le terre di Gallicano
(1450), senza riuscire a mantenerne il possesso, il Marchese
Borso d’Este (succeduto al fratello Leonello) inviò le milizie,
dando vita a una serie di scaramucce fra le due parti (i primi
venti di guerra), per porre fine alla controversia nel 1451, fu
richiesto l’intervento di Papa Nicolò V, il Lodo Pontificio che
ne seguì, assegnò agli estensi le Terre di: Brucciano, Calomini,
Cascio, Fabbriche di Vallico, Fornovalasco, Gragliana, Molazzana,
Trassilico, Valico di Sopra e Valico di Sotto, mentre ai
lucchesi restarono, Gallicano (sede della Vicaria Lucchese),Bolognana,
Cardoso, Fiattone, Lupinaia, Montaltissimo, Perpoli, Riana, San
Romano (o Spolitano), Treppignana e Verni.
Gallicano posto nuovamente sotto l’influenza lucchese, con il
nuovo assetto territoriale, venne a trovarsi in una posizione
scomoda, i lucchesi rafforzarono le proprie difese lungo la
valle del Serchio, in vista di una possibile guerra che
purtroppo, si scatenò all’inizio del 1600, per 3 volte le due
fazioni incrociarono le armi, Gallicano ormai Terra di confine
insieme a Coreglia, diventò il principale bastione difensivo,
della Mediavalle del Serchio, per quasi 16 anni, dal suo
castello partirono le armate dirette ad attaccare le milizie
estensi, arroccate nelle terre di Molazzana e Castelnuovo, con
lo scopo di alleggerire gli assedi estensi, posti a Castiglione,
i combattimenti non coinvolsero direttamente il Castello di
Gallicano, eccetto un breve attacco (1613) senza conseguenze
(narrato dal Micotti nella sua “descrizione cronologica della
Garfagnana”), ma lo posero ugualmente in una pericolosa
situazione, in tutti quegli anni di guerra, il fronte lucchese
grazie alla generosa tenacia combattiva, del castello di Perpoli
non crollò mai, la pace di Vienna 27 agosto 1618, riportò
finalmente la pace in Garfagnana, nel 1847, Gallicano ritornerà
per un breve periodo sotto il dominio estense, poi con l’Unità
d’Italia e i nuovi riordini territoriali che coinvolsero, alcuni
paesi della lucchesia (in dei casi fino alla seconda guerra
mondiale), Gallicano si confermerà definitivamente comune
lucchese
Foto di Gallicano
Acquedotto del Nottolini
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