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Pievi romaniche
 
Nella provincia di Lucca, esistono molte Pievi Romaniche, più o meno famose, ma ognuna di loro ha contribuito attraverso l’arte e la fede, alla crescita culturale e sociale del territorio. Per secoli, insieme ai castelli hanno rappresentato un punto di riferimento per le popolazioni, che nella loro grandezza e ricchezza, identificavano la potenza e l’importanza del  proprio borgo. L’origine delle Pievi è molto antica, nella maggior parte ha origini romane, lo stesso nome “pieve” deriva dal latino “plebes”. Per i romani, la plebe era formata dagli abitanti delle campagne, dediti alla lavorazione della terra intorno alle fortezze, adibite al controllo del territorio, alla fine dell’epoca imperiale, “plebes” divenne sinonimo di “imbelle” (incapace di azioni serie e dignitose), in seguito con l’espansione del cristianesimo, la comunità dei battezzati venne indicata con “pieve”(“plebes”), si tramutò in “pieve” mantenendo lo sprezzante significato), con l’arrivo dei barbari, crollarono le strutture sociali e amministrative dell’impero,questi punti di comando, furono sostituiti con figure elette nei vari centri, fra le nascenti gerarchie ecclesiastiche, questi primi territori non gestiti dall’impero assunsero il nome di “pievi”. All’arrivo dei Longobardi “pievi” riprese il vecchio significato, le popolazioni furono costrette a versare tasse e oboli, ai guerrieri Longobardi (come facevano i “plebei” con i Romani). Intorno al X secolo, con la fusione delle due popolazioni, il termine “pieve” iniziò a indicare la chiesa con la sede battesimale, alla quale erano soggette altre chiese minori, dislocate nei territori vicini
 
Il culto di S.Frediano di Lucca
Grazie agli Imperatori Costantino (312-379) e Teodosio (379- 395), il cristianesimo si affermò in tutta l’Italia rendendo necessaria una nuova riorganizzazione del territorio, che portò i Vescovi a ricoprire un ruolo importante sia nel campo ecclesiastico, che in quello amministrativo, in Italia iniziarono così a fiorire numerose Diocesi, vaste aree di terre sottoposte ad una chiesa “madre” amministrata da un Vescovo, dalla quale dipesero le prime Pievi.
Non conosciamo con precisione la data della fondazione della Diocesi lucchese, ma la tradizione popolare lucchese fa risalire il suo principale riordinamento al Vescovo Frediano (VI secolo), monaco irlandese (e figlio di un re) che al suo ritorno dal pellegrinaggio da Roma si ritirò in eremitaggio in una grotta dei monti Pisani, diventando in breve tempo uno dei monaci più amati e venerati dai lucchesi, che alla morte del loro Vescovo Ossequenzio, accorsero numerosi al suo eremo, dove per acclamazione popolare lo nominarono Vescovo di Lucca.
Grande fu la devozione dei lucchesi verso questo monaco Irlandese, le cui gesta furono raccontate fin dall’inizio da S.Gregorio Magno (dal 590 al 604 Papa Gregorio I) nei suoi racconti “I Dialoghi”, a lui furono attribuiti diversi miracoli, il più famoso e che ancora oggi i lucchesi raccontano, è la miracolosa deviazione del fiume Serchio “l’Auser” che salvò la città dalla furia delle acque, in occasione di una grande piena.
Al Vescovo Frediano o meglio a San Frediano la tradizione popolare lucchese fa risalire il riordino della Diocesi e la fondazione delle principali chiese lucchesi, quelle che ancora oggi sono dette “Le 28 Pievi di Frediano”, anche se in realtà alcune di queste chiese non hanno mai ricoperto il ruolo di Pieve, altre lo sono state in epoche successive e alcune forse sono state fondate prima della sua venuta, comunque ciò che non è dato stabilire con le carte, nei cuori dei lucchesi è una certezza che dura da più di un millennio.

 

Le Pievi romaniche della provincia di Lucca legate a S.Frediano
Pagina 1
S.Maria Assunta
(Diecimo)
S.Giorgio
(Brancoli)
S.Jacopo
(Gallicano
S.Maria
(Loppia)
S.Giovanni
(Pieve Fosciana)
S.Pietro
(S.Piero in Campo)
S.Paolo
(Vico Pancellorum)

 

 
Le Pievi romaniche
della provincia di Lucca
legate a S.Frediano
(Diocesi di Lucca e Pisa)
 
Pagina 1
S.Maria Assunta
(Diecimo)
S.Giorgio
(Brancoli)
S.Jacopo
(Gallicano
S.Maria
(Loppia)
S.Giovanni
(Pieve Fosciana)
S.Pietro
(S.Piero in Campo)
S.Paolo
(Vico Pancellorum)
 
 
 
Pagina 2
S.Giovanni
(Arliano)
S.Pantaleone
(Pieve a Elici)
S.Gennaro
(San Gennaro)
S.Giovanni
(Pieve di Compito)
S.Paolo
(Pieve San Paolo)
 
 
 
 
 
 
 
Pievi romaniche della provincia di Lucca
(Diocesi di Lucca e Pisa)
 
Pagina 1
S.Martino
(Azzano)
SS.Pietro e Paolo
(Careggine)
SS.Quirico e Giuditta (Casabasciana)
S.Michele arcangelo
(Corsanico)
SS.Martino e Giovanni
Detta Pieve di Flesso
(Montuolo)
SS.Giovanni e Maria
Detta di Massa Pisana
(S.Maria del Giudice)
S.Pietro
(Valdottavo)
 
 
Pagina 2
S.Maria Assunta
(Marlia)
 
 
 
 
Pieve di S.Maria Assunta Diecimo (Borgo a Mozzano)
La Pieve di Santa Maria Assunta di Diecimo, inserita nel prestigioso elenco, delle “28 Pievi di San Frediano” (il più grande e famoso Vescovo di Lucca, vissuto nel VI secolo), nonostante sia una delle chiese, più antiche della Valle del Serchio, viene citata per la prima volta, in un documento del 919 (a differenza del borgo, nominato in una pergamena del 761 e del 784), dove il Vescovo di Lucca, Pietro, allivellò al prete Ghisalmari del fu Aggiprando, le chiese di S.Quirico e di S.Giovanni di Anchiano (non ne conosciamo le sorti), sottoposte alla Pieve di Santa Maria e S.Gervasio di Diecimo, questo documento apre diverse discussioni, la prima, riguarda la data della pergamena esaminata, la fondazione della chiesa, è molto più antica, l’elenco delle 28 Pievi, venne stilato, alcuni secoli dopo la morte di San Frediamo, ma questo non può mettere in discussione la lista, in quanto l’autore in quel momento, disponeva di molti documenti (oggi le pergamene antecedenti al Mille, le contiamo sulla punta delle dita, di una mano) ed era ha conoscenza, di molte notizie e tradizioni popolari tramandate dagli anziani..
A questo primo documento, ne seguì un altro del 979, non meno importante che conferma la presenza di tre chiese nel borgo, in un periodo compreso fra il VII e il X secolo, la prima intitolata a S.Maria (la nostra Pieve), la seconda intitolata a San Martino in Greppo, con un Ospedale annesso, già presente per quella data e una terza intitolata a S.Gervasio e S.Protasio che risultava già scomparsa, anzi distrutta, visto che nel documento, sarà affittato il terreno sul quale sorgeva, importante informazione da ricollegare al documento del 919, dove la chiesa battesimale di Diecimo, per un breve periodo, ha proprio S.Gervasio come contitolare, l’attribuzione del secondo titolo, ci rivela due punti fondamentali, il primo: L’antica chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, ai primi del 900, era già abbandonata e sconsacrata, la doppia consacrazione come sempre accadeva, non era altro che un provvedimento di “emergenza”, per continuare un vecchio culto che poteva essere mantenuto in vita, con l’attribuzione del secondo titolo, oppure anche con la consacrazione di un semplice altare, in una delle chiese (o oratori) presenti nel borgo, la seconda indicazione che ricaviamo dal documento, è che la parrocchiale di Diecimo è sempre stata Santa Maria, anche prima di ricevere il Fonte Battesimale, la comunità non avrebbe mai fatto decadere una chiesa parrocchiale.
Nel XII secolo, la Pieve di Santa Maria, probabilmente sempre ad una navata, venne ricostruita e ampliarla, trasformandola in una chiesa a tre navate, dalla Contessa Matilde di Canossa, all’interno della Pieve, è visibile ancora oggi il suo stile, gli archi che sorreggono le navate, furono poggiati sopra delle colonne di marmo, a strisce bianche e nere (architettura tipica delle chiese Matildiane), la costruzione di una chiesa ampia e sontuosa, si rese necessaria anche per le numerose comunità, presenti nella Pievania, nel catalogo degli Estimi delle Decime Diocesane, delle chiese lucchesi, del 1260, la Pieve di Santa Maria, risulterà matrice di ben 20 chiese, appartenenti a 18 comunità, con un consistente numero di fedeli, l’elenco comprese le chiese di:
S.Pietro di Anchiano, SS.Simone e Giuda di Convalle, S.Michele di Corsagna, S.Bartolomeo delle Cune, S.Donato di Domazzano, S.Lorenzo di Domazzano, S.Michele di Fandagno, S.Cassiano di Gello, S.Ansano di Motrone, S.Giusto di Motrone, S.Giusto di Partigliano, S.Pietro di Pescaglia, S.Bartolomeo di Piegaio, SS.Giusto e Clemente di Puticiano, S.Stefano di Villa Roggio, S.Michele di Castello di Roggio, S.Lorenzo di Serra, S.Prospero di Tempagnano, S.Pietro di Valdottavo, SS.Simeone e Giuda di Vetriano e l’Ospedale di S.Martino in Greppo.
La pieve di Santa Maria Assunta, è una delle poche chiese che hanno mantenuto nei secoli, l’originale impianto medievale, la facciata è impreziosita da un architrave, un tralcio con figure umane, attribuibile a Biduino XII sec., mentre il suo interno è arricchito, da diverse opere d’arte, fra le quali, una statua raffigurante il profeta Isaia, con inciso il motto “Egredietur Virga De Radice Iesse”, un lastrone in pietra, dove è scolpito un cavaliere a cavallo, chiamato comunemente “Il Re Pipino”, armato di scudo e lancia, con la testa che poggia sulla sella ( probabilmente, la pietra si spezzò all’altezza del tronco e la testa venne rifatta alla meglio, nel poco spazio disponibile), due leoni ( n1 n2) in pietra, appartenenti forse a un ambone, poi disfatto nel corso dei secoli e un’edicola degli oli santi, attribuibile alla bottega del Civitali
Altre foto  Fonte battesimale  Edicola oli santi  Campanile  Sarcofago romano  Abside  Mura esterne
Pieve di S.Giorgio Brancoli (Lucca)
Pieve di S.Giorgio di BrancoliLa Pieve di S.Giorgio di Brancoli una delle più belle Pievi Romaniche di Lucca, venne fondata probabilmente all’inizio dell’VIII secolo, (una leggenda locale la vorrebbe fra le 28 chiese fondate dal Vescovo Frediano), le prime notizie di quest’antica chiesa, che ancora oggi ha ben conservato il suo aspetto medievale, le troviamo all’interno di un documento del 767, nel quale un certo “Fridulo da Brancalo” vendeva un pezzo di vigneto, per due soldi d’oro al suo Rettore “Deusdede”, prima del Mille la Pieve era una semplice chiesa (intitolata ai Santi Giovanni e Giorgio) e come le altre della Brancoleria appartenne alla Pieve di S.Maria di Sesto, poi intorno al X secolo insieme ad altre chiese vicine, passò sotto il controllo del Vescovo di Lucca e da allora vide accrescere di anno in anno la sua popolarità, fino ad essere elevata a Pieve, in un documento dell’8 ottobre 1093 appare già citata come Pieve dei Santi Giovanni Battista e S.Giorgio di Brancoli.
L’attuale fabbrica, è il risultato di un importante riedificazione avvenuta intorno all’XI secolo, voluta dal Vescovo Anselmo da Baggio (poi Papa Alessandro II) e secondo una “diceria” locale dalla Contessa Matilde (che in molti oggi la vedono raffigurata nella faccia della giovane figura scolpita sul lato frontale della cassa del pulpito), costruita a tre navate in pietre squadrate di marmo proveniente dalle montagne limitrofe, la Pieve di S.Giorgio venne abbellita fin dall’inizio con preziose decorazioni, dai capitelli ( N°1 - N°2 ) delle colonne che sorreggono le arcate a tutto sesto, al pulpito, l’interno della chiesa è una miniera di opere d’arti, la più antica una acquasantiera decorata con tre teste scolpite sui suoi tre lati, una delle quali era simile alla testa scolpita in un capitello, che oggi è incastonato nel muro della canonica (uno dei pochi frammenti rimasti della prima fabbrica), appartenente alla prima chiesa e firmata dal suo scultore “RAITUS ME FECIT”, purtroppo venne trafugata alcuni or sono.
L’ambone (il pulpito) del XII secolo, forse è la più spettacolare opera d’arte presente nella Pieve, la sua cassa sorretta da quattro colonne, due delle quali poggiano su due leoni (uno lotta con un drago, mentre l’altro viene pugnalato da un soldato), caratteristica riscontrabile in altri amboni (come nel Duomo di Barga.....), sul lato frontale oltre alla figura di un angelo senza ali, che stringe fra le mani un libro di preghiere (i Vangeli?), sono collocati due leggii sorretti da un’aquila e da due figure (una grande e una piccola) rannicchiate una sopra l’altra, fra i capolavori posti all’interno della chiesa sono da segnalare anche il Fonte Battesimale, una vasca ottagonale tutta decorata,  l’affresco dell’Annunciazione (XIV secolo) e una splendida terracotta invetriata raffigurante S.Giorgio realizzata da Luca della Robbia (fine XV secolo).
All’esterno della Pieve incuriosisce una strana figura scolpita nell’architrave, secondo una tradizione popolare rappresenterebbe la figura di “Brancolo”, mentre alcuni esperti d’arte medievale in questa strana figura, hanno identificato una riproduzione rozza del Demonio, di fianco alla porta d’ingresso si innalza il campanile, tipica torre medievale a quattro piani di stile lombardo, che nel corso dei secoli ha subito diverse ristrutturazioni, mantenendo nella parte inferiore il basamento della primitiva chiesa
Altre foto       Pulpito        Fonte Battesimale        Campanile        Edicola         Esterno chiesa N°1 - N°2 - N°3   
Pieve di S.Jacopo (Gallicano)
La Pieve di S.Jacopo, venne edificata fra le mura del castello, intorno al XV sec. per sostituire la vecchia Pieve, antecedente al X sec dei Santi Cassiano e Giovanni Battista, ubicata a circa mezzo miglio fuori dalle difese del borgo (posizione che esponeva i pellegrini al rischi di assalti dei briganti). Uno dei primi documenti, che attestano l’esistenza della chiesa di S.Jacopo, riguarda il presbitero Leopardo, che nel  1285, insieme ad altri due presbiteri, si appellarono al vescovo in veste di procuratori del clero e delle chiese della Garfagnana, per una tassa impostagli dalla Repubblica di Lucca. Durante la guerra fra Lucca e gli eredi di Castruccio, che coinvolse il castello di Gallicano, la chiesa  risultò violata e alla cacciata dei ribelli dovette essere riconsacrata nuovamente. La Pieve di Gallicano, nel Catalogo delle Decime della Diocesi di Lucca, del 1260, contava alle sue dipendenze 19 chiese, 3 Ospedali e 1 eremo
Chiese di: S.Andrea di Gallicano, SS.Jacopo e Cristoforo di Vallico Sotto, S.Michele di Vallico Sopra, S.Romano di Spuliziano. Chiese delle Monache e dei SS.Lorenzo e Stefano ambedue di Cascio, S.Pietro di Trassilico, S.Martino di Verni, S.Quirico di Vergemoli, S.Tommaso di Calomini, S.Sisto di Burchiano (Brucciano), SS.Alessandro e Margherita di Bolognana, S.Maria di Pianizza, S.Ginesio di Cardoso, S.Maria Assunta di Gioviano, S.Timoteo di Ciregnola, S.Michele di Mologno e S. Bartolomeo di Satriana.
Ospedali di: Ospedale di Gallicano, Ospedale di Gabbiate e Ospedale di Colle Arginaia
Eremo di: Balbona
La Pieve, stile romanico ad un’unica navata, al suo interno custodisce alcuni importanti arredi sacri, fra i quali, un crocefisso ligneo scuola lucchese XIV sec, una statua lignea “La Madonna con Bambino” XIV sec. e una pala in terracotta invetriata, scuola Robbiana, dei primi del XVI sec. raffigurante, due angeli che incoronano la Madonna col Bambino, fra i santi Giuseppe, Benedetto e Caterina d’Alessandria. Il campanile, è stato innalzato sopra una torre, su un lato sotto l’orologio, sono sempre presenti due feritoie, adibite alla difesa con la balestra e dalla parte opposta, troviamo un rilievo in terracotta, posto in ricordo di S.Leonardo da Porto Naurizio
Altre Foto  Altare centrale  Fonte Battesimale
Pieve di S.Maria Loppia (Barga)
A cura di Stefano Amaducci
La Pieve di S.Maria di LoppiaÈ da circa 950 anni che la pieve di Loppia è stata fondata, la sua storia comincia verso l’anno1000. In quel tempo si ebbero parecchi cambiamenti nel modo di vivere.Dopo secoli di guerre e distruzioni le popolazioni sentirono il bisogno di organizzare il proprio territorio e nacquero così i primi raggruppamenti sociali, politici e religiosi.Le terre della bassa Garfagnana abbondavano di corsi d’acqua ,che permettevano l’irrigazione dei campi strappati ai boschi di cui ricca questa zona che così, velocemente cominciò a popolarsi.Durante questo periodo regnava in questi luoghi la Contessa Matilde di Canossa la quale dette molta importanza all’edificazione di opere religiose (narra la leggenda che essa ambiva a divenire Papa e che per riuscirvi doveva costruire 100 Chiese riuscì ad edificarne 99). Tra queste, dentro le mura della fortezza di Loppia costruì la Chiesa che fu consacrata il 4 Febbraio del 1058.In questi anni, la Pieve cominciò la sua espansione, nel 1277 il Vescovo Paganello conferì questo feudo nelle mani di Guglielmo Guidone Bizzarri di Loppia. La Pieve crebbe sia di ricchezze che d’importanza tanto da essere considerata quasi come un Vescovato per le nostre zone e aveva soggette a sé 28 Chiese che erano : S.Comizio di Pedona ,S.Lucia.di Colle Bertingo , S.Martino di Ghivizzano, S.Martino di Coreglia, S.Stefano di Lucignana, S.Giusto di Tiglio, S.Andrea di Seggio, S.Silvestro di Ariana, Chiesa di Rocca Pettorita (oggi Pettori), S.Pietro di Lupinaia, S. Quirico di Castelvecchio, Spedale  del Ponte a Populo (oggi Perpoli) S.Maria di Treppignana , S.Michele di Albiano, S. Jacopo e Cristoforo  di Barga, S. Frediano di Sommocolonia, S. Regolo di Catagnana  ,S.Nicolao  di Calavorno, S.Silvestro di Vitiana, S.Martino di Bori ,S.Sisto dello stesso Pievanato, S.Jacopo di Gragno, S.Michele di guzano, S. Pantaleone, S.Simone , Spedali  di Calavorno  Monastero delle donne di Campo S. Pietro, Eremitorio  di Giuncheto. Poi le guerre e le contese che si succedettero nel medioevo, portarono alla decaduta della Pieve e alla devastazione della Chiesa, ma no alla distruzione completa. Da antichi scritti, siamo venuti a conoscenza che la Chiesa è rimasta diroccata e abbandonata per circa 68 anni, fino a che nel 1500 il territorio cominciò a ripopolarsi.Molte famiglie dai luoghi vicini vi s'insediarono come i Verzani da Verzano, Riani da Riana, Casci da Cascio. Fu comunque grazie ad Iacopo Manni, allora Pievano di Barga che partì l’idea di ricostruzione della Chiesa di Loppia. Riunì gli abitanti di Filecchio, Seggio, Pedona, Fornaci e Caterozzo e rivelò la sua ambizione di rifar rinascere dalle proprie rovine l’antico edificio sacro. La gente di codeste frazioni accettò e grazie al loro duro lavoro nel 1522 la Chiesa era già in buono stato e fù così consacrata sotto il titolo di Maria SS. Assunta. Nel 1621 le fù concesso di nuovo il fonte Battesimale, il 6 Dicembre del 1684 da Cardinale Spinola fù scissa assieme alla Chiesa S. Michele d, Aliano dalla Pieve di Barga. Siamo arrivati, così sino ai nostri giorni e la Pieve di Loppia raccoglie sotto di sé le Chiese delle frazioni di Filecchio, Pedona e le due Chiesine di Seggio ma soprattutto nonostante lo scorrere del tempo e i vari restaurì si può ancora ammirare così com’era negli anni del suo massimo splendore, l’antica bellezza della chiesa.
 Ora dopo aver riportato le tappe salienti della storia della sudetta pieve ,passiamo a descrivere come è costruita la chiesa. La facciata, è fatta ad alte arcate di Travertino e pietra Serena, la finestra sopra la porta è rettangolare ma è stata fatta in epoca più moderna. L’arco di mezzo, dove si trova la porta è più alta degli altri quattro archi che formano la facciata.  Al di sotto poi vi sono due altri archi e sotto a questi c’era una vasta porta che in seguito fu ristretta come ancora oggi è. Più in alto di queste arcate vi era un ornato fatto a guisa di piccolissime arcate senza colonna a base che in gran parte esiste ancora.Le colonne delle arcate sono tutte consumate dal tempo come si vedono usurate le altre pietre simili a queste. Nel dietro della chiesa, accanto alla cupola si vedano tre arcate con colonne di travertino messe tutte a disegno come quelle della facciata. Il campanile è alto quattro piani. Inizia con tre gradini messi a disegno. La cantonata attaccata alla chiesa fino al secondo piano sembra più antico del resto del muro. Ha due pertugi a volta con due colonnine in mezzo, il tutto in pietra comune. Dalla parte di Levante i muri della chiesa si vedano, sebbene ripresi in qua e la in tutta la loro antica struttura. Ritornando alla facciata presso la cantonata si vede una pietra in cui è scolpita l’iscrizione       
                                                                            VA :VA :ET
                                                                               OM :VA
Le lettere della prima riga si conoscono benissimo, ma quelle della seconda sono scrostate, tuttavia intelligibili da poterne dare l’interpretazione di: Vanitas vanitatum et omnia vanitas.Il formato dei caratteri non è antica ed è facile che alludesse alla decadenza della Pieve avvenuta nel 1422 e volessero dire che in questo mondo tutto è soggetto a finire pure le istituzioni più fiorenti e i monumenti più solidi. Entrando in chiesa osserviamo il battistero, esso è una pila di marmo ottagonale sorretta da un piedistallo e da una colonna pure ottagonale. A destra si può vedere un, altra pila del medesimo marmo (probabilmente del Pietrasantino) con piedistallo a grandi foglie.Vi è pure una terza pila antica di sasso comune. La chiesa è di forma a croce sullo stile delle antiche Basiliche a tre navate e sei archi.Tutte e tre le navate terminano alla crocera con tre bellissimi archi. L’altare maggiore è posto quattro gradini più in alto del coro.Dietro L’altare vi è una mezza cupola a guisa di nicchia, ove è dipinta l’Assunzione di Maria. Vi è poi una specie di dietro coro fatto a semicerchio che gira intorno alla mezza cupola, e vi si accede per mezzo di due porticciuole aperte ai lati dell’Altare. A destra e a sinistra dell’Altare maggiore, vi sono altri due Altari, e sei se ne contano nelle navate laterali. È degno di osservazione il Ciborio di legno dorato dell’Altare del SS.mo Sacramento,ricco e di bellissima fattura   
Altre Foto       Pieve  n°1 - n°2 - n°3             Facciata Pieve  n°1 - n°2            Particolare Facciata       
Lato abside  n°1 - n°2 - n°3              Campanile  n°1 - n°2               Lato sinistro Pieve               Lato destro Pieve
Pieve S.Giovanni (Pieve Fosciana)
La pieve di Fosciana, una delle più importanti dell’antica diocesi lucchese in Garfagnana, in origine era dedicata ai Santi Ippolito e Cassiano, ai quali, venne aggiunto verso il X sec. il titolo di San Giovanni Battista, che diverrà all’inizio del 1300 il suo nome definitivo (in un documento del 1276 è ancora chiamata “Sanctorum Johannis et Y Politi et Cassini de Fosciana”). La chiesa, viene menzionata per la prima volta, in una pergamena datata 764, “Ecclesia vestra baptismale Sancti Cassini” e nel 772  viene indicata come Basilica (basilica Santi Cassiani), toponomio che gli resterà fino al XII sec.
 La Pieve e lo stesso paese di Fosciana, fra l’VIII sec. e il XII sec. sono stati soggetti a variazioni toponomastiche, che hanno reso difficile l’interpretazione delle antiche pergamene, ben 28, tutte conservate nell’Archivio Arcivescovile di Lucca (alcuni storici parlano dell’esistenza di una prima chiesa cristiana, a partire dal IV secolo).
La chiesa di San Giovanni (costruita a tre navate), nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche, la struttura di oggi risale al XII sec., a eccezione forse del “Fonte Battesimale” a immersione, ben più antico, nel XVII secolo, vennero eseguite delle modifiche interne e nel XVIII sec. furono demoliti e ricostruiti il campanile 1722 e la facciata 1774.
Altre foto  Confessionale in pietra   Dipinto fonte Battesimale
Pieve di S.Piero in Campo (Montecarlo)

Pieve di S.Piero in Campo

La Pieve di S.Piero, venne fondata fra i due torrenti Pescia Minore e Pescia di Collodi intorno al IV secolo in una zona dove i romani avevano edificato ben due templi, il “Fanum Martis” presso il Castrum Veneri e il “Tempio degli dei Lari”
Il primo documento che ci attesti la sua esistenza, risale alla fine dell’Impero romano, in una pergamena del 485, il rettore della Pieve di S.Piero in Campo sulla Pescia Minore un certo Rachimondo diede in allivellamento dei beni in loco “Bona a Pianula” (alle Pianole), altre tracce della Pieve le ritroviamo in un documento dell’846 nel quale il rettore Rachinaldo allivellò dei beni ai fratelli Cristiano e Walperto e successivamente in una pergamena del 913 dove il Vescovo Pietro per convincere il prete Alchisi a rimanere lo pagò con venti soldi.
Nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca la Pieve aveva alle sue dipendenze quattro chiese e un Hospedale, “Ecclesia S.Marie de Castellare” – “Ecclesia S.Martini de Collodi” – “Ecclesia S.Bartholomei de Collodi” – “Eclesia S.Quirici de Vennere” – “Hospitale de Strada”, in seguito in una Bolla emanata da Papa Alessandro II a questo elenco troviamo aggiunte la chiesa “S.Michele” in Vivinaia, la chiesa “S.Marco” o  del “Crocefisso” al Cerruglio, la chiesa di “S.Maria” della Stradicciola (il Marginone) e la chiesa di Montechiari.
Nel 1314 il borgo di S.Piero in Campo venne distrutto e incendiato dal pisano Uguccione della Faggiola e per la Pieve rimasta poco danneggiata iniziò il suo periodo di declino, la costruzione del nuovo castello di Montecarlo (XIV secolo) voluta da Carlo IV, spinse le popolazioni dei piccoli centri vicini a trasferirsi all’interno di Montecarlo, ritenuto un luogo più sicuro e il 29 luglio del 1408 Papa Gregorio XII durante la sua permanenza a Lucca decise di trasferire i diritti e i privilegi della Pieve alla chiesa di S.Andrea di Montecarlo, facendo cadere la Pieve in un grave stato d’incuria che durerà fino al 1509, quando la famiglia Capponi restaurò la chiesa, ma l’antica Pieve troppo lontana dal borgo di Montecarlo, continuò a esser poco frequentata dai fedeli e nel 1890 verrà chiusa definitivamente al culto.
Altre informazioni e foto sono disponibili nella scheda da noi realizzata e pubblicata su www.castellitoscani.com
Altre foto      Pieve N°1 - N°2      Abside       Facciata N°1 - N°2       Portale N°1 - N°2 - N°3
Pieve di S.Paolo Vico Pancellorum (Bagni di Lucca)
La Pieve di S.Paolo di Vico Pancellorum, è una delle più antiche della Val di Lima, i molti restauri che ha subito nel corso dei secoli, rendono difficile stabilire con certezza la data della sua edificazione, analizzando alcune parti della struttura rimaste quasi inalterate possiamo ipotizzare  sia avvenuta intorno all’VIII secolo, comunque le prime notizie storiche documentate le troviamo all’interno di una pergamena dell’873 nella quale il presbitero Alpari figlio del fu Lucci, comunica al Vescovo Gherardo l’intenzione di versagli trentasei soldi per ogni anno che terrà la Pievania  “Plebem e S.Pauli in Vico Panuceulorum”, successivamente ritroviamo notizie della sua esistenza in un documento del 18 marzo 942 nel quale il Vescovo di Lucca Corrado ordinò nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo ubicata in “Ubi Dicitur Vico Panitialorum” il presbitero Lamperto figlio del fu Romano, lo stesso giorno, il prete Lamperto allivellò ai fratelli Pietro e Andrea figli della defunta Cristina, per un censo annuo di 42 denari d’argento, le decime della Pieve versate dagli uomini di “Vico Panitialorum”, “Limanum”, “Casule”, “Lacu e Lagovectio”.
Dopo il mille i documenti diventano più numerosi, per circa un secolo una serie di contratti di allivellamento racconteranno la storia di alcuni sacerdoti alternatisi alla sua guida.
Nell’estimo delle chiese della Diocesi di Lucca del 1260 la “Plebes de Vico Panceloro”, risulta avere alle sue dipendenze una cella eremitica “Cella Crucis Brandelliane”, le due chiese di Casoli, “Ecclesia S.Donati de Casore”, “Ecclesia S.Andree de Lacu” e la chiesa di Limano “Ecclesia S.Martini de Limano”.
Come tutte l’antiche Pievi, anche quella di Vico Pancellorum sorgeva fuori dal paese in un luogo facilmente raggiungibile, il ripido sentiero che la raggiungeva dal fondovalle, dopo aver raggiunto il castello del borgo, proseguiva lungo le pendici del Balzo nero verso l’Appennino valicandolo.
Tipica Pieve (o basilica) latino-lombardo, costruita quasi interamente in pietre di piccolo taglio, dispone di tre navate sorrette da otto colonne sovrastate da capitelli ornati con figure geometriche ed antropomorfe, il suo abside collocato ad oriente al suo interno ospita una grande statua lignea raffigurante S.Paolo e la sua navata destra dispone di uno stupendo tabernacolo marmoreo (XV secolo) attribuibile al Civitali, oltre a queste opere d’arte il suo interno è arricchito anche di un’acquasantiera del 1550 e di un organo del XVII secolo.
La porta d’ingresso della Pieve è sormontata da un architrave in pietra, che reca sopra scolpito un crocefisso (tipica iconografia del Volto Santo), un albero, una figura irriconoscibile, una grande scacchiera e una figura femminile sul trono, queste figure non sembrano collegate fra loro, anche se l’intero disegno sembrerebbe fare un richiamo al Nuovo Testamento, ipotesi che potrebbe essere avvallata solo con la decifrazione della figura irriconoscibile
Il suo campanile costruito successivamente alla Pieve (forse XI secolo), nel tratto iniziale fino alle prime bifore conserva la struttura originale in tutta la sua bellezza, la parte superiore in seguito al suo deterioramento, nel 1790 venne ricostruita in malo modo senza curarne i dettagli e lo stile della base.
Altre foto     Antico affresco          Lato esterno destro          Facciata           Fonti Battesimali  N°1 - N°2

 

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