L’origine dell’ormai scomparso castello di Vivinaia, ubicato a
poche centinaia di metri dalla rocca del Cerruglio (Montecarlo),
risale ai tempi bui del medioevo, nonostante l’assenza di una
documentazione precisa sulla sua storia avanti il mille, le
ricerche storiche svolte da alcuni storici, fra i quali il
Baldasseroni lo farebbero risalire al V secolo allorché i Goti
per difendere le loro terre in Valdinievole, in alcuni punti
strategici vi edificarono delle fortificazioni..
La
documentazione disponibile riguardante Vivinaia, prima
“Curtis”magravale e poi castello, parte dal X secolo per
concludersi nel XIV secolo con la sua distruzione, nelle prime
pergamene arrivate ai nostri giorni la “Curtis de Vivinaia”,
risulta già essere una “Terra” molto importante e in grado di
accogliere all’interno dei suoi palazzi personaggi illustri, il
primo Imperatore a sostarvi per alcuni giorni fu Enrico II, Duca
di Baviera e Re di Germania (successore di Ottone III, divenuto
Imperatore dell’impero d’occidente nel 1002), che venne ospitato
nel 1022 dal Marchese Ranieri, mentre nel 1038 il Marchese
Bonifazio di Canossa (padre di Matilde di Canossa) vi ospitò
Papa Benedetto IX e l’Imperatore Corrado II, con l’intera corte.
Nel 1075 si ha notizia dell’avvenuto incastellamento della
“Curtis” , attraverso una donazione di “Terre” locate nel piano
di Pescia, a favore del monastero di S.Martino, in Colle
“Cartula Offersionis”, redatta dal notaio imperiale Ildebrando
“Intus Castre De Vivinaia”
Nel novembre del 1197 a San Ginesio, alla presenza dei cardinali
Bernardo, Lucchesi e Pandolfo Roberti, alcuni borghi e castelli
della “Tuscia” spinti dai Vescovi e dai Conti della regioni
diedero vita a una “Lega Guelfa”, con l’intento di isolare le
città Ghibelline Pisa, Siena e Pistoia, cercando di riportarle
sotto l’influenza papale, Vivinaia insieme ad alcuni castelli
vicini (Cerruglio, Montechiari), vi aderì 5 anni più tardi per
alcuni contrasti sorti all’interno delle sue mura, fra le due
fazioni, al momento dell’adesione la maggioranza Ghibellina
sotto il comando di un certo Gherardo si unì con la repubblica
di Pisa. L’adesione alla “Lega Guelfa” innescò una serie di
dispute e controversie con alcuni castelli vicini, come avvenne
nel 1261, quando il Comune di Lucca sentendosi minacciato dalle
forze Ghibelline per rafforzare le difese in Valdinievole,
deviarono il corso dei fiumi Pescia Minore e Pescia Maggiore
allagando il settore orientale della valle sottostante Vivinaia.
Con l’ascesa al potere di Castruccio Castracane a Lucca come
spesso accadeva in quei tempi Vivinaia cambiò bandiera, da
roccaforte Guelfa si ritrovò roccaforte Ghibellina, Castruccio
ritenne fin dall’inizio della sua signoria i castelli di
Vivinaia, rinominato “Castello Lucchese” e il castello di
S.Martino in Colle rinominato “Castello Ghibellino” roccaforti
indispensabili per la difesa di Lucca nella guerra con Firenze,
e per il rifornimento delle truppe lucchesi penetrate nei
territori alleati dei fiorentini, questo centro di retrovia
risultò fondamentale nel 1325 allorchè i fiorentini sotto il
comando del generale Cadorna riuscirono a penetrare nei
territori lucchesi attraverso le Cerbaie ponendo Altopascio
sotto assedio, Castruccio protetto dai suoi due castelli
Vivinaia e Cerruglio ritirò una parte delle sue truppe dislocate
a Pistoia e dirigendo le operazioni belliche da quel colle il 23
settembre contrattaccò insieme ai suoi alleati Ghibellini
lombardi infliggendo una dura sconfitta ai fiorentini nella
battaglia svoltasi nel piano compreso fra Porcari e l’Abbazzia
di Pozzeveri, i lucchesi riuscirono a catturare molti
prigionieri, fra i quali anche il generale Raimondo Cadorna.
Con l’improvvisa morte di Castruccio per malaria (o
avvelenamento), Lucca precipitò nel caos, e i fiorentini ne
approfittarono e nel settembre 1330 capitanati da Alamanno degli
Obizzi, “fuoriuscito” lucchese di parte Guelfa, penetrarono
nelle terre lucchesi riuscendo a montare il campo sotto le mura
della città ponendola sotto assedio, l’allora signore di Lucca
lo Spinola chiese aiuto offrendoli la città a Giovanni re di
Boemia e re di Polonia, disceso in quel tempo in lombardia, Re
Giovanni intervenne inviando il 1 marzo del 1331 a Lucca il suo
prefetto Simone Filippi Reali di Pistoia con 800 cavalieri, i
fiorentini saputo dell’arrivo dei rinforzi si ritirarono e
attraversando la Valdinievole distrussero incendiandolo il
castello di Vivinaia “ Rubarono la Terra e Misonvi Fuoco”,
decretando definitivamente la sua fine, le macerie del castello
furono usate per costruire il nuovo borgo che stava sorgendo
intorno alla rocca del Cerruglio, l’odierno Montecarlo.
|