Le Pievi romaniche
della provincia di Lucca
legate a S.Frediano
(Diocesi di Lucca e Pisa)
Pagina 1
S.Maria Assunta
(Diecimo)
S.Giorgio
(Brancoli)
S.Jacopo
(Gallicano
S.Maria
(Loppia)
S.Giovanni
(Pieve Fosciana)
S.Pietro
(S.Piero
in Campo)
S.Paolo
(Vico Pancellorum)
Pagina 2
S.Giovanni
(Arliano)
S.Pantaleone
(Pieve a Elici)
S.Gennaro
(San Gennaro)
S.Giovanni
(Pieve di Compito)
S.Paolo
(Pieve San Paolo)
Pievi romaniche della provincia di Lucca
(Diocesi di Lucca e Pisa)
Pagina 1
S.Martino
(Azzano)
SS.Pietro e Paolo
(Careggine)
SS.Quirico e Giuditta (Casabasciana)
S.Michele arcangelo
(Corsanico)
SS.Martino e Giovanni
Detta Pieve di
Flesso
(Montuolo)
SS.Giovanni e Maria
Detta di Massa
Pisana
(S.Maria del Giudice)
S.Pietro
(Valdottavo)
Pagina 2
S.Maria Assunta
(Marlia)
|
Pieve di S.Maria Assunta
Diecimo (Borgo a Mozzano)
|
La Pieve di Santa Maria Assunta di
Diecimo, inserita nel prestigioso elenco, delle “28 Pievi di San
Frediano” (il più grande e famoso Vescovo di Lucca, vissuto nel
VI secolo), nonostante sia una delle chiese, più antiche della
Valle del Serchio, viene citata per la prima volta, in un
documento del 919 (a differenza del borgo, nominato in una
pergamena del 761 e del 784), dove
il Vescovo di Lucca, Pietro, allivellò al prete Ghisalmari del
fu Aggiprando, le chiese di S.Quirico e di S.Giovanni di
Anchiano (non ne conosciamo le sorti), sottoposte alla Pieve di
Santa Maria e S.Gervasio di Diecimo,
questo
documento apre diverse discussioni, la prima, riguarda la data
della pergamena esaminata, la fondazione della chiesa, è molto
più antica, l’elenco delle 28 Pievi, venne stilato, alcuni
secoli dopo la morte di San Frediamo, ma questo non può mettere
in discussione la lista, in quanto l’autore in quel momento,
disponeva di molti documenti (oggi le pergamene antecedenti al
Mille, le contiamo sulla punta delle dita, di una mano) ed era
ha conoscenza, di molte notizie e tradizioni popolari tramandate
dagli anziani..
A questo primo
documento, ne seguì un altro del 979, non meno importante che
conferma la presenza di tre chiese nel borgo, in un periodo
compreso fra il VII e il X secolo, la prima intitolata a S.Maria
(la nostra Pieve), la seconda intitolata a San Martino in
Greppo, con un Ospedale annesso, già presente per quella data e
una terza intitolata a S.Gervasio e S.Protasio che risultava già
scomparsa, anzi distrutta, visto che nel documento, sarà
affittato il terreno sul quale sorgeva, importante informazione
da ricollegare al documento del 919, dove la chiesa battesimale
di Diecimo, per un breve periodo, ha proprio S.Gervasio come
contitolare, l’attribuzione del secondo titolo, ci rivela due
punti fondamentali, il primo: L’antica chiesa dei Santi Gervasio
e Protasio, ai primi del 900, era già abbandonata e sconsacrata,
la doppia consacrazione come sempre accadeva, non era altro che
un provvedimento di “emergenza”, per continuare un vecchio culto
che poteva essere mantenuto in vita, con l’attribuzione del
secondo titolo, oppure anche con la consacrazione di un semplice
altare, in una delle chiese (o oratori) presenti nel borgo, la
seconda indicazione che ricaviamo dal documento, è che la
parrocchiale di Diecimo è sempre stata Santa Maria, anche prima
di ricevere il Fonte Battesimale, la comunità non avrebbe mai
fatto decadere una chiesa parrocchiale.
Nel XII secolo,
la Pieve di Santa Maria, probabilmente sempre ad una navata,
venne ricostruita e ampliarla, trasformandola in una chiesa a
tre navate, dalla Contessa Matilde di Canossa, all’interno della
Pieve, è visibile ancora oggi il suo stile, gli archi che
sorreggono le navate, furono poggiati sopra delle colonne di
marmo, a strisce bianche e nere (architettura tipica delle
chiese Matildiane), la costruzione di una chiesa ampia e
sontuosa, si rese necessaria anche per le numerose comunità,
presenti nella Pievania, nel catalogo degli Estimi delle Decime
Diocesane, delle chiese lucchesi, del 1260, la Pieve di Santa
Maria, risulterà matrice di ben 20 chiese, appartenenti a 18
comunità, con un consistente numero di fedeli, l’elenco comprese
le chiese di:
S.Pietro di
Anchiano, SS.Simone e Giuda di Convalle, S.Michele di Corsagna,
S.Bartolomeo delle Cune, S.Donato di Domazzano, S.Lorenzo di
Domazzano, S.Michele di Fandagno, S.Cassiano di Gello, S.Ansano
di Motrone, S.Giusto di Motrone, S.Giusto di Partigliano,
S.Pietro di Pescaglia, S.Bartolomeo di Piegaio, SS.Giusto e Clemente di Puticiano, S.Stefano di Villa
Roggio, S.Michele di Castello di Roggio, S.Lorenzo di Serra,
S.Prospero di Tempagnano, S.Pietro di Valdottavo, SS.Simeone e Giuda
di Vetriano e l’Ospedale di S.Martino in Greppo.
La pieve di Santa Maria Assunta, è una
delle poche chiese che hanno mantenuto nei secoli, l’originale
impianto medievale, la facciata è impreziosita da un
architrave, un tralcio con
figure umane, attribuibile a Biduino XII sec., mentre il suo
interno è arricchito, da diverse opere d’arte, fra le quali, una
statua raffigurante il profeta
Isaia,
con inciso il motto “Egredietur Virga De Radice Iesse”, un
lastrone in pietra, dove è scolpito un cavaliere a cavallo,
chiamato comunemente “Il
Re Pipino”, armato di scudo e lancia, con la testa
che poggia sulla sella ( probabilmente, la pietra si spezzò
all’altezza del tronco e la testa venne rifatta alla meglio, nel
poco spazio disponibile), due leoni (
n1
–
n2) in pietra, appartenenti
forse a un ambone, poi disfatto nel corso dei secoli e
un’edicola degli oli santi, attribuibile alla bottega del
Civitali
Altre foto
Fonte battesimale
Edicola oli santi
Campanile
Sarcofago romano
Abside
Mura
esterne
|
Pieve di
S.Giorgio Brancoli
(Lucca)
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La
Pieve di S.Giorgio di Brancoli una delle più belle Pievi Romaniche
di Lucca, venne fondata probabilmente all’inizio dell’VIII secolo,
(una leggenda locale la vorrebbe fra le 28 chiese fondate dal
Vescovo Frediano), le prime notizie di quest’antica chiesa, che
ancora oggi ha ben conservato il suo aspetto medievale, le troviamo
all’interno di un documento del 767, nel quale un certo “Fridulo da
Brancalo” vendeva un pezzo di vigneto, per due soldi d’oro al suo
Rettore “Deusdede”, prima del Mille la Pieve era una semplice chiesa
(intitolata ai Santi Giovanni e Giorgio) e come le altre della
Brancoleria appartenne alla Pieve di S.Maria di Sesto, poi intorno
al X secolo insieme ad altre chiese vicine, passò sotto il controllo
del Vescovo di Lucca e da allora vide accrescere di anno in anno la
sua popolarità, fino ad essere elevata a Pieve, in un documento
dell’8 ottobre 1093 appare già citata come Pieve dei Santi Giovanni
Battista e S.Giorgio di Brancoli.
L’attuale fabbrica, è il risultato di un importante riedificazione
avvenuta intorno all’XI secolo, voluta dal Vescovo Anselmo da Baggio
(poi Papa Alessandro II) e secondo una “diceria” locale dalla
Contessa Matilde (che in molti oggi la vedono raffigurata nella
faccia della giovane
figura scolpita sul lato frontale
della
cassa del pulpito), costruita a tre
navate in pietre squadrate di marmo proveniente dalle montagne
limitrofe, la Pieve di S.Giorgio venne abbellita fin dall’inizio con
preziose decorazioni, dai capitelli (
N°1 -
N°2 ) delle colonne che sorreggono
le arcate a tutto sesto, al pulpito, l’interno della chiesa è una
miniera di opere d’arti, la più antica una acquasantiera decorata
con tre teste scolpite sui suoi tre lati, una delle quali era simile
alla testa scolpita in un capitello, che oggi è incastonato nel muro
della canonica (uno dei pochi frammenti rimasti della prima
fabbrica), appartenente alla prima chiesa e firmata dal suo scultore
“RAITUS ME FECIT”, purtroppo venne trafugata alcuni or sono.
L’ambone (il pulpito) del XII
secolo, forse è la più spettacolare opera d’arte presente nella
Pieve, la sua cassa sorretta da quattro colonne, due delle quali
poggiano su due leoni (uno
lotta con un drago, mentre
l’altro viene pugnalato da
un soldato), caratteristica riscontrabile in altri amboni (come nel
Duomo di Barga.....), sul lato frontale oltre alla figura di un
angelo senza ali, che stringe fra le mani un libro di preghiere (i
Vangeli?), sono collocati due leggii sorretti da un’aquila
e da due
figure (una grande e una piccola)
rannicchiate una sopra l’altra, fra i capolavori posti all’interno
della chiesa sono da segnalare anche il Fonte Battesimale, una
vasca
ottagonale tutta decorata,
l’affresco
dell’Annunciazione (XIV secolo) e una splendida
terracotta
invetriata raffigurante
S.Giorgio realizzata da Luca della Robbia (fine XV secolo).
All’esterno della Pieve incuriosisce una strana figura scolpita
nell’architrave, secondo una tradizione popolare rappresenterebbe la
figura di
“Brancolo”, mentre alcuni esperti
d’arte medievale in questa strana figura, hanno identificato una
riproduzione rozza del Demonio, di fianco alla porta d’ingresso si
innalza il
campanile, tipica torre medievale a
quattro piani di stile lombardo, che nel corso dei secoli ha subito
diverse ristrutturazioni, mantenendo nella parte inferiore il
basamento della primitiva chiesa
|
Altre foto
Pulpito
Fonte Battesimale
Campanile
Edicola
Esterno chiesa
N°1 -
N°2 -
N°3
|
Pieve di S.Jacopo
(Gallicano)
|
La Pieve di S.Jacopo, venne
edificata fra le mura del castello, intorno al XV sec. per
sostituire la vecchia Pieve, antecedente al X sec dei Santi Cassiano e
Giovanni Battista, ubicata a circa mezzo miglio fuori dalle difese del
borgo (posizione che esponeva i pellegrini al rischi di assalti dei
briganti). Uno dei primi documenti, che attestano l’esistenza della
chiesa di S.Jacopo, riguarda il presbitero Leopardo, che nel 1285,
insieme ad altri due presbiteri, si appellarono al vescovo in veste di
procuratori del clero e delle chiese della Garfagnana, per una tassa
impostagli dalla Repubblica di Lucca. Durante la guerra fra Lucca e gli
eredi di Castruccio, che coinvolse il castello di Gallicano, la chiesa
risultò violata e alla cacciata dei ribelli dovette essere riconsacrata
nuovamente. La Pieve di Gallicano, nel Catalogo delle Decime della
Diocesi di Lucca, del 1260, contava alle sue dipendenze 19 chiese, 3
Ospedali e 1 eremo
Chiese di: S.Andrea di Gallicano,
SS.Jacopo e Cristoforo di Vallico Sotto, S.Michele di Vallico Sopra,
S.Romano di Spuliziano.
Chiese delle Monache e dei
SS.Lorenzo e Stefano ambedue di Cascio, S.Pietro di Trassilico,
S.Martino di Verni, S.Quirico di Vergemoli, S.Tommaso di Calomini,
S.Sisto di Burchiano (Brucciano), SS.Alessandro e Margherita di
Bolognana, S.Maria di Pianizza, S.Ginesio di Cardoso, S.Maria Assunta di
Gioviano, S.Timoteo di Ciregnola, S.Michele di Mologno e S. Bartolomeo
di Satriana.
Ospedali di:
Ospedale di Gallicano, Ospedale di Gabbiate e Ospedale di Colle Arginaia
Eremo di: Balbona
La Pieve, stile romanico ad un’unica navata, al suo
interno custodisce alcuni importanti arredi sacri, fra i quali, un
crocefisso ligneo scuola lucchese XIV sec, una statua lignea “La Madonna
con Bambino” XIV sec. e una
pala
in terracotta invetriata, scuola Robbiana, dei primi del XVI sec. raffigurante, due angeli che incoronano
la Madonna col Bambino, fra i santi Giuseppe, Benedetto e Caterina
d’Alessandria. Il
campanile, è stato innalzato sopra una torre, su un
lato sotto l’orologio, sono sempre presenti due
feritoie, adibite alla
difesa con la balestra e dalla parte opposta, troviamo un rilievo in
terracotta, posto in ricordo di
S.Leonardo da Porto Naurizio
Altre
Foto
Altare centrale Fonte
Battesimale |
Pieve di S.Maria
Loppia (Barga)
A cura di Stefano Amaducci
|
È
da circa 950 anni che la pieve di Loppia è stata fondata, la sua
storia comincia verso l’anno1000. In quel tempo si ebbero parecchi
cambiamenti nel modo di vivere.Dopo secoli di guerre e distruzioni
le popolazioni sentirono il bisogno di organizzare il proprio
territorio e nacquero così i primi raggruppamenti sociali, politici
e religiosi.Le terre della bassa Garfagnana abbondavano di corsi
d’acqua ,che permettevano l’irrigazione dei campi strappati ai
boschi di cui ricca questa zona che così, velocemente cominciò a
popolarsi.Durante questo periodo regnava in questi luoghi la
Contessa Matilde di Canossa la quale dette molta importanza
all’edificazione di opere religiose (narra la leggenda che essa
ambiva a divenire Papa e che per riuscirvi doveva costruire 100
Chiese riuscì ad edificarne 99). Tra queste, dentro le mura della
fortezza di Loppia costruì la Chiesa che fu consacrata il 4 Febbraio
del 1058.In questi anni, la Pieve cominciò la sua espansione, nel
1277 il Vescovo Paganello conferì questo feudo nelle mani di
Guglielmo Guidone Bizzarri di Loppia. La Pieve crebbe sia di
ricchezze che d’importanza tanto da essere considerata quasi come un
Vescovato per le nostre zone e aveva soggette a sé 28 Chiese che
erano : S.Comizio di Pedona ,S.Lucia.di Colle Bertingo , S.Martino
di Ghivizzano, S.Martino di Coreglia, S.Stefano di Lucignana,
S.Giusto di Tiglio, S.Andrea di Seggio, S.Silvestro di Ariana,
Chiesa di Rocca Pettorita (oggi Pettori), S.Pietro di Lupinaia, S.
Quirico di Castelvecchio, Spedale del Ponte a Populo (oggi
Perpoli) S.Maria di Treppignana , S.Michele di Albiano, S. Jacopo e
Cristoforo di Barga, S. Frediano di Sommocolonia, S. Regolo di
Catagnana ,S.Nicolao di Calavorno, S.Silvestro di
Vitiana, S.Martino di Bori ,S.Sisto dello stesso Pievanato, S.Jacopo
di Gragno, S.Michele di guzano, S. Pantaleone, S.Simone , Spedali
di Calavorno Monastero delle donne di Campo S. Pietro,
Eremitorio di Giuncheto. Poi le guerre e le contese che si
succedettero nel medioevo, portarono alla decaduta della Pieve e
alla devastazione della Chiesa, ma no alla distruzione completa. Da
antichi scritti, siamo venuti a conoscenza che la Chiesa è rimasta
diroccata e abbandonata per circa 68 anni, fino a che nel 1500 il
territorio cominciò a ripopolarsi.Molte famiglie dai luoghi vicini
vi s'insediarono come i Verzani da Verzano, Riani da Riana, Casci da
Cascio. Fu comunque grazie ad Iacopo Manni, allora Pievano di Barga
che partì l’idea di ricostruzione della Chiesa di Loppia. Riunì gli
abitanti di Filecchio, Seggio, Pedona, Fornaci e Caterozzo e rivelò
la sua ambizione di rifar rinascere dalle proprie rovine l’antico
edificio sacro. La gente di codeste frazioni accettò e grazie al
loro duro lavoro nel 1522 la Chiesa era già in buono stato e fù così
consacrata sotto il titolo di Maria SS. Assunta. Nel 1621 le fù
concesso di nuovo il fonte Battesimale, il 6 Dicembre del 1684 da
Cardinale Spinola fù scissa assieme alla Chiesa S. Michele d, Aliano
dalla Pieve di Barga. Siamo arrivati, così sino ai nostri giorni e
la Pieve di Loppia raccoglie sotto di sé le Chiese delle frazioni di
Filecchio, Pedona e le due Chiesine di Seggio ma soprattutto
nonostante lo scorrere del tempo e i vari restaurì si può ancora
ammirare così com’era negli anni del suo massimo splendore, l’antica
bellezza della chiesa.
Ora
dopo aver riportato le tappe salienti della storia della sudetta
pieve ,passiamo a descrivere come è costruita la chiesa. La
facciata, è fatta ad alte arcate di Travertino e pietra Serena, la
finestra sopra la porta è rettangolare ma è stata fatta in epoca più
moderna. L’arco di mezzo, dove si trova la porta è più alta degli
altri quattro archi che formano la facciata. Al di sotto poi
vi sono due altri archi e sotto a questi c’era una vasta porta che
in seguito fu ristretta come ancora oggi è. Più in alto di queste
arcate vi era un ornato fatto a guisa di piccolissime arcate senza
colonna a base che in gran parte esiste ancora.Le colonne delle
arcate sono tutte consumate dal tempo come si vedono usurate le
altre pietre simili a queste. Nel dietro della chiesa, accanto alla
cupola si vedano tre arcate con colonne di travertino messe tutte a
disegno come quelle della facciata. Il campanile è alto quattro
piani. Inizia con tre gradini messi a disegno. La cantonata
attaccata alla chiesa fino al secondo piano sembra più antico del
resto del muro. Ha due pertugi a volta con due colonnine in mezzo,
il tutto in pietra comune. Dalla parte di Levante i muri della
chiesa si vedano, sebbene ripresi in qua e la in tutta la loro
antica struttura. Ritornando alla facciata presso la cantonata si
vede una pietra in cui è scolpita l’iscrizione
VA :VA :ET
OM :VA
Le
lettere della prima riga si conoscono benissimo, ma quelle della
seconda sono scrostate, tuttavia intelligibili da poterne dare
l’interpretazione di: Vanitas vanitatum et omnia vanitas.Il formato
dei caratteri non è antica ed è facile che alludesse alla decadenza
della Pieve avvenuta nel 1422 e volessero dire che in questo mondo
tutto è soggetto a finire pure le istituzioni più fiorenti e i
monumenti più solidi. Entrando in chiesa osserviamo il battistero,
esso è una pila di marmo ottagonale sorretta da un piedistallo e da
una colonna pure ottagonale. A destra si può vedere un, altra pila
del medesimo marmo (probabilmente del Pietrasantino) con piedistallo
a grandi foglie.Vi è pure una terza pila antica di sasso comune. La
chiesa è di forma a croce sullo stile delle antiche Basiliche a tre
navate e sei archi.Tutte e tre le navate terminano alla crocera con
tre bellissimi archi. L’altare maggiore è posto quattro gradini più
in alto del coro.Dietro L’altare vi è una mezza cupola a guisa di
nicchia, ove è dipinta l’Assunzione di Maria. Vi è poi una specie di
dietro coro fatto a semicerchio che gira intorno alla mezza cupola,
e vi si accede per mezzo di due porticciuole aperte ai lati
dell’Altare. A destra e a sinistra dell’Altare maggiore, vi sono
altri due Altari, e sei se ne contano nelle navate laterali. È degno
di osservazione il Ciborio di legno dorato dell’Altare del SS.mo
Sacramento,ricco e di bellissima fattura
|
Altre Foto Pieve
n°1
-
n°2 -
n°3 Facciata Pieve
n°1 -
n°2
Particolare
Facciata
Lato abside
n°1 -
n°2 -
n°3 Campanile
n°1 -
n°2
Lato
sinistro Pieve
Lato destro Pieve
|
Pieve
S.Giovanni
(Pieve Fosciana)
|
La
pieve di Fosciana, una delle più importanti dell’antica diocesi
lucchese in Garfagnana, in origine era dedicata ai Santi
Ippolito e Cassiano, ai quali, venne aggiunto verso il X sec. il
titolo di San Giovanni Battista, che diverrà all’inizio del 1300
il suo nome definitivo (in un documento del 1276 è ancora
chiamata “Sanctorum Johannis et Y Politi et Cassini de Fosciana”).
La chiesa, viene menzionata per la prima volta, in una pergamena
datata 764, “Ecclesia vestra baptismale Sancti Cassini” e nel
772 viene indicata come Basilica (basilica Santi Cassiani),
toponomio che gli resterà fino al XII sec.
La Pieve e lo stesso paese di Fosciana, fra l’VIII sec. e il
XII sec. sono stati soggetti a variazioni toponomastiche, che
hanno reso difficile l’interpretazione delle antiche pergamene,
ben 28, tutte conservate nell’Archivio Arcivescovile di Lucca
(alcuni storici parlano dell’esistenza di una prima chiesa
cristiana, a partire dal IV secolo).
La
chiesa di San Giovanni (costruita a tre navate), nel corso dei
secoli ha subito diverse modifiche, la struttura di oggi risale
al XII sec., a eccezione forse del “Fonte Battesimale” a
immersione, ben più antico, nel XVII secolo, vennero eseguite
delle modifiche interne e nel XVIII sec. furono demoliti e
ricostruiti il
campanile 1722 e la facciata 1774.
Altre foto
Confessionale in pietra
Dipinto fonte Battesimale
Pieve di
S.Piero in Campo
(Montecarlo)
|
La
Pieve di S.Piero, venne fondata fra i
due torrenti Pescia Minore e Pescia di Collodi intorno al IV secolo
in una zona dove i romani avevano edificato ben due templi, il
“Fanum Martis” presso il Castrum Veneri e il “Tempio degli dei Lari”
Il
primo documento che ci attesti la sua esistenza, risale alla fine
dell’Impero romano, in una pergamena del 485, il rettore della Pieve
di S.Piero in Campo sulla Pescia Minore un certo Rachimondo diede in
allivellamento dei beni in loco “Bona a Pianula” (alle Pianole),
altre tracce della Pieve le ritroviamo in un documento dell’846 nel
quale il rettore Rachinaldo allivellò dei beni ai fratelli Cristiano
e Walperto e successivamente in una pergamena del 913 dove il
Vescovo Pietro per convincere il prete Alchisi a rimanere lo pagò
con venti soldi.
Nel
Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca la Pieve aveva alle sue
dipendenze quattro chiese e un Hospedale, “Ecclesia S.Marie de
Castellare” – “Ecclesia S.Martini de Collodi” – “Ecclesia
S.Bartholomei de Collodi” – “Eclesia S.Quirici de Vennere” –
“Hospitale de Strada”, in seguito in una Bolla emanata da Papa
Alessandro II a questo elenco troviamo aggiunte la chiesa
“S.Michele” in Vivinaia, la chiesa “S.Marco” o del “Crocefisso” al
Cerruglio, la chiesa di “S.Maria” della Stradicciola (il Marginone)
e la chiesa di Montechiari.
Nel
1314 il borgo di S.Piero in Campo venne distrutto e incendiato dal
pisano Uguccione della Faggiola e per la Pieve rimasta poco
danneggiata iniziò il suo periodo di declino, la costruzione del
nuovo castello di Montecarlo (XIV secolo) voluta da Carlo IV, spinse
le popolazioni dei piccoli centri vicini a trasferirsi all’interno
di Montecarlo, ritenuto un luogo più sicuro e il 29 luglio del 1408
Papa Gregorio XII durante la sua permanenza a Lucca decise di
trasferire i diritti e i privilegi della Pieve alla chiesa di
S.Andrea di Montecarlo, facendo cadere la Pieve in un grave stato
d’incuria che durerà fino al 1509, quando la famiglia Capponi
restaurò la chiesa, ma l’antica Pieve troppo lontana dal borgo di
Montecarlo, continuò a esser poco frequentata dai fedeli e nel 1890
verrà chiusa definitivamente al culto.
Altre
informazioni e foto sono disponibili nella
scheda
da noi realizzata e pubblicata su
www.castellitoscani.com
Altre foto Pieve
N°1 -
N°2
Abside
Facciata
N°1 -
N°2
Portale
N°1 -
N°2 -
N°3 |
Pieve di S.Paolo
Vico Pancellorum (Bagni di
Lucca) |
La
Pieve di S.Paolo di Vico Pancellorum, è una delle più antiche della
Val di Lima, i molti restauri che ha subito nel corso dei secoli,
rendono difficile stabilire con certezza la data della sua
edificazione, analizzando alcune parti della struttura rimaste quasi
inalterate possiamo ipotizzare sia avvenuta intorno all’VIII
secolo, comunque le prime notizie storiche documentate le troviamo
all’interno di una pergamena dell’873 nella quale il presbitero
Alpari figlio del fu Lucci, comunica al Vescovo Gherardo
l’intenzione di versagli trentasei soldi per ogni anno che terrà la
Pievania “Plebem e S.Pauli in Vico Panuceulorum”, successivamente
ritroviamo notizie della sua esistenza in un documento del 18 marzo
942 nel quale il Vescovo di Lucca Corrado ordinò nella chiesa dei
Santi Giovanni e Paolo ubicata in “Ubi Dicitur Vico Panitialorum” il
presbitero Lamperto figlio del fu Romano, lo stesso giorno, il prete
Lamperto allivellò ai fratelli Pietro e Andrea figli della defunta
Cristina, per un censo annuo di 42 denari d’argento, le decime della
Pieve versate dagli uomini di “Vico Panitialorum”, “Limanum”,
“Casule”, “Lacu e Lagovectio”.
Dopo
il mille i documenti diventano più numerosi, per circa un secolo una
serie di contratti di allivellamento racconteranno la storia di
alcuni sacerdoti alternatisi alla sua guida.
Nell’estimo delle chiese della Diocesi di Lucca del 1260 la “Plebes
de Vico Panceloro”, risulta avere alle sue dipendenze una cella
eremitica “Cella Crucis Brandelliane”, le due chiese di Casoli,
“Ecclesia S.Donati de Casore”, “Ecclesia S.Andree de Lacu” e la
chiesa di Limano “Ecclesia S.Martini de Limano”.
Come
tutte l’antiche Pievi, anche quella di Vico Pancellorum sorgeva
fuori dal paese in un luogo facilmente raggiungibile, il ripido
sentiero che la raggiungeva dal fondovalle, dopo aver raggiunto il
castello del borgo, proseguiva lungo le pendici del Balzo nero verso
l’Appennino valicandolo.
Tipica
Pieve (o basilica) latino-lombardo, costruita quasi interamente in
pietre di piccolo taglio, dispone di tre
navate sorrette da otto
colonne sovrastate da
capitelli
ornati con figure geometriche ed antropomorfe, il suo
abside collocato ad oriente al suo interno ospita una grande statua
lignea raffigurante S.Paolo e la sua navata destra dispone di uno
stupendo
tabernacolo marmoreo (XV secolo) attribuibile al Civitali, oltre
a queste opere d’arte il suo interno è arricchito anche di un’acquasantiera
del 1550 e di un organo del XVII secolo.
La
porta d’ingresso della Pieve è sormontata da un
architrave in pietra, che reca
sopra scolpito un crocefisso (tipica iconografia del Volto Santo),
un albero, una figura irriconoscibile, una grande scacchiera e una
figura femminile sul trono, queste figure non sembrano collegate fra
loro, anche se l’intero disegno sembrerebbe fare un richiamo al
Nuovo Testamento, ipotesi che potrebbe essere avvallata solo con la
decifrazione della figura irriconoscibile
Il suo
campanile costruito successivamente alla Pieve (forse XI
secolo), nel tratto iniziale fino alle prime bifore conserva la
struttura originale in tutta la sua bellezza, la parte superiore in
seguito al suo deterioramento, nel 1790 venne ricostruita in malo
modo senza curarne i dettagli e lo stile della base.
|
Altre
foto
Antico affresco
Lato esterno destro
Facciata
Fonti Battesimali
N°1 -
N°2
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