Il
paese di Matraia, possiamo considerarlo anche come un’unione di
borgate sparse, che ruotano intorno al piccolo borgo, che nel
corso dei secoli si è formata nei pressi della sua chiesa
parrocchiale, intitolata all’Arcangelo Michele e che ha
ricoperto fin dal medioevo un importante ruolo all’interno della
comunità di Matraia, anche se attualmente il maggior sviluppo
edilizio, lo ha avuto la borgata sorta poco più in alto, in
località Colle.
Le
origini del borgo risalgono al periodo romano, il suo toponomio
deriva dal latino “Materiarius” – “Matariaria” ovvero luogo dove
si raduna il legname tagliato nei boschi, in questo caso dalle
folte boscaglie dell’altopiano delle Pizzorne, attraversato fin
dai tempi dei tempi, dall’ importante via di comunicazione detta
“Brancolese”, proveniente dalla Valdinievole e diretta
attraverso il borgo di Corsagna in Val di Serchio (e Chifenti),
il legname dei suoi monti e l’olio, prodotto dai vasti oliveti,
che circondano ancora oggi il borgo, furono in origine i motori
trainanti dell’economia e di conseguenza, anche dello sviluppo
del borgo nel periodo romano, in epoca longobarda, con la
costruzione delle prime chiese e delle prime fortificazioni in
muratura, lungo le pendici del monte Pizzorna, vennero aperte
delle cave, adibite all’estrazione di una pietra arenaia
(presente in abbondanza) di ottima qualità, che fu detta “Pietra
di Matraia”, questa nuova attività di estrazione, che si
protrarrà fino ai tempi moderni e che contribuirà notevolmente
alla costruzione delle principali ville lucchesi, per molti
secoli, rappresenterà per la comunità di Matraia, una delle più
importanti risorse, ma lo sviluppo economico di questo borgo,
iniziato in tempi remoti, non si è fermato neanche in tempi
moderni, ultimamente la produzione vinicola, che oggi ha
raggiunto un elevato livello di qualità, abbinata alla
produzione di pregiati oli, stanno trasformando il vasto
territorio di Matraia, in una zona turistica, dove i turisti per
lo più stranieri, trascorrono le loro vacanze, nelle numerose
strutture, agriturismi, case vacanze e Bed e Brekfast, che
sono sorte negli ultimi anni.
Le
prime notizie documentate di Matraia, le troviamo all’interno di
una pergamena del 26 novembre 907, con la quale il Vescovo
Pietro, allivellò dei beni, locati in “Materaria” (toponomio che
si evolverà in Matraja e poi Matraia) a Cunimundo del fu
Cunimundo, mentre in un successivo documento del 984, troviamo
citata la sua chiesa “San Angelo de Materaria”, che in origine
appartenne alla Pievania di Marlia e poi con la concessione del
fonte battesimale alla chiesa di S.Pancrazio, fu sottoposta a
questa ultima Pievania.
Alla fine del marchesato di Toscana, ben presto il borgo finì
sotto la giurisdizione del Comune di Lucca, ed entrò a far parte
del Distretto delle Sei Miglia, con la salita al potere a Lucca
di Castruccio Castracane, a Matraia si verificò uno dei pochi
fatti d’arme che colpirono le sue borgate, nel 1327 Castruccio
Castracane, salito al potere a Lucca, per punire la famiglia
dagli Avvocati, allora Signori di Matraia e parte avversa di
Castruccio, il condottiero lucchese inviò le sue milizie ad
assaltare e distruggere il loro castello, locato in Col di
Pozzo, località che in seguito fu detta anche del
“Castellaccio”.
Nel XV secolo, i Guinigi possessori di un vasto podere, che
comprendeva anche Terre di, Segromigno in Monte, Marlia e
Ciciana, nei pressi del borgo, iniziarono a ristrutturare un suo
casale o palazzo, che verso la metà del XVI secolo, grazie a
Vincenzo Guinigi si trasformò in una suntuosa villa, ancora oggi
esistente.
La
prima chiesa di Matraia, quella nominata nella pergamena del
984, fu fondata in località “Covillule” (Coviglia), poco più in
basso dell’attuale parrocchiale, questa primitiva chiesa alla
fine dell’XI secolo venne riconsacrata a S.Martino, la
documentazione in nostro possesso, per ora non ci permette di
conoscere con certezza le ragioni di questo cambiamento, ma
probabilmente fu dovuto all’edificazione dell’attuale
parrocchiale di S,Michele, ipotesi confermata parzialmente,
anche da un documento del 1226 (posteriore solo di poche decine
d’anni da questa riconsacrazione), nel quale vengono citate
entrambe le chiese, S.Martino di Coviglia e S.Michele di Matraia,
verso la fine del 1600 la chiesa di S.Michele fu ristrutturata
completamente e alla fine dei lavori assunse l’attuale
fisionomia, molto diversa dall’originaria, mentre il campanile
stranamente fu ricostruito nel 1549, molto prima della grande
ristrutturazione della chiesa.
Altre foto:
Matraia
N°1 -
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N°6
Chiesa di S.Michele
Chiesa di S.Martino
Vicolo
N°1 -
N°2
Localita Colle
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N°7
Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie
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N°2
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La
località Col di Pozzo, conosciuta oggi anche come Castellaccio,
in epoca medievale ospitò un piccolo borgo, con all’interno una
delle più antiche fortificazioni di Matraia, il castello detto
“Castrum Putei” edificato dopo il Mille, appartenne per un
lungo, al feudo degli Avvocati, una nobile famiglia lucchese,
che nel 1327, durante la Signoria lucchese di Castruccio
Castracane degli Antelminelli, rimase coinvolta in una congiura,
ordita dalla parte avversa agli
Antelminelli, scoperto il tentativo di rovesciare il
Governo lucchese, Castruccio per punire i rivoltosi, inviò le
sue milizie a Col di Pozzo, con l’ordine perentorio di
distruggere il castello, le soldatesche lucchesi, dopo un
assedio riuscirono nel loro intento, senza risparmiare il borgo
e neanche una piccola chiesina detta di S.Andrea di Col di
Pozzo, che troviamo già citata in un documento del 1175 e fu da
allora che la comunità di Matraia, iniziò a chiamare quel luogo
Castellaccio.
Dalle rovine del castello e della chiesina. in seguito prese
vita il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, che
per alcuni secoli a partire dal XVI secolo, grazie
all’interessamento dei Guinigi e dei Guidiccioni, conobbe un
periodo di splendore, nel 1859 dopo un inesorabile declino, il
Santuario venne abbandonato dall’ultimo monaco, ma la comunità
continuò ugualmente a tener vivo il culto e nel 1930, provvide
anche ad ampliare il Santuario, dotandolo di una sacrestia e di
una nuova navata, realizzata quest’ultima, utilizzando una parte
delle pietre della torre circolare, sopravvissuta alla
distruzione di Castruccio e che ancora oggi è visibile in una
minima parte, nel 2006 il Santuario verrà nuovamente restaurato
Altre foto:
Mura Castello
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