La
Rocca del Cerruglio, che oggi possiamo ammirare nella parte più in
alto del borgo, rappresentò il principale sistema difensivo del
castello di Montecarlo, fu costruita probabilmente fra il XII e il
XIII secolo e prese il nome da un bosco di cerri presente in loco
“Cerrus” – “Cerralium” – Cerruglio.
La
prima struttura militare della Rocca fu sicuramente il possente
torrione semicircolare di levante (il mastio o maschio), che intorno
al XIII secolo verrà poi rafforzato da due torri gemelle, poste a
ponente, facendo assumere alla Rocca la tipica forma triangolare che
ancora oggi la contraddistingue. Nel corso della sua storia queste
due torri verranno ribattezzate dell’Apparizione e di
Santa Barbara.
La prima, rivolta verso Lucca, secondo una tradizione popolare fu
detta dell’Apparizione, per l’apparizione avvenuta sugli spalti, il
24 gennaio del 1400 in occasione di un assedio pisano, di un intenso
bagliore nel quale i soldati intravidero la figura della Madonna,
che intimorì i pisani a tal punto da spingerli alla fuga. Da allora
pare che sia iniziato a Montecarlo il culto della Madonna del
Soccorso che ancora oggi a distanza di secoli si mantiene vivo nel
cuore dei montecarlesi. La seconda torre, rivolta verso Pescia, fu
detta di Santa Barbara, la santa delle polveri, per l’utilizzo che
ne fecero i fiorentini (deposito per le munizioni).
Questa
prima fortificazione medievale rimase coinvolta più di una volta
nelle continue guerre scoppiate fra Lucca e Firenze. Inizialmente
utilizzata dai lucchesi come base per i rifornimenti delle truppe
impegnate nel pistoiese e nel fiorentino, insieme al castello di
Montechiari risultò fondamentale nella battaglia di Altopascio del
23 settembre 1325. Quel giorno le armate di Castruccio Castracani,
dislocate nelle due fortezze, discesero in forze le colline di
Montecarlo e piombarono con impeto e furore sulle schiere
fiorentine, schierate fra Pozzeveri e Porcari, infliggendo loro una
pesante sconfitta.
E fu
proprio presso la rocca del Cerruglio che, intorno al 1329, si
rifugiarono ottocento cavalieri teutonici disertori dell’esercito
del duca di Brunswick, che per mesi spadroneggiarono e
saccheggiarono le valli corcostanti e che qui costituirono la
Compagnia di San Giorgio, prima compagnia di ventura della storia
italiana.
Fu
intorno all’anno 1331 che la Rocca del Cerruglio entrò a far parte
della “storia internazionale”, vale a dire nel momento in cui il re
Giovanni di Boemia e suo figlio Carlo (il futuro Carlo IV,
incoronato imperatore dell’Impero Germanico nel 1346) vennero in
aiuto dei Lucchesi e scacciarono i Fiorentini da Lucca e dalle
campagne circostanti. La Rocca di Montecarlo ed il borgo vicino,
Vivinaia (situato dove ora sorge il cimitero del paese), allora in
mano ai Fiorentini, furono da loro abbandonati; durante la loro fuga
Vivinaia fu completamente distrutta. All’arrivo di Giovanni e Carlo
fu deciso di costruire un nuovo borgo, adiacente alla Rocca e
protetto da essa e da alte mura di cinta, a cui venne dato il nome
di Mons Karoli, “il Monte di Carlo”, in onore o in ricordo del
principe giovinetto.
Questo
periodo di pace e di relativa calma che portò alla fondazione del
borgo di Montecarlo fu presto interrotto. I pisani con le loro trame
riuscirono ad impossessarsi di Lucca e del suo contado e il
Cerruglio, dopo i mercenari teutonici, conobbe anche la tirannia
pisana, che i lucchesi chiamarono “Servitù Babilonese”, uno dei più
tristi periodi della loro storia. Nell’aprile del 1368 l’Imperatore
Carlo IV di Boemia discese in Italia per la seconda volta e, dietro
un consistente compenso in denari, liberò Lucca e la fortezza del
Cerruglio ritornò sotto le insegne lucchesi, rimanendoci però solo
per un breve periodo. Con il riaccendersi delle ostilità fra Lucca e
Firenze il Cerruglio verrà occupato definitivamente da Firenze (28
aprile 1438).
Con
l’arrivo dei Medici, la fortezza assunse nuovamente un ruolo
importante e dai suoi spalti per diversi secoli i fiorentini
poterono controllare l’intera Piana di Lucca. Nel 1556 Cosimo I dopo
una sua visita al castello di Montecarlo decise di rafforzarlo; alla
rocca medievale del Cerruglio, oltre ad una serie di piccole
modifiche e di particolari accorgimenti legati all’utilizzo
dell’artiglieria, venne aggiunto un baluardo quadrato collegato a
due torri in mattoni: la
Torre di Cosimo I ancora oggi visibile e la
Torre Mozza visibile solo in parte. Al termine dell’ampliamento la
fortezza assunse l’attuale forma allungata (a punta di lancia)
difesa da ben quattro torri e dal vecchio mastio posto a guardia
della punta.
Proprietà privata già dal lontano 1775, anno in cui il Granduca
Pietro Leopoldo di Toscana la disarmò, la spogliò di ogni strumento
militare e la vendette all’asta a privati, il complesso è ora, da
quasi cent’anni, di proprietà della famiglia Pardocchi-Menchini. Ed
è grazie ai numerosi lavori di restauro e conservazione portati
avanti da questa famiglia sotto l’occhio vigile della Soprintendenza
che i visitatori possono finalmente ammirare, durante il periodo di
apertura al pubblico nei mesi estivi, queste strutture centenarie ed
immergersi in un tempo ed una dimensione così lontani e pieni di
fascino.
Altre Foto Fortezza del Cerruglio:
Bastione mediceo
N°1 -
N°2
Ingresso fortezza
Feritoia difesa ingresso fortezza
Cortile
parte medicea
Torre dell'Apparizione
Torre Santa Barbara
Mura esterne
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