S.Anna
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La
Contrada di S.Anna, rispetto ad altre contrade di Lucca, prese
vita in epoca medievale, prima del Mille, le poche case
esistenti in quel luogo detto “Piagule”, dove scorreva uno dei
molti rami del fiume Serchio, inizialmente erano raggruppate
nella contrada di S.Donato, in seguito ad alcune bonifiche
effettuate in quel periodo, il corso del fiume venne poi
confluito nell’attuale alveo, molto più distante dalla città,
permettendo così ai lucchesi di aumentare gli insediamenti,
occupando i nuovi spazi che si andarono a creare.
Le
nuove terre delle “Plageis”, in un documento del 1286 risultano
appartenere una parte ai cittadini e una parte alla Diocesi di
Lucca, la chiesa del borgo verrà citata solo dal XIV secolo,
anche se alcuni storici considerano l’antica chiesa di S.Maria
del Corso, citata in una pergamena del 722 la prima chiesa della
contrada.
Dopo la morte di Castruccio Castracane la contrada subì diverse
devastazione ad opera dei mercenari teutonici del duca di
Brunswick, asserragliati in quel periodo nella fortezza del
Cerruglio (Montecarlo), nel 1331 Giovanni di Boemia riportò a
Lucca, la legalità e la libertà, interrompendo quelle sanguinose
scorrerie, che purtroppo ripresero nei secoli successisi, ogni
qual volta pisani e Fiorentini riuscirono a portarsi sotto le
mura della città.
Nel 1332, iniziamo ad avere le prime notizie della chiesa di
S.Anna delle Piagge, appartenente alla Pievania di Montuolo,
questo primo oratorio costruito nei pressi del fiume Serchio e
di conseguenza soggetto ad inondazioni, nel 1448 venne
sostituito da una nuova chiesa costruita dove sorge l’attuale
fabbrica (realizzata sulle rovine della precedente fra il 1930 e
il 1932), che riceverà il Fonte Battesimale solo nel 1683.
Nel 1910, per favorire l’accesso alla via Sarzanese e il
percorso cittadino della nuova tramvia che attraversando S.Anna
collegò Lucca con Maggiano, venne aperta nelle mura urbane, una
nuova porta che prese il nome della Contrada di S.Anna, ormai
inglobata nella città.
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S.Donato
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La
borgata di S.Donato, iniziò a formarsi nei pressi della porta
S.Donato, una delle quattro porte romane della città (quella di
ponente), il centro urbano di questa contrada collocata di fuori
dalle mura romane, ruotò intorno alle due chiese di S.Maria
Ursimanni e S.Donato, quest’ultima già citata in una carta del
760, ma sicuramente molto più antica.
Dopo il mille, con il dilagare delle guerre comunali, il borgo
sempre al di fuori delle nuove mura medievali della città ( XI –
XII secolo), rimase esposto più di una volta alle scorrerie
nemiche, soprattutto all’incursioni delle soldatesche pisane,
come avvenne nel XIII secolo, quando queste ultime
saccheggiarono e rasero al suolo la chiesa di S.Maria.
Nel 1513, il governo lucchese per ragioni strategiche legate
alla difesa della città, decise di abbattere la chiesa di
S.Donato e il suo borgo, realizzando davanti a porta S.Donato
una vasta area (circa mezzo miglio) pianeggiante e priva di
possibili ripari, che le truppe fiorentine avrebbero potuto
sfruttare a loro vantaggio, nell’eventualità di un loro assedio,
azione militare che in quel periodo i lucchesi temevano molto,
così nel 1518 la parrocchia di S.Donato venne unita a quella di
S.Paolino, nel 1648 la chiesa venne ricostruita in un luogo
diverso, ma anche questa volta fuori dalle nuova cinta muraria
della città (XVII secolo), che inclusero al suo interno la
vecchia porta medievale (ricostruita nel 1591) e una parte del
terreno occupato dall’antico borgo.
Nel 1848 la nuova chiesa di S.Donato, verrà separata dalla
comunità di S.Paolino, riappropriandosi cosi del suo vecchio
privilegio di chiesa parrocchiale, da allora il quartiere di
S.Donato riprenderà vitalità, fino a diventare un quartiere
residenziale della Lucca moderna.
Altre foto
Porta S.Donato
N°1 -
N°2
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S.Lorenzo a Vaccoli
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Il
borgo di S.Lorenzo a Vaccoli, fondato in epoca imprecisata,
lungo la via che ancora oggi collega le città di Pisa e di
Lucca, prese il nome dal santo della sua chiesa e dai suoi
nobili i “ Vaccolesi”, che per molti secoli amministrarono la
regione, le prime notizie di questo casato, le troviamo in un
documento del 905, nel quale Fraolmo dei Vaccolesi (discendente
di Teudimundo capostipide delle più famose casate nobili
longobarde della lucchesia) ottenne in allivellamento dal
Vescovo di Lucca quella Terra, che i suoi discendenti
asseragliati nel loro castello, costruito sul monte Castrozzo
difesero dalle insidie lucchesi fino al 1088, anno in cui le
truppe lucchesi lo assaltarono radendolo al suolo, con la
distruzione del castello, possiamo considerare finita
l’indipendenza di quella Terra, il Comune di Lucca dalla fine
del Marchesato di Matilde di Canossa, cercherà sempre di tenere
sotto il suo controllo tutte le Terre intorno alla città,
soprattutto quelle poste sul confine con l’eterna rivale Pisa,
che più di una volta si troveranno invischiate nelle loro
guerre, pagando forse il tributo più alto.
La
chiesa di S.Lorenzo a Vaccoli, citata per la prima volta in un
documento del 719, fu ricostruita una prima volta nel XII secolo
(e forse consacrata da papa Eugenio III), poi più volte
riparata, fino a giungere al XVI secolo, quando con una nuova
ricostruzione fu trasformata a tre navate
Altre foto:
Chiesa
Campanile
N°1 -
N°2
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L'antica Terra
di S.Macario |
La comunità,
dell’antica Terra di San Macario, iniziò a raggrupparsi, intorno
ad una piccola chiesa, poi plebana, intitolata a San Macario che
nei primi decenni dell’VIII secolo, venne fondata, nell’ultimo
tratto collinare della via Francigena, compreso, fra il borgo di
Piazzano e Lucca, questa comunità, nel corso dei secoli, si
sviluppò ulteriormente, anche lungo il fondovalle, formando così
due borgate che con l’edificazione, in basso, di un’altra chiesa
(S.Jacopo Apostolo), col tempo si separeranno, formando le due
moderne frazioni, di San Macario in Monte, il nucleo più antico
e sede della Pieve e di San Macario in Piano, la borgata più
recente e oggi, anche la principale che nel corso degli anni, ha
visto incrementare notevolmente il suo sviluppo urbano e
sociale, grazie anche alla via Sarzanese (Lucca Viareggio) che
la sfiora.
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S.Macario in Monte |
L’esistenza
di San Macario in Monte, fin dal primo giorno, fu legata alla
presenza nel luogo, della sua chiesa, fondata nell’VIII secolo, dal
nobile longobardo, Conte Petrifunso che solo successivamente,
otterrà il beneficio del Fonte Battesimale (892), con l’istituzione
della Pievania, la Terra di San Macario, iniziò il suo sviluppo
sociale, intorno alla Pieve, sorsero dei casolari, sparsi per la
collina, dediti principalmente, alla coltivazione delle viti e
dell’olivi, formando così una piccola borgata sparsa che ancora
oggi, mantiene questa caratteristica. |
S.Macario in Piano
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Il
borgo di S.Macario in Piano, prese origine dall’antico Ospedale
di Colle Beltradi (toponomio che successivamente si evolverà in
Beltraduli - Bertrarii - Beltraimi - Bertario e infine Beltraie),
uno dei pochi ricoveri a disposizione dei pellegrini, che da
Camaiore percorrendo la via Romea giungevano a Lucca, il piccolo
Ospedale con annessa una chiesa intitolata a S.Jacopo “S.Jacopi
de Colle Bertrarii”, che una tradizione locale vuole siano stati
fondati dalla Contessa Matilde di Canossa sul finire del Mille,
vengono citati per la prima volta in un documento datato 1103,
nel quale viene nominato il rettore della chiesa, un certo
Pietro, all’inizio della sua storia l’Ospedale grazie a numerosi
lasciti attraversò un periodo florido, che ne accrebbe
l’importanza, col passare degli anni nei pressi della chiesa
iniziarono a raggrupparsi alcune case, dalle quali prenderà vita
la parrocchia di S.Jacopo de Bertario, citata nel catalogo degli
Estimi della diocesi di Lucca del 1260 come “Ecclesia”
sottoposta alla Pieve di S.Macario in Monte.
Sul finire del XV secolo, per la chiesa caduta in miseria,
iniziò un tormentato periodo, ormai priva di un rettore, fu
assegnata all’Università dei Cappellani Benefiziati del Duomo
(1496), che per sopperire alla mancanza del rettore, per alcuni
secoli la unirono a diverse parrocchie del circondario, S.Angelo
in Campo, Nave, Ponte S.Pietro e Formentale, situazione fin
dall’inizio mal digerita dalla popolazione del piccolo borgo,
che nonostante le varie epidemie di peste, riuscì sempre a tener
vivo il paese, nel XVIII secolo, il borgo con il suo crescente
sviluppo edilizio e il conseguente aumento di popolazione iniziò
il suo cammino verso l’era moderna, la chiesa di S.Jacopo che
dal 1774 verrà chiamata di S.Jacopetto, risulterà sempre più
piccola per le esigenze della sua comunità, che inizierà a
chiedere sempre con più insistenza una nuova chiesa
parrocchiale, le loro richieste saranno esaudite solo grazie
all’intercessione della duchessa Maria Luisa l’Infanta di
Spagna, nel 1834 verrà consacrata la nuova chiesa e nel 1899 la
comunità riuscirà ad ottenere la separazione dalla chiesa di
S.Macario in Monte, il 28 febbraio, durante una visita pastorale
il Vescovo di Lucca la dichiarò chiesa parrocchiale, con la
costruzione della nuova chiesa, l’antico Ospedale di Colle
Beltradi scomparve definitivamente, la piccola chiesa venne
venduta e trasformata in abitazione civile, l’istituzione della
parrocchia spinse la popolazione a chiedere anche il
riconoscimento civico del borgo, che avverrà con un Decreto
Regio firmato da Re Vittorio Emanuele III il 29 ottobre 1908.
La
Duchessa Maria Luisa al termine della costruzione della nuova
chiesa, riuscì ad ottenere il permesso di custodire al suo
interno le sacre spoglie di S.Fortunola (martire romana) a cui
era molto devota. |
S.Michele in Escheto
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Il
borgo di S.Michele in Escheto, prese vita intorno all’omonima
chiesa, che i Nobili di Vaccoli fondarono prima del Mille, in
una pergamena del 973 la villa di “Scleto”, risulta già pagare
le decime alla Pieve dei SS.Cristina e Giovanni battista,
conosciuta anche come Pieve di Massa Pisana.
Nel 1122 l’antica chiesa di S.Michele in Escheto, venne
ricostruita e riconsacrata dal Vescovo Benedetto (29 settembre),
sull’architrave di una porta presente sul lato sinistro, che
successivamente fu chiusa, ancora oggi è leggibile
l’epigrafe
commemorativa dell’evento.
Con lo scoppio delle guerre comunali fra Lucca e Pisa, la chiesa
subì molti danneggiamenti e necessitò più di un intervento di
ristrutturazione, nel 1313 le soldatesche pisane di Uguccione
della Faggiola, per vendicare l’abbattimento della torre di
Cascina, punirono i lucchesi distruggendo la torre-campanaria
della chiesa di S.Michele in Escheto e un certo Isbrigato da
Peccioli, appartenente alle milizie pisane, su una pietra delle
mura esterne della chiesa, scolpì per i posteri, a mò di sfida,
un’epigrafe in ricordo dell’accaduto. |
S.Pietro a Vico
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S.Pietro
a Vico, prese vita in epoca romana, numerose sono le tracce (I -
II sec. d.C:) che ancora oggi affiorano nei pressi della chiesa,
chiesa fondata da una nobile famiglia longobarda, che apparirà
già citata in una pergamena del 759“, in loco Ausulari” e che
dotata di un monastero verrà ricostruita verso l’800 dal nobile
Ildebrando, con l’invasione degli Ungari, il borgo attraversò un
triste periodo di decadenza, che terminò intorno al Mille, nel
XII secolo in piena ripresa economica, nel borgo verrà
ricostruita una nuova chiesa in stile romanico, consacrata
nuovamente a S.Pietro.
Con lo scoppio delle guerre fra Lucca e Firenze, nel 1336
S.Pietro a Vico come molti altri paesi del circondario lucchese,
venne devastato dalle milizie fiorentine, che alcuni anni dopo
(1341), nei pressi della chiesa furono messe in fuga dalle
soldatesche pisane, eventi bellici che si susseguirono
nel periodo più triste della storia della Repubblica di Lucca,
iniziato con la morte del condottiero lucchese Castruccio
Castracane e terminato con la discesa di Carlo IV di Boemia, che
restituì dignità ai lucchesi, a tal punto che in tutto il
territorio della Repubblica fu istituita la Festa della Libertà,
che ancora oggi in molti paesi lucchesi viene festeggiata la
domenica dopo Pasqua (domenica in Albis).
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