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Careggine
 
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Castello Careggine
Careggine
La particolare posizione geografica del borgo di Careggine, collocato in mezzo alle Alpi Apuane, in un’area montana, in alcuni tratti impervia, quasi inaccessibile, ricca di boschi, selvaggina e anche di metalli, ha favorito fin dal Neolitico, l’insediamento umano, col passare dei secoli, ai primi cacciatori nomadi, le cui tracce sono state rinvenute presso il campo sportivo di Careggine e nelle località circostanti: la Pollaccia, Piastrigoli, Isola Santa...., si sostituirono alcune tribù celtiche dei Liguri Apuani, che possiamo considerare i primi veri abitanti di questo territorio, Terre che i Liguri Apuani difesero a lungo, con tenacia e ardore, al sopraggiungere delle legioni romane, impegnate ad aprirsi dei varchi verso il nord e la Gallia.
Roma per riuscire nel suo intento, sostenne una lunga e sanguinosa guerra, che terminò intorno al 180 a.C. con una deportazione di massa, dei Liguri Apuani sopravvissuti, verso il Sannio nel Benevento, a loro con una nuova ripartizione territoriale, si sostituirono i veterani dell’esercito romano, che come premio per i servizi prestati, ottennero in dono le Terre appena prese, in questo periodo la toponomastisca della lucchesia cambiò radicalmente, i vecchi nomi celtici delle località, furono sostituiti da nuovi toponomi, che per la maggior parte, derivarono dal nuovo colono romano, per quanto riguarda Careggine gli storici si dividono, l’ipotesi meno probabile forse la fornisce E.Repetti, che considera determinante l’insediamento militare romano, realizzato in loco, per sorvegliare l’intera valle, il toponomio secondo lo storico prenderebbe vita da “Caricinum” o “Campus Regine”, termini, che indicherebbero Accampamento della Regina o Accampamento a capo di altri Castra, di diverso avviso è lo storico M.Lopez Pegna, la cui analisi si ricollega al luogo e soprattutto alla presenza di una Pieve, che agli albori del cristianesimo vennero fondate seguendo determinati criteri, secondo il Pegna, il toponomio sarebbe nato da “Pagus Caricius” dove Caricius ovvero “Carex-icis”(Giunco) indicherebbe la presenza in loco di giunchi (di montagna, come può essere la Luzula lutea o altre specie), mentre per spiegare l’accostamento a “Pagus”, si ricollega alla fondazione della Pieve, avvenuta nell’VIII secolo, seguendo la vecchia tradizione paleocristiana di edificarle su i “Pagi” urbani e extraurbani “Ubi Pagus” che secondo lui si evolverà in “Ibi Plebes”.
FontanaIn epoca Longobarda, Careggine appartenne ai nobili di Careggine, discendenti della potente consorteria dei Corvaresi di Corvaia e con il loro insediamento iniziamo anche a disporre delle prime notizie del borgo, la loro presenza è documentata in una pergamena del 910, mentre le prime notizie documentate, dell’esistenza della comunità di Careggine, le troviamo in una pergamena del 720, che narra la fondazione di una piccola chiesa (la futura Pieve) intitolata ai Santi Pietro e Paolo, da parte del nobile Pertualdo, padre di Peredeo Vescovo di Lucca, uno dei primi nobili di Careggine rammentato in documento del 995, che cita un certo Vinildo o Vinigildo, al quale, secondo alcuni storici locali apparterebbe il sarcofago, scoperto nel 1923, durante alcuni lavori di ristrutturazione della chiesa, rimasta danneggiata dal terremoto del 1920, loculo che risultò coperto da un lastrone di pietra con sopra scolpite due figure umane, un uomo nudo e una donna coperta da una veste, ma entrambi con gli organi genitali in evidenza e con un’arma in mano, che secondo lo storico Guglielmo Lera, rappresenterebbero, il rituale della danza con le armi.
I nobili di Careggine, citati come “Nobiles de Caricino” in un documento del 988, ricoprirono un ruolo importante in Garfagnana, insieme ai Signori di Bacciano per molti secoli controllarono la viabilità della Valle del Serchio, riuscendo sempre ad ottenere agevolazioni sia dall’Imperatore, che dal Pontefice, schierandosi a secondo della convenienza, quando Lucca iniziò ad espandere i suoi confini, i suoi nobili alleandosi con gli altri nobili della Garfagnana detti anche “Cattanei”, cercarono i tutti i modi di contrastare le milizie lucchesi, schierandosi con la Santa Sede e i suoi alleati pisani e dando man forte a questi ultimi, in molte delle loro azioni di guerra, compreso l’assedio della Rocca Fiamminga in Versilia del 1169 e nel 1227, sfidarono apertamente i lucchesi, giurando fedeltà al Pontefice dinanzi al Nunzio Apostolico Cinzio, all’interno della chiesa di Pugnano (Pisa), ciò non servì a fermare i lucchesi, che più tardi grazie ai denari versati all’Imperatore Federico II, riuscirono ugualmente ad impossessarsi dell’intera Garfagnana.
Nello Statuto lucchese del 1308 Caretine (Careggine), lo troviamo inserito all’interno della Vicaria di Camporgiano, Vicaria che per un certo periodo, fu amministrata dallo stesso Vicario della Vicaria di Castiglione, il dominio lucchese non durò a lungo, Arrigo VII fattosi incoronare Imperatore, venne a Pisa e fece lega con i pisani (Ghibellini in quel periodo), invadendo alcune Terre di Lucca (Guelfa in quel periodo), la Versilia e l’alta Garfagnana vennero sottratte ai lucchesi, Careggine e le altre Terre della Vicaria di Camporgiano, furono date dallo stesso Imperatore a Spinetta Malaspina (19 marzo 1313) e per il borgo iniziò un altro periodo turbolento, Castruccio Castracane scacciò i Malaspina, ma alla sua morte lo Spinetta si riprese le sue Terre, che nel 1341 vendette ai fiorentini, ottenendone in cambio anche l’amministrazione, ma poi la situazione politica nella regione, peggiorò nuovamente, in Garfagnana le milizie pisane, fiorentine e pisane si scontrarono a lungo e Careggine, nel 1355 si ritrovò sotto le insegne pisane,Careggine poi grazie all’Imperatore Carlo IV nel 1369, il borgo ritornò sotto la giurisdizione lucchese, il caos politico cessò con la venuta al potere a Lucca di Paolo Guinigi (1400), che per alcuni anni riportò la pace in tutto il contado lucchese, ma alla sua caduta, Careggine, come la maggior parte delle Terre garfagnine, per sottrarsi alle continue lotte fra lucchesi e fiorentini, chiese protezione al Marchese di Ferrara Nicolò d’Este, ciò non scoraggiò le due fazioni, i lucchesi cercarono di ricomprarsi le Terre perdute, ma allo scadere del tempo pattuito, non riuscirono a racimolare la cifra necessaria e i fiorentini, che erano riusciti ad occupare le Terre della Vicaria di Camporgiano, non le abbandonarono, solo una rivolta popolare, scoppiata nel 1446 riuscì a cacciarli e dal 27 febbraio dello stesso anno, il Marchese Lionello d’Este riuscì ad avere il controllo della quasi totalità della Garfagnana, solo le terre di Minucciano e Castiglione rimasero fedeli a Lucca, gli estensi istituirono la Provincia Estense della Garfagnana con capoluogo Castelnuovo Garfagnana e nella nuova suddivisione territoriale, Careggine rimase sotto la giurisdizione della Vicaria di Camporgiano (Estense), le guerre che scoppiarono all’inizio del XVII secolo fra lucchesi ed estensi, coinvolsero solo marginalmente il borgo, che eccetto alcune brevi parentesi (la Repubblica Cisalpina e il periodo napoleonico) rimarrà fedele agli estensi fino all’Unità d’Italia
    
Foto Careggine  
  
Careggine   N°1 - N°2                 Pieve dei SS.Pietro e Paolo N°1 - N°2                    Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7
 
Castello di Careggine
La porta d'ingresso del castello di CareggineIl castello di Careggine fu edificato probabilmente dai nobili di Careggine (forse intorno al X secolo), sui resti delle antiche fortificazioni che i romani realizzarono al loro arrivo e probabilmente l’intera struttura si sviluppò, intorno alla torre campanaria della chiesa, prima vera fortificazione in muratura, nonostante ciò, le prime notizie del castello “Castrum Caretinii”, le troviamo solo nel 1376, all’interno della Bolla d’Oro redatta dall’Imperatore Carlo IV.
Il castello, che verrà risparmiato dalle grandi guerre medievali e rinascimentali, era formato da una rocca (il Mastio,) racchiusa all’interno di una cinta muraria, oggi scomparsa o rimasta inglobata in alcuni edifici del borgo, questa fortificazione, che verrà citata anche nell’elenco delle fortificazioni, che Paolo Guinigi ritenne fondamentali per la difesa delle Terre lucchesi (XV secolo), disponeva di solo due porte d’accesso, una delle quali è arrivata indenne ai nostri giorni, alcuni storici esaminandone la struttura (un arco a tutto sesto in pietra arenaria) e comparandola con porte di altri castelli lucchesi la farebbero risalire al XII secolo.
 
Altre foto:     Porta ingresso N°1 - N°2

 

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