Il
territorio dove ora sorge Viareggio, prima del Mille era zona
acquitrinosa ricoperta da una folta boscaglia popolata
prevalentemente da numerose specie animali, cinghiali, daini,
fagiani etc... utilizzata esclusivamente dai nobili
Longobardi come riserva di caccia e pesca, conosciuta come la
“Selva Regia” o “Palatina” (foresta accessibile solo agli uomini
di palazzo “Palatium”), con l’ascesa al trono dell’Imperatore
Enrico III venne suddivisa in due parti, una metà venne donata
dall’Imperatore alla chiesa di S.Nicola in Migliarino e l’altra metà
fu concessa in feudo ai nobili pisani Orlandi e Pellari, alcuni
anni dopo nel 1171 i lucchesi riuscirono ad acquistare da Truffa
di Orlandino Mezzolombardo, una parte di queste terre con
l’intento di costruirvi una fortificazione, contando sull’aiuto
dei genovesi.
Nonostante questa terra compresa fra il castello di Montramito
(che Lucca acquisterà 3 anni dopo) e il mare. fosse inospitale,
priva di strade e scarsamente abitata per la malaria, i lucchesi
riuscirono a ricostruire una vecchia torre già esistente in
loco, detta “Castel del Bosco” (interamente di legno), andata
distrutta l’anno prima durante un’incursione dei pisani in
Versilia (Lucca e Pisa in quel momento stavano lottando per il
possesso di Motrone).
Questa nuova fortificazione “Castrum de Via Regia”che sancì
anche la nascita ufficiale di Viareggio, fu ultimata il 2
gennaio 1172 dall’esperto in fortificazioni il genovese
Raimondo, la fortezza formata da una torre circolare alta circa
80 braccia, circondata da una prima cerchia muraria alta circa
60 braccia, che a sua volta era chiusa da un’altra cinta muraria
detta “Barbacane”, venne edificata contravvenendo il
“Privilegio” emesso da Federico Barbarossa in favore dei Pisani,
grazie alla mediazione dell’arcivescovo di Magonza (Cancelliere
dell’Imperatore),
I
pisani intenzionati ad escludere Lucca dal mare, mal digerirono
questo nuovo tentativo lucchese di assicurarsi uno sbocco al
mare e il 6 agosto 1172 attaccarono il castello, la battaglia fu
cruenta i lucchesi resistettero fino alla notte, poi alcuni
importanti religiosi intervennero presso le due fazioni
riuscendo a strappare una tregua che oltre a Viareggio coinvolse
le “terre” contese dalle due città, ma i pisani non si persero
d’animo e il 16 giugno 1181 dopo sei anni di controversie fra
Lucca, Pisa, Genova e Firenze ottennero dall’Imperatore Federico
Barbarossa il castello di Viareggio, così Lucca che nel
frattempo aveva perso anche Motrone, per i suoi commerci fu
costretta ad usare i porti pisani.
Ai
primi del XIII secolo i lucchesi penetrarono decisamente in
Versilia, costringendo i vari Signori feudatari (detti anche
Cattanei di Versilia), a giurarli fedeltà e i maggiori castelli
della Versilia uno alla volta caddero in mano lucchese, Lucca
sempre più potente e ricca dopo aver conquistato l’interno puntò
verso la costa, ma qui non usarono le armi, il 21 aprile del
1221 il lucchese Pagano Balduini grazie ai denari, ottenne
dall’Imperatore il castello di Viareggio e le sue terre, per
circa cinquant’anni il casato del Balduini tenne in feudo
Viareggio, poi in seguito alla morte di Federico II e la
decisiva spedizione militare lucchese in Versilia del podestà
Prendilaparte, contro gli ultimi castelli ribelli, nel 1286
Lucca acquistò il castello e Viareggio ritornò lucchese, in
seguito Castruccio Castracane intuendo l’importanza del piccolo
porto di Viareggio, provvide a rinforzare le sue difese e per
rendere meno malsana la vita in quella terra lacustre, iniziò
delle opere di bonifica.
Nel 1430 Lucca perse nuovamente il porto di Motrone e Viareggio
rimase il suo unico scalo marittimo, ciò costrinse Lucca a
riprendere l’opera di bonifica iniziata alcuni anni prima da
Castruccio, inizialmente gli interventi effettuati portarono
pochi benefici, ma la Repubblica continuò nella sua politica di
bonifica e ripopolamento di Viareggio, arrivando anche a offrire
tre coltre di terra a chiunque decideva di trasferirsi nella
“palude viareggina”, nel 1466 incaricò l’ingegner Lionello di
trasformare il piccolo approdo marittimo già esistente in un
efficiente porto, ma
nonostante questi interventi per veder decollare lo sviluppo di
Viareggio bisogna arrivare al terzo decennio del XVI secolo.
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