I
romani potenziarono la rete viaria della regione, realizzando il
secondo prolungamento della via Cassia (tratto Lucca - Pistoia) e
costruendo (quasi certamente resero solo agibile, una più antica
via montana), una via lungo la Pescia Minore (detta anche via Clodia) collegando così, tramite il Passo del Trebbio, la
Valdinievole, alla Val di Lima e alla nuova via (Clodia Nova),
che il console romano, M. Claudio Marcello, realizzò in
Garfagnana, nel 183 a.C, questa nuova viabilità, favorì
notevolmente il commercio nella “Terra” di Villa Basilica che
basò principalmente la sua economia, sulla lavorazione dei
metalli, la grande disponibilità di acqua e di legname, favorì
la nascita di numerose fucine, dedite principalmente alla
fabbricazione delle lame per spade e coltelli, qui nelle
“Lucensis Spatarum” vennero forgiate miglia di spade romane,
attività che continuò, perfezionandosi nel tempo, fino al XV
secolo, al tempo della Repubblica Lucchese i villesi produssero
la famosa “Cassa di Villa”, contenente 208 foglie o lame da
spada che vennero vendute anche in Europa, alcuni esemplari,
ancora oggi sono esposti in molti musei (S,Pietroburgo, Londra,
New York etc...).
Verso la fine
dell’Impero romano, con la cristianizzazione della lucchesia e
la fondazione delle prime chiese, gli antichi “Vici” assunsero
alcune volte il nome di “Villae”, come accadde anche per il
piccolo centro urbano (Villa Basilica, villa con chiesa) che
iniziò a formarsi intorno alla primitiva chiesa di S.Benedetto,
l’odierna Pieve di S.Maria, fondata secondo l’antica tradizione
cristiana, in un luogo facilmente raggiungibile da più parti
(generalmente un importante incrocio), a riguardo lo storico
Emanuele Repetti, nelle sue ricerche storiche, cita una
pergamena del 774, nella quale il canonico Aldiperto del fu
Auserano, lasciò in dote alla chiesa di S.Benedetto in Villa, da
lui fondata, alcuni dei suoi beni, da utilizzare per il suo
sostentamento, mentre il secondo termine “Basilica”, lo
troveremo affiancato, solamente in una pergamena posteriore di
quasi due secoli (954), questa primitiva chiesa, in epoca
sconosciuta (probabilmente in occasione di una sua
ricostruzione), verrà riconsacrata a Santa Maria, ricevendo la
prerogativa di Chiesa battesimale, il plebato di Villa, lo
troviamo citato fin dall’807, con 12 “Vici” o Ville. alle sue
dipendenze.
Con l’arrivo dei
Longobardi, nella “Terra” di Villa basilica, si rafforzò il
potere ecclesiastico, il Vescovo di Lucca, per molti anni, ne
rappresentò il Signore e secondo la consuetudine di quel
periodo, la concesse in allivellamento, ad alcune famiglie
nobili (spesso dello stesso casato), secondo il proprio
tornaconto, solo in alcuni brevi periodi, il potere Imperiale,
influì direttamente sul destino di Villa Basilica, come avvenne
nel 1196, quando (secondo il Repetti) Arrigo IV, figlio del
Barbarossa, la diede in feudo, ad un certo Grandonio del fu
Ubaldo, che riuscì ad amministrarla solo per otto anni, alla
morte dell’Imperatore, il Vescovo di Lucca riuscì, tramite il
governo cittadino, a riprendersi le sue “Terre”, situazione che
si ripropose, con la salita al potere di Federico II, Villa
Basilica che in un documento del 1226, risulta capoluogo della Valleriana, in questo caso venne sottoposta al Vicario di San
Miniato.
Quando più tardi, i lucchesi riuscirono ad
ottenere l’investitura Imperiale, sull’intera lucchesia, gli
uomini di Villa, giurarono fedeltà al Comune di Lucca (1258), i
lucchesi, per amministrare le nuove Terre, inizialmente unirono
la Val di Lima e l’intera Valleriana (composta dalle valli, della Pescia di Pescia o "Pescia Maior"
e della Pescia di Collodi o "Pescia Minor"), in una sola
Vicaria, ma questa macro Vicaria, poco dopo denunciò i suoi
limiti, per le grandi difficoltà di comunicazioni, commerciali
ed amministrative, fra le vallate, unite fra loro, dalla
nuova via romana, della “Pescia Minor” e da un’altra via che
risalendo la “Pescia Maior”, attraverso il passo di Croce a
Veglia, univa Pontito con Lucchio (escludendo alcune piccole vie
montane, poco accessibili), imposero una nuova soluzione,
portata a termine, prima del grande riordino territoriale, della
Repubblica di Lucca (Statuto Lucchese 1308), per aggirare il
problema, la Vicaria “Terranum Civium et Vallis Lime”, venne
separata dalla nuova Vicaria “Vicaria Vallis Ariane et plebatus
Villa”.
La neonata Vicaria comprese, i quattro comuni principali della
Pieve di Villa Basilica: Colognora, Pariana, Boveglio e Villa, i
sei comuni principali del “Pivere” di S.Tommaso di Valeriana:
Aramo, Castelvecchio, Lignana, Medicina, Pontito, S.Quirco e
Stiappa e le due comunità di Collodi e Veneri sottoposte alla
Pieve di S.Piero in Campo.
Con l’istituzione
della Vicaria “Vicaria Vallis Ariane et plebatus Villa”, per il borgo
elevato al prestigioso ruolo di sede vicarile, iniziò il suo periodo di massimo
splendore, fra il XII e il XIII secolo, probabilmente venne
dotato, di una prima fortificazione in muratura (la rocca) che
successivamente, verrà inglobata assieme al borgo da una nuova cinta
muraria.
Nel 1316,
con l’ascesa al potere di Castruccio Castracane, a Lucca terminò
un breve periodo di dominazione pisana, Villa Basilica che in
quel periodo era ritornata sotto le insegne lucchesi, venne data
in feudo ad Azzo dei conti di Gragnano (genero di Castruccio),
ma con la prematura scomparsa di Castruccio Castracane, il borgo
ritornò in mani pisane che riunirono nuovamente, la Vicarie
della val di Lima con quella della Valleriana, nel tentativo di
contrastare l'avanzata fiorentina, le due fazioni per alcuni
decenni, si fronteggiarono, lungo tutto il confine e molte di
quelle Terre, rimasero coinvolte, nel triste gioco della guerra,
senza poter contare su un governo stabile, nel 1354 i villesi ormai stanchi dei
soprusi pisani (vennero costretti a rafforzare tutte le difese
del castello), tentarono un colpo di mano che purtroppo, fu
represso nel sangue, alcuni anni dopo (1369), la domenica
successiva alla Pasqua (detta anche in
Albis), Lucca riacquistò la sua
libertà, grazie all’intervento dell’Imperatore Carlo IV,
incentivato anche da una cospicua somma di denari versatali dai
lucchesi, il governo lucchese, ristabilì il vecchio ordinamento
territoriale, apportando delle piccole modifiche (per la
Repubblica e non per le comunità coinvolte) che coinvolsero,
anche Villa Basilica, nel maggio del 1374, nella Vicaria “Vicaria Vallis
Ariane et plebatus Villa”, come Terre della Pieve di S.Piero in
Campo, vennero inserite, quelle di Collodi e di Montecarlo, il
nuovo borgo o castello, fondato dallo stesso Carlo IV che
sottrasse la sede vicarile a Villa Basilica, nel 1382, i
lucchesi decisero di rafforzare ulteriormente la rocca e le
mura del castello di Villa Basilica, ai primi del XV secolo,
nell’intricato scenario politico lucchese, si affacciò Paolo
Guinigi, con la sua breve Signoria, la sua caduta causata dagli
intrighi di palazzo e anche dalle sue indecisioni politiche,
riaccese lo scontro con Firenze.
In quel periodo, il
territorio lucchese fu nuovamente devastato in lungo e largo, dalle
soldatesche mercenarie, triste destino che nel 1429, travolse
anche Villa Basilica, le soldatesche di Niccolò Fortebraccia, al
servizio di Firenze, assaltarono e devastarono l’intero
castello, saccheggiando anche il borgo, tre anni dopo grazie
all’intervento dell’Imperatore Sigimondo (figlio di Carlo IV di
Boemia), Villa Basilica fece ritorno sotto le insegne lucchesi,
ma i fiorentini, ben presto tornarono all’attacco e dopo una
sanguinosa battaglia, combattuta nei pressi della rocca, in
località “la Polla”, inflissero ai villesi un’ulteriore
sconfitta, Villa Basilica subito l’ennesimo saccheggio, venne
nuovamente occupata dai fiorentini, e solo nel 1441, grazie ad
un trattato di pace, Lucca riuscirà a riprendersi le sue vecchie
“Terre” della Valleriana, escluse alcune Terre, come Montecarlo,
rimaste in mano fiorentine.
Con l’inizio del XVI secolo, Villa
Basilica, ormai Terra di confine, rimase esposta alle varie
scaramucce che scoppiarono, fra i villesi (lucchesi) e le genti
di Pescia (fiorentini), subendo anche un'altra occupazione
fiorentina (questa volta di breve durata) e per la vicaria di
Villa Basilica, iniziò un triste periodo, nel XVII secolo, il
borgo fu colpito duramente dalle epidemie di peste, l’economia
crollò e le molte attività artigiane, vennero a trovarsi in
grave difficoltà, sul piano politico, il castello perse la sua
importanza strategica, Lucca ormai stretta nella morsa del
potere fiorentino, vide crollare la sua
Repubblica Oligarchica
(1799) e le sue “Terre” compresa Villa Basilica, per alcuni
anni, furono sottoposte a diversi riordini territoriali, la
Vicaria fu soppressa e trasformata in Cantone, con il
principato di Elisa Bonaparte, Villa Basilica e le sue terre
furono sottoposte, alla giurisdizione di Marlia, per poi tornare
nuovamente sede di Vicaria, con l’istituzione del Ducato di
Maria Luisa, il caos politico cessò, nel 1847, con l’annessione
di Lucca al Granducato di Toscana, un ultimo sconvolgimento
politico Villa Basilica lo subì dopo l’annessione del Granducato
di Toscana, al Regno d’Italia, quando gli furono sottratti dalla
sua giurisdizione, alcuni paesi, mantenendo sotto di se
solamente le attuali frazioni.
Foto Villa
Basilica:
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