Cardoso |
Il borgo di Cardoso, “Vicus Cardusius” toponomio di origine latina derivante da una pianta “Cardus” (presente nel luogo), trasformatosi nel corso dei secoli in Cardusium, Cardosi e infine Cardoso, viene citato per la prima volta in un documento nel 996 all’interno del quale Il vescovo Lucchese Gherardo allivellò dei beni a Sisemundo del fu Sisemundo dei Rolandinghi di Loppia. L’antico castello indicato come “Castrum Cardosi”, nella Bolla d’Oro del 1376 del pontefice Niccolò V, edificato intorno al IX secolo su un piccolo colle ai piedi del monte Gragno venne semidistrutto durante le guerre fra i lucchesi e i feudatari della Garfagnana, i primi schierati con l’impero e decisi ad estendere il loro dominio nella Garfagnana e i secondi schierati con il pontefice (Gregorio IX) e i suoi alleati (soprattutto i pisani), nel tentativo di sottrarsi alla giurisdizione dei lucchesi. Nel XIII secolo il castello dopo aver lottato a lungo finì come altri borghi della valle sotto il dominio dei lucchesi , venendo inserito nella “Vicaria di Barga”, (era uno dei 27 comuni citati nello statuto della Vicaria del 1308), ma nei primi decenni del XIV secolo quando Barga riusci a sottrarsi ai lucchesi dandosi ai fiorentini, Cardoso con altri comuni limitrofi rimasti ai lucchesi andò a formare la Vicaria di Gallicano venendo ristrutturato completamente. Nel 1430 approfittando della caduta di Paolo Guinigi a Lucca e dell’indebolimento del potere lucchese, Cardoso come altri borghi si dettero agli Estansi, pensando di ricavarne benefici, ma invece per il castello si aprì un lungo periodo di guerre fra i lucchesi (che riuscirono a rientrarne in possesso), i fiorentini e gli estensi le cui milizie nel 1617 distrussero completamente il castello radendolo al suolo. Oggi dell’antico castello rimangono poche tracci sparse per il paese due porte, una sul lato di ponente e una sul lato di levante poco più in basso del sagrato della chiesa chiamato ancora oggi l’Arringo (in epoca longobarda veniva chiamato “Arringo” il luogo dove il popolo si radunava in assemblea), la torre campanaria (XIII sec.) e alcuni tratti di mura (n 1 - n 2) intorno alla chiesa parrocchiale intitolata a S.Genesio (XIII sec.), filiale della Pieve di Gallicano che riuscì ad ottenere il fonte battesimale il 4 settembre 1387 grazie a una concessione fattali da Papa Urbano VI venuto a soggiornare a Lucca dal natale del 1386 al settembre del 1388. |
Da visitare: L'intero borgo e il monte Gragno |
Altre foto La chiesa Alcune case Rifugio "La Dante" Vicolo n1 Vicolo n2 Vicolo n3 Vicolo n4 Vicolo n5 |
Fiattone |
L’origine di questo “Castrum” rimane sconosciuta alcuni storici esaminando il toponomio Fiattone l’ipotizzano al VI secolo, L’Angelini in “Problemi della storia longobarda”fa risalire l’origine del nome a un presidio Ostrogoto che in seguito all’evoluzione della pronuncia è divenuto Filattones, Filatone e infine Fiattone. Antico feudo longobardo dei Ronaldinghi, signori di Loppia, all’inizio del 1170 venne occupato dalle soldatesche pisane aiutate dai Cattani signori feudatari della Garfagnana, i pisani come sua consuetudine fecero giurare fedeltà alla piccola comunità obbligandoli ad obbedire al Podestà e a difendere le terre dello stato, concedendoli in cambio gli stessi privilegi riservati ai suoi cittadini,”In Fundacis Et Apothecis Et Navibus”, i lucchesi in guerra con Pisa e adirati per questo giuramento nel febbraio inviarono in Garfagnana Beradigo Da Bozzano, al comando dele milizie dei quartieri Gervasio e S.Pietro col compito di riprendere le terre perse e punire chi li aveva abbandonati, dopo una dura battaglia riuscirono ad espugnare il castello, che venne immediatamente distrutto per completare la loro vendetta. Riedificato nel XIII secolo, attraversò un periodo di pace fino al XV secolo quando la sua popolazione si dette di sua spontanea volontà al Marchese Niccolò III D’Este, i lucchesi scontenti di questa nuova situazione iniziarono le loro trame e dieci anni dopo nell’ottobre del 1440 spinsero la popolazione a ribellarsi agli estensi e a ritornare sotto la loro giurisdizione, ne seguirono diverse scaramucce e assedi fra il castello di Fiattone e quelli confinanti, fino a quando il Duca di Ferrara Borso riuscì a riprendersi le terre ribelli, ma questa controversia fra i due schieramenti finì solo con l’intervento di Papa Niccolò V e nella nuova spartizione della Garfagnana Fiattone insieme ad altre dieci terre ritornarono sotto la giurisdizione lucchese e nel 1451 entrò a far parte della Vicaria di Gallicano. La chiesa parrocchiale intitolata a S.Pietro a cui venne aggiunto in seguito S.Paolo inizialmente appartenente alla Pievania di Pieve Fosciana viene nominata per la prima volta in un documento il 23 dicembre 1168 all’interno di una Bolla redatta dal pontefice Alessandro III, |
Altre foto: Campanile Ingresso campanile Vicolo n1 Vicolo n2 Vicolo n3 Vicolo n4 |
Perpoli |
Perpoli (da “Mons Perperam”, trasformato poi in “Perpero”) e il suo castello per tutto il medioevo, ricoprirono un ruolo importante nel sistema difensivo di Lucca, collocato sopra un colle delle Alpi Apuane, dal quale era possibile controllare il fondovalle di Castelnuovo e di Gallicano, venne utilizzato più di una volta dai Lucchesi come punto d’osservazione, per la difesa della loro fortezza di Castiglione Garfagnana (caposaldo Lucchese in territorio Estense). Questo piccolo borgo longobardo, per volere del Vescovo di Lucca dato in feudo ai Cattanei di Garfagnana, viene ricordato per la prima volta in una pergamena del 28 giugno 952, nella quale il Pievano di S.Cassiano di Barginne un certo Adalfridi, allivellò dei beni a Gottifredo e Teuperto situati in località “Perpero”. Perpoli, nell’XI secolo quando i Lucchesi iniziarono a penetrare in Garfagnana, lottò a lungo per non finire sotto la loro giurisdizione, nel 1170 il Visconte Veltro da Corvaia, consorte dei Cattanei di Garfagnana per difenderlo dalle milizie Lucchesi lo rafforzò con i suoi soldati, ma Lucca decisa a vendicarsi dei Comuni della Garfagnana, accusati di aver rinnegato l’antica amicizia che li legava, per punirli inviò nella valle i soldati del quartiere S.Pietro e Gervasio, al comando di Beradigo da Bozzano del casato dei Figli d’Ubaldo, il castello di Perpoli nonostante i rinforzi avuti venne espugnato e riportato sotto le insegne di Lucca. Nel 1228, mentre in Italia infuriava la lotta fra l’Imperatore Federico II (Lucca si schierò a suo favore) e il pontefice Gregorio IX, un castellano di Perpoli appartenente probabilmente al ramo dei Cellabaroni, in gran segreto giurò fedeltà al Papa rinnegando un’altra volta Lucca, ma questa volta i Lucchesi riuscirono a riprendersi i possedimenti senza guerre, ottennero (con i denari) dallo stesso Federico II l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana. I lucchesi rientrati in possesso della Garfagnana, per amministrarla la suddivisero in Vicarie, inizialmente Perpoli fece parte della Vicaria di Barga (1272), ma poi quando quest’ultima si diede ai Fiorentini (1341), venne inserita definitivamente in quella di Gallicano (eccetto alcuni brevi periodi) fino al XIX secolo. Il 3 febbraio 1430, gli uomini di Perpoli stanchi di rimanere coinvolti nelle continue lotte svoltesi nella valle fra Firenze e Lucca, insieme all’intera Vicaria di Gallicano e ad altri comuni della Garfagnana, chiese protezione al Marchese Leonello d’Este, i Lucchesi come prevedibile non accettarono l’intrusione Estense nella valle e dopo essersi riorganizzati nel 1440 tentarono un colpo di mano su Gallicano non riuscendovi, l’intervento delle truppe di Borso d’Este accorse in aiuto del borgo, costrinsero i Lucchesi a una precipitosa fuga, Lucca non si arrese e chiese l’intervento di Papa Nicolò V, che il 28 aprile 1451 ridisegnò i confini della Garfagnana, ponendo Perpoli nuovamente sotto Lucca e il vicino Palleroso sotto gli Estensi. All’improvviso il castello di Perpoli con il vicino valico di Monteperpoli, come già detto all’inizio, divenne fondamentale per Lucca, impegnata a contrastare gli Estensi, con i suoi due castelli di Castiglione e di Minucciano rimasti imprigionati nella Provincia Estense della Garfagnana. Oggi dell’antico castello rimangono solo alcuni tratti delle mura di cinta e tre porte d’ingresso del castello, due integre ( N°1 - N°2 ) e una rimaneggiata nel corso dei secoli. La sua chiesa ( N°1 - N°2 ) parrocchiale intitolata a S.Michele Arcangelo di origine Longobarda, viene citata per la prima volta nella “Bolla” del pontefice Alessandro III e successivamente nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260, il 1 settembre del 1388 ottenne il “Fonte Battesimale”da Papa Urbano VI, in quei giorni in visita a Lucca Quando nel borgo si rese necessario costruire una nuova chiesa, il popolo di Perpoli decise di costruirla di fronte alla vecchia ( N°1 - N°2 ), senza abbattere (e abbandonare in seguito) la vecchia struttura, cosi oggi Perpoli in onore del suo santo patrono ha due chiese, una di fronte l’altra, con in mezzo l’antica torre-campanaria ( N°1 - N°2 ) |
Da visitare: L'intero borgo |
Altre foto Stemma del castello Mura castello N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 |
Verni |
Piccolo paesino della valle della Turrite di Gallicano, posto su un colle dirimpetto a Trassilico molte volte sua “Terra” nemica , compare citato per la prima volta in un documento del 997, all’interno di un’allivellamento concesso dal Vescovo Sisemondo, con il toponomio“Liverni” , che nell’evoluzione della lingua italiana diverrà Verni. Di questo borgo sappiamo poco, per la mancanza di documentazione, distrutta o andata persa nei secoli e anche per le modeste dimensioni dell’antico castello. Queste piccole fortificazioni, ospitando generalmente una guarnigione composta da pochi uomini posti sotto il comando di un sergente, non in grado di contrastare eventuali invasioni, erano quasi sempre costrette ad accettare le varie imposizioni, che gli venivano fatte dalle potenze militari della Garfagnana e come spesso accadeva in quel tempo, a cambiare bandiera spesso. Antico feudo della famiglia longobarda dei Porcaresi, nel XIII secolo finì come il resto della Garfagnana inesorabilmente sotto il dominio lucchese (grazie all’investitura imperiale ottenuta con i denari), venendo inserito nella “ Vicaria a Porpore Infra” e nel 1272 quando i lucchesi riordinando l’amministrazione della valle, divisero in due questa Vicaria entrò a far parte della Vicaria di Barga, dopo la morte del condottiero e signore di Lucca Castruccio Castracane il potere lucchese in Garfagnana iniziò a traballare. Nel 1331 la chiesa parrocchiale di Verni, intitolata a San Martino accolse un notaro inviato da Re Giovanni, per raccogliere il giuramento di fedeltà di alcuni uomini del castello di Trassilico verso lui e suo figlio Carlo (il futuro imperatore Carlo V), venuto con 800 cavalieri in soccorso di Lucca durante l’assedio fiorentino, due anni più tardi Re Giovanni venderà Lucca per 35.000 fiorini d’oro ai fratelli De Rossi, dando inizio a una serie di turbolenti avvenimenti, che spingeranno Verni e gran parte della Garfagnana a darsi agli Estensi. Sotto gli Estensi la situazione non migliorò più di tanto, per alcuni anni Verni, si trovò alla merce delle varie potenze militari (lucchesi, fiorentini, estensi…) insediatesi nella valle e fu costretto più di una volta a cambiare “padrone”, in quel tempo si accentuarono anche i litigi e le dispute di confine con i vicini di “Trassilico”, dispute favorite anche dagli strani scenari politici che mutavano continuamente (es.Verni lucchese e Trassilico estense). Per stemperare questa rivalità protrattasi per secoli fra i due paesi, anche quando coabitavano sotto lo stesso “Tetto politico”, vogliamo ricordare agli amanti delle curiosità, quando lo scorso secolo a Trassilico, durante la rifusione in piazza della sua campana maggiore rottasi in quel periodo, gli uomini di Trassilico accortasi che la loro legna non era sufficiente, corsero a chiedere aiuto a quelli di Verni, che prontamente accorsero portando il legname sufficiente a completare la fusione, da allora Trassilico in segno di riconoscenza, suona le sue campane durante la processione che si tiene ogni tre anni a Verni, in occasione dei festeggiamenti in onore di S.Maria Assunta. |
Da visitare: L'intero borgo |
Altre foto Piccolo panorama L'antica porta Ingresso borgo la torre cmpanaria Antico portone Fontana Vicolo n1 Vicolo n2 Vicolo n3 Vicolo n4 |