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I borghi di Capannori
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Badia di Cantignano - Castelvecchio di Compito - Colognora di Compito - Coselli
Pag. 2 Marlia
Pag. 3 Colle di Compito - Massa Macinaia
Pag. 4
Compito (Pieve di Compito - Sant'Andrea di Compito)
   
   
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Lammari   Matraia   Pieve San Paolo

 

Lammari
La pieve di S.Jacopo di LammariLe prime notizie di Lammari, le troviamo all’interno di una pergamena del 759, nella quale un certo Gregorio del fu Mauricio, risulta possedere un piccolo pezzo di terra in loco “Lamari”, località paludosa, attraversata dalla via Romea (o Francigena), antica via di collegamento diretta al nord (e poi di pellegrinaggio) che in quel tratto vide sorgere nell’arco di un secolo, due chiese, una fondata nell’812 e dedicata a S.Cristoforo e l’altra, intitolata inizialmente a S.Giovanni Battista e S.Maria (la Pieve), fondata probabilmente in epoca successiva, visto che il primo documento che ci conferma la sua esistenza e del 904.
Il borgo di Lammari, nel corso dei secoli si sviluppò intorno a queste due chiese e ad alcune fattorie romane, presenti lungo la via Romea, dopo il Mille, Lammari finì ben presto sotto la giurisdizione lucchese, venendo inserito, nel Distretto delle Sei Miglia e da quel momento condivise la sorte con quella della Repubblica di Lucca e come la maggior parte dei borghi, vicini in epoca medievale, subì più di una volta le scorrerie e le razzie, delle soldatesche pisane e poi fiorentine, che in quel periodo di continue guerre, transitarono spesso lungo la via Romea
 
Chiesa di San Cristoforo
Chiesa di San CristoforoLa Chiesa di San Cristoforo, costruita totalmente in pietra, venne edificata nel 812, dal presbitero Benedetto, in origine disponeva solo di una navata, ma nel XI secolo grazie ad un ampliamento venne trasformata a tre navate.
Ulteriori modifiche architettoniche vennero realizzate dopo il XVI secolo, fra le quale, la sostituzione dei pilastri in pietra, con dei sostegni in cotto, nella navata di destra (forse in seguito a un cedimento strutturale), l’intonacazione e l’imbiancatura a fasce bianche e nere, dell’interno compresi i pilastri della navata centrale e la chiusura delle feritoie delle navi e del coro.
A differenza di altre Pievi a tre navate, S.Cristoforo presenta una facciata a capanna ad un solo spiovente e il campanile incorporato sul lato sinistro
Nel 1930 l’interno della chiesa venne restaurato cercando di ricreare l’aspetto medievale della struttura.
Altre foto      Abside         Facciata         Fianco         Architrave     

 

Matraia
MatraiaIl paese di Matraia, possiamo considerarlo anche come un’unione di borgate sparse, che ruotano intorno al piccolo borgo, che nel corso dei secoli si è formata nei pressi della sua chiesa parrocchiale, intitolata all’Arcangelo Michele e che ha ricoperto fin dal medioevo un importante ruolo all’interno della comunità di Matraia, anche se attualmente il maggior sviluppo edilizio, lo ha avuto la borgata sorta poco più in alto, in località Colle.
Le origini del borgo risalgono al periodo romano, il suo toponomio deriva dal latino “Materiarius” – “Matariaria” ovvero luogo dove si raduna il legname tagliato nei boschi, in questo caso dalle folte boscaglie dell’altopiano delle Pizzorne, attraversato fin dai tempi dei tempi, dall’ importante via di comunicazione detta “Brancolese”, proveniente dalla Valdinievole e diretta attraverso il borgo di Corsagna in Val di Serchio (e Chifenti), il legname dei suoi monti e l’olio, prodotto dai vasti oliveti, che circondano ancora oggi il borgo, furono in origine i motori trainanti dell’economia e di conseguenza, anche dello sviluppo del borgo nel periodo romano, in epoca longobarda, con la costruzione delle prime chiese e delle prime fortificazioni in muratura, lungo le pendici del monte Pizzorna, vennero aperte delle cave, adibite all’estrazione di una pietra arenaia (presente in abbondanza) di ottima qualità, che fu detta “Pietra di Matraia”, questa nuova attività di estrazione, che si protrarrà fino ai tempi moderni e che contribuirà notevolmente alla costruzione delle principali ville lucchesi, per molti secoli, rappresenterà per la comunità di Matraia, una delle più importanti risorse, ma lo sviluppo economico di questo borgo, iniziato in tempi remoti, non si è fermato neanche in tempi moderni, ultimamente la produzione vinicola, che oggi ha raggiunto un elevato livello di qualità, abbinata alla produzione di pregiati oli, stanno trasformando il vasto territorio di Matraia, in una zona turistica, dove i turisti per lo più stranieri, trascorrono le loro vacanze, nelle numerose strutture, agriturismi, case vacanze e Bed e Brekfast, che sono sorte negli ultimi anni.Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie
Le prime notizie documentate di Matraia, le troviamo all’interno di una pergamena del 26 novembre 907, con la quale il Vescovo Pietro, allivellò dei beni, locati in “Materaria” (toponomio che si evolverà in Matraja e poi Matraia) a Cunimundo del fu Cunimundo, mentre in un successivo documento del 984, troviamo citata la sua chiesa “San Angelo de Materaria”, che in origine appartenne alla Pievania di Marlia e poi con la concessione del fonte battesimale alla chiesa di S.Pancrazio, fu sottoposta a questa ultima Pievania.
Alla fine del marchesato di Toscana, ben presto il borgo finì sotto la giurisdizione del Comune di Lucca, ed entrò a far parte del Distretto delle Sei Miglia, con la salita al potere a Lucca di Castruccio Castracane, a Matraia si verificò uno dei pochi fatti d’arme che colpirono le sue borgate, nel 1327 Castruccio Castracane, salito al potere a Lucca, per punire la famiglia dagli Avvocati, allora Signori di Matraia e parte avversa di Castruccio, il condottiero lucchese inviò le sue milizie ad assaltare e distruggere il loro castello, locato in Col di Pozzo, località che in seguito fu detta anche del “Castellaccio”.
Nel XV secolo, i Guinigi possessori di un vasto podere, che comprendeva anche Terre di, Segromigno in Monte, Marlia e Ciciana, nei pressi del borgo, iniziarono a ristrutturare un suo casale o palazzo, che verso la metà del XVI secolo, grazie a Vincenzo Guinigi si trasformò in una suntuosa villa, ancora oggi esistente.
La prima chiesa di Matraia, quella nominata nella pergamena del 984, fu fondata in località “Covillule” (Coviglia), poco più in basso dell’attuale parrocchiale, questa primitiva chiesa alla fine dell’XI secolo venne riconsacrata a S.Martino, la documentazione in nostro possesso, per ora non ci permette di conoscere con certezza le ragioni di questo cambiamento, ma probabilmente fu dovuto all’edificazione dell’attuale parrocchiale di S,Michele, ipotesi confermata parzialmente, anche da un documento del 1226 (posteriore solo di poche decine d’anni da questa riconsacrazione), nel quale vengono citate entrambe le chiese, S.Martino di Coviglia e S.Michele di Matraia, verso la fine del 1600 la chiesa di S.Michele fu ristrutturata completamente e alla fine dei lavori assunse l’attuale fisionomia, molto diversa dall’originaria, mentre il campanile stranamente fu ricostruito nel 1549, molto prima della grande ristrutturazione della chiesa.
 
Altre foto:   Matraia  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6            Chiesa di S.Michele             Chiesa di S.Martino                Vicolo N°1 - N°2
Localita Colle  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7                Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie N°1 - 2 -
 
Col di Pozzo (detto anche Castellaccio)
la torre del castelloLa località Col di Pozzo, conosciuta oggi anche come Castellaccio, in epoca medievale ospitò un piccolo borgo, con all’interno una delle più antiche fortificazioni di Matraia, il castello detto “Castrum  Putei” edificato dopo il Mille, appartenne per un lungo, al feudo degli Avvocati, una nobile famiglia lucchese, che nel 1327, durante la Signoria lucchese di Castruccio Castracane degli Antelminelli, rimase coinvolta in una congiura, ordita dalla parte avversa agli Antelminelli, scoperto il tentativo di rovesciare il Governo lucchese, Castruccio per punire i rivoltosi, inviò le sue milizie a Col di Pozzo, con l’ordine perentorio di distruggere il castello, le soldatesche lucchesi, dopo un assedio riuscirono nel loro intento, senza risparmiare il borgo e neanche una piccola chiesina detta di S.Andrea di Col di Pozzo, che troviamo già citata in un documento del 1175 e fu da allora che la comunità di Matraia, iniziò a chiamare quel luogo Castellaccio.
Dalle rovine del castello e della chiesina. in seguito prese vita il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, che per alcuni secoli a partire dal XVI secolo, grazie all’interessamento dei Guinigi e dei Guidiccioni, conobbe un periodo di splendore, nel 1859 dopo un inesorabile declino, il Santuario venne abbandonato dall’ultimo monaco, ma la comunità continuò ugualmente a tener vivo il culto e nel 1930, provvide anche ad ampliare il Santuario, dotandolo di una sacrestia e di una nuova navata, realizzata quest’ultima, utilizzando una parte delle pietre della torre circolare, sopravvissuta alla distruzione di Castruccio e che ancora oggi è visibile in una minima parte, nel 2006 il Santuario verrà nuovamente restaurato
Altre foto:   Mura Castello
Pieve San Paolo
La Pieve di San PaoloIl Borgo di Pieve S.Paolo, prese vita intorno all’omonima Pieve, fondata in epoca imprecisata, lungo la via Romea, una delle più importanti vie di comunicazione d’Italia, la cui origine probabilmente si perde nella notte dei tempi e che al tempo dei Franchi fu detta anche Francigena, la chiesa intitolata a S.Paolo, fu edificata agli albori del cristianesimo, in località “Gurgite”, toponomio quest’ultimo, che nacque da un impetuoso gorgo (acque rigurgitanti) del fiume Auser (l’antica denominazione del fiume Serchio), provocato da una ennesima diramazione del Fiume e più precisamente, dal ramo proveniente da S.Pietro a Vico “Vico Asulari”, che in quel luogo si divise in altri due ramificazioni, una diretta nell’Arno attraverso il lago di Sesto (o di Bientina)
 e l’altra diretta verso Montuolo.
Le prime notizie di questa primitiva borgata, sono legate alla sua Pieve “Plebes S.Pauli” e trattano la permuta, di una casa locata in “Gurgite” avvenuta nel 747, fra Aurino e un certo Pietro possessore di una casa posta in loco “Apulia”
Dopo il Mille, con la fine del Marchesato di Toscana e la conseguente espansione del comune di Lucca, il borgo entrò a far parte del distretto lucchese delle Sei Miglia e con lo scoppio delle guerre comunali, si trovò più di una volta soggetta alle merce delle soldatesche pisane e fiorentine, difeso principalmente dalla sua torre campanaria, più di una volta riuscì a respingere, i suoi assalitori, come avvenne nel 1313, quando le sue milizie, asserragliate nella torre riuscirono a respingere le truppe mercenarie pisane, mentre nel 1336, furono i pisani, diventati padroni di Lucca, ad utilizzare la torre per difendersi dalle incursioni fiorentine, sferrate un po’ dovunque, nel vano tentativo di sottrarre ai pisani, le Terre lucchesi.
Con la signoria a Lucca di Paolo Guinigi, la situazione politica nella Piana di Lucca, per un certo periodo migliorò, poi con la sua caduta, i fiorentini ritornarono alla carica, ma i lucchesi e le comunità dei borghi del Distretto delle Sei Miglia, bene o male, riuscirono sempre a districarsi dalle pericolose situazioni che si vennero a creare e da allora il borgo di Pieve San Paolo, condividerà le sue sorti con quelle del suo capoluogo comunale.

 

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