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Il castello di Montechiari
S.Piero in Campo
Il castello di Vivinaia
Montecarlo Google maps
Montecarlo Montecarlo, Porta a Lucca
Montecarlo,fortezza del Cerruglio seconda torre
Montecarlo, a differenza di altri borghi medievali non ha origini antichissime, ma iniziò a formarsi all’inizio del XIV secolo, intorno alle mura della fortezza del Cerruglio unica costruzione esistente fino ad allora e ubicata  nel punto più alto della collina, le cui origini probabilmente risalgono all’epoca romana, come i tre castelli vicini,S.Piero in Campo,Vivinaia distrutti durante le guerre verificatesi in quel luogo tra il 1314 e il 1331 e Montechiari, il primo venne assaltato e dato alle fiamme dai fiorentini durante la loro ritirata, dopo esser stati cacciati da Lucca, dal principe Carlo di Boemia e il secondo fu distrutto dalle truppe del pisano Uguccione della Faggiola, diversa fu la sorte di Montechiari, come gli altri due castelli rimase più di una volta coinvolto nelle guerre fra Lucca e le altre potenze militari della regione, subendo diversi assedi, poi la sua popolazione non sentendosi più al sicuro iniziò a trasferirsi all’interno di Montecarlo e il castello sempre più abbandonato nel corso dei secoli scomparve
Le tristi vicende belliche di questi castelli, spinsero i suoi abitanti  a cercare rifugio presso la fortezza del Cerruglio, intorno al quale iniziò a formarsi un nuovo agglomerato urbano chiamato in seguito “Mons Charoli”, (il Monte di Carlo), in onore di Carlo di Boemia figlio di Re Giovanni, che dopo aver liberato Lucca (25 febbraio 1331) dal giogo fiorentino, decise di costruire un grande castello intorno alla vecchia fortezza del Cerruglio.
Montecarlo restò fino al XV secolo sotto il dominio di Lucca eccetto gli anni compresi fra 1342 e il 1369, che lo videro sotto le insegne di Pisa, nei primi decenni del XV secolo iniziarono nuovamente le ostilità fra Lucca e Firenze e nei trattati di pace stipulati fra le due città il 28 aprile 1438 a Pisa, il castello di Montecarlo venne assegnato definitivamente a Firenze, così dopo molte lotte e guerre i fiorentini riuscirono a sottrarre ai lucchesi, uno dei punti strategici per il controllo della Piana di Lucca e della Valdinievole.
Oggi il borgo insignito con “La Bandiera Arancione” è uno dei più belli della lucchesia, famoso non solo per la sua storia e per il castello ben conservatosi  ma anche per i suoi due prodotti tipici l’olio e soprattutto il vino, durante l’anno nel borgo si svolgono molti eventi legati a questi prodotti fra i quali “la Festa del Vino” che ai primi di settembre di ogni anno per una settimana accoglie migliaia di visitatori italiani e stranieri
 
Per saperne di più sulla sua storia consultate la scheda da noi realizzata e pubblicata su www.fototoscana.it
Da visitare   L'intero borgo con la fortezza del Cerruglio, le cantine poste fuori dal borgo per degustare i vini e la Pieve di S.Piero in Campo
 
Foto di Montecarlo   
 
Borgo     Antico portone ( n 1 - n 2 )     Vicolo  n 1 - n 2
Castello  di Montecarlo      Mura del castello ( n 1 - n 2 - n 3 )       Porta Fiorentina  ( n 1 - n 2 )       Porta Nuova         
La fortezza del Cerruglio
Foto e testi: gentile concessione della famiglia Pardocchi-Menchini
Il mastio, la parte più antica della fortezza del CerruglioLa Rocca del Cerruglio, che oggi possiamo ammirare nella parte più in alto del borgo, rappresentò il principale sistema difensivo del castello di Montecarlo, fu costruita probabilmente fra il XII e il XIII secolo e prese il nome da un bosco di cerri presente in loco “Cerrus” – “Cerralium” – Cerruglio.
La prima struttura militare della Rocca fu sicuramente il possente torrione semicircolare di levante (il mastio o maschio), che intorno al XIII secolo verrà poi rafforzato da due torri gemelle, poste a ponente, facendo assumere alla Rocca la tipica forma triangolare che ancora oggi la contraddistingue. Nel corso della sua storia queste due torri verranno ribattezzate dell’Apparizione e di Santa Barbara. La prima, rivolta verso Lucca, secondo una tradizione popolare fu detta dell’Apparizione, per l’apparizione avvenuta sugli spalti, il 24 gennaio del 1400 in occasione di un assedio pisano, di un intenso bagliore nel quale i soldati intravidero la figura della Madonna, che intimorì i pisani a tal punto da spingerli alla fuga. Da allora pare che sia iniziato a Montecarlo il culto della Madonna del Soccorso che ancora oggi a distanza di secoli si mantiene vivo nel cuore dei montecarlesi. La seconda torre, rivolta verso Pescia, fu detta di Santa Barbara, la santa delle polveri, per l’utilizzo che ne fecero i fiorentini (deposito per le munizioni).
Questa prima fortificazione medievale rimase coinvolta più di una volta nelle continue guerre scoppiate fra Lucca e Firenze. Inizialmente utilizzata dai lucchesi come base per i rifornimenti delle truppe impegnate nel pistoiese e nel fiorentino, insieme al castello di Montechiari risultò fondamentale nella battaglia di Altopascio del 23 settembre 1325. Quel giorno le armate di Castruccio Castracani, dislocate nelle due fortezze, discesero in forze le colline di Montecarlo e piombarono con impeto e furore sulle schiere fiorentine, schierate fra Pozzeveri e Porcari, infliggendo loro una pesante sconfitta.Il bastione mediceo, la parte più recente della fortezza del Cerruglio
E fu proprio presso la rocca del Cerruglio che, intorno al 1329, si rifugiarono ottocento cavalieri teutonici disertori dell’esercito del duca di Brunswick, che per mesi spadroneggiarono e saccheggiarono le valli corcostanti e che qui costituirono la Compagnia di San Giorgio, prima compagnia di ventura della storia italiana.
Fu intorno all’anno 1331 che la Rocca del Cerruglio entrò a far parte della “storia internazionale”, vale a dire nel momento in cui il re Giovanni di Boemia e suo figlio Carlo (il futuro Carlo IV, incoronato imperatore dell’Impero Germanico nel 1346) vennero in aiuto dei Lucchesi e scacciarono i Fiorentini da Lucca e dalle campagne circostanti. La Rocca di Montecarlo ed il borgo vicino, Vivinaia (situato dove ora sorge il cimitero del paese), allora in mano ai Fiorentini, furono da loro abbandonati; durante la loro fuga Vivinaia fu completamente distrutta. All’arrivo di Giovanni e Carlo fu deciso di costruire un nuovo borgo, adiacente alla Rocca e protetto da essa e da alte mura di cinta, a cui venne dato il nome di Mons Karoli, “il Monte di Carlo”, in onore o in ricordo del principe giovinetto.
Questo periodo di pace e di relativa calma che portò alla fondazione del borgo di Montecarlo fu presto interrotto. I pisani con le loro trame riuscirono ad impossessarsi di Lucca e del suo contado e il Cerruglio, dopo i mercenari teutonici, conobbe anche la tirannia pisana, che i lucchesi chiamarono “Servitù Babilonese”, uno dei più tristi periodi della loro storia. Nell’aprile del 1368 l’Imperatore Carlo IV di Boemia discese in Italia per la seconda volta e, dietro un consistente compenso in denari, liberò Lucca e la fortezza del Cerruglio ritornò sotto le insegne lucchesi, rimanendoci però solo per un breve periodo. Con il riaccendersi delle ostilità fra Lucca e Firenze il Cerruglio verrà occupato definitivamente da Firenze (28 aprile 1438).
Mura esterne della fortezza del CerruglioCon l’arrivo dei Medici, la fortezza assunse nuovamente un ruolo importante e dai suoi spalti per diversi secoli i fiorentini poterono controllare l’intera Piana di Lucca. Nel 1556 Cosimo I dopo una sua visita al castello di Montecarlo decise di rafforzarlo; alla rocca medievale del Cerruglio, oltre ad una serie di piccole modifiche e di particolari accorgimenti legati all’utilizzo dell’artiglieria, venne aggiunto un baluardo quadrato collegato a due torri in mattoni: la Torre di Cosimo I ancora oggi visibile e la Torre Mozza visibile solo in parte. Al termine dell’ampliamento la fortezza assunse l’attuale forma allungata (a punta di lancia) difesa da ben quattro torri e dal vecchio mastio posto a guardia della punta.
Proprietà privata già dal lontano 1775, anno in cui il Granduca Pietro Leopoldo di Toscana la disarmò, la spogliò di ogni strumento militare e la vendette all’asta a privati, il complesso è ora, da quasi cent’anni, di proprietà della famiglia Pardocchi-Menchini. Ed è grazie ai numerosi lavori di restauro e conservazione portati avanti da questa famiglia sotto l’occhio vigile della Soprintendenza che i visitatori possono finalmente ammirare, durante il periodo di apertura al pubblico nei mesi estivi, queste strutture centenarie ed immergersi in un tempo ed una dimensione così lontani e pieni di fascino.
Altre Foto Fortezza del Cerruglio:   Bastione mediceo N°1 - N°2                Ingresso fortezza               Feritoia difesa ingresso fortezza             
 Cortile parte medicea             Torre dell'Apparizione              Torre Santa Barbara             Mura esterne
 
Bastione mediceo della fortezza del Cerruglio Ingresso interno rocca medievale La torre di Cosimo I dei Medici, della fortezza del Cerruglio
Lo stemma di Carlo IV fondatore di Montecarlo
 
Fortezza di Montecarlo
 
Date e orari di apertura
Maggio - settembre: sabato e domenica dalle ore 16,00 alle ore 19,00 gli altri giorni su appuntamento
Ottobre - Aprile: solo su appuntamento
 
Via Fortezza n°4 - 55015 Montecarlo - Lucca
tel.+39 058322401
info@fortezzadimontecarlo.it
www.fortezzadimontecarlo.it
 
Collegiata di S.Andrea
Collegiata di S.AndreaIn seguito alle continue guerre del XIV secolo, che coinvolsero i borghi di Vivinaia, Montechiari e la fortezza del Cerruglio, la popolazione chiese alle autorità ecclesiastiche la concessione di un Fonte Battesimale (esistente solo nella Pieve di S.Piero in Campo) a una chiesa posta in un luogo più accessibile e sicuro.
All’inizio venne presa in considerazione la chiesa S.Andrea di Vivinaia, ma lo spopolamento del borgo avvenuto dopo la distruzione del castello, ad opera dei fiorentini (1330) e le pessime condizioni in cui si trovava, fecero spostare la richiesta verso la nuova chiesa, edificata all’interno del nascente castello di Montecarlo, voluto e realizzato da Carlo IV, una prima richiesta fu inoltrata al Pievano di S.Piero in Campo nel 1333, tramite il Notaro Imperiale Domenico Cenci di Baggiano, per nulla scoraggiati dal rifiuto del Pievano la popolazione decise di cambiare “tattica”, in una nuova richiesta inoltrata al Vescovo di Lucca, oltre all’erezione del Fonte Battesimale chiesero la possibilità di trasferire al nuovo edificio di culto, il titolo di “chiesa parrocchiale” appartenuto alla vecchia chiesa di Vivinaia (S.Andrea), il 7 gennaio 1334 il Vescovo accolse la richiesta e il parroco di Vivinaia si trasferì nella nuova chiesa di S.Andrea  in Montecarlo.
La nuova chiesa di Montecarlo, costruita in stile romanico a una navata in origine era di modeste dimensioni appena 50 braccia di lunghezza e 25 braccia di larghezza (in metri circa 29 x 14), col passare degli anni questa piccola chiesa, favorita anche dallo sviluppo del borgo soppiantò la vecchia Pieve di S.Piero e il 29 luglio del 1408 Papa Gregorio XII durante la sua permanenza a Lucca decise di unirle trasferendo la collegiata, i diritti e i privilegi della Pieve, alla Chiesa di S.Andrea assegnando al parroco di Montecarlo il ruolo di Pievano di S.Piero in Campo e Proposto di Montecarlo.
L’attuale Collegiata di S.Andrea è il risultato di diversi interventi di ampliamento e di ristrutturazioni avvenuti nel corso dei secoli, verso la fine del XVII secolo la chiesa attraversò uno dei momenti più brutti della sua storia, la peste arrivata nella regione dopo anni di guerre e lotte e la conseguente diminuzione delle entrate, la fece cadere per un secolo in un grave stato d’incuria, alla fine del XVIII secolo il Granduca di Toscana, preoccupato per la disoccupazione e la miseria della regione, diede l’ordine di eseguire tutti i lavori di ristrutturazione necessari alle strutture adibite a uso pubblico, dopo una serie di progetti di ristrutturazione e ritardi sui lavori, il 21 settembre del 1783, facendo tirare un sospiro di sollievo ai montecarlesi, Mons. Francesco Vincenti con una solenne cerimonia consacrò la nuova Collegiata.
Nel 1862, la chiesa fu sottoposta a un altro intervento di restauro, per abbellirla con degli affreschi vennero chiamati i pittori Pezzati Pietro e Folchi Ferdinando e nel 1926 subì l’ultimi interventi di restauro e ristrutturazione fra i quali il rifacimento della pavimentazione. 
Altre foto     Collegiata porta ingresso       Collegiata abside       Collegiata fonte battesimale     Campanile  n 1 - n 2
Madonna del Soccorso
Madonna_del_Soccorso
Il culto della Madonna del Soccorso a Montecarlo, iniziò fin dal medievo, dall’eremo di Santa Margherita di Montechiari, obbediente alla regola di S.Agostino (devota alla Madonna del Soccorso), l’eremo collocato nella boscaglia fuori dalle mura del castello di Montechiari, probabilmente fu  fondato verso la fine del XIII secolo, anche se non figura nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260 e viene nominato per la prima volta, in un documento del 1290, nel quale è rammentata la morte del suo Priore frate Benedetto, con la costruzione della collegiata di S.Andrea dentro le mura del castello, i montecarlesi come segno di devozione e venerazione, al suo interno gli vollero dedicare un altare, arricchito da un affresco raffigurante la Madonna, che ancora oggi possiamo ammirare, fatto dipingere da Giovanni Mingogi, Vicario di Montecarlo nel 1387 (probabilmente la più antica rappresentazione della Madonna del Soccorso in Toscana).
I montecarlesi come detto all’inizio, nella loro storia si rivolsero più di una volta alla loro protettrice, la notte del 24 gennaio del 1400 durante un assedio, secondo una tradizione popolare, la Madonna apparve in loro soccorso sopra la torre di ponente della fortezza del Cerruglio, che per questo motivo verrà poi ribattezzata “Torre dell’Apparizione”, spaventando e mettendo in fuga gli assalitori, a lei il popolo si rivolse anche in occasione delle pestilenze, che mieterono miglia di vittime nella regione, ma che stranamente risparmiarono il borgo

 

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