Seravezza | Seravezza Google maps |
Corvaia |
Il piccolo borgo di Corvaia, posto all'inizio della stretta vallata che ospita Seravezza e che insinuandosi all'interno nelle Alpi Apuane giunge fino al monte Altissimo, si sviluppò all'ombra di una delle più famose e potenti fortezze della lucchesia, la Rocca di Covaja, come gli altri borghi vicini in seguito alla conquista lucchese della Versilia venne posta sotto la giurisdizione della Vicaria di Pietrasanta, nel 1437 Lucca non in grado di saldare un debito fu costretta a cedere la Vicaria e le sue “Terre” ai genovesi, il dominio di Genova sulla Vicaria di Piretrasanta e Corvaia terminò dopo pochi decenni, nel 1484 Firenze in guerra con Genova conquistò le “Terre” genovesi e Corvaia venne unita definitivamente dai fiorentini a Seravezza. La chiesa di Corvaia oggi consacrata a S.Maria Addolorata fu costruita alla fine dell’ultima guerra mondiale, sulle rovine della vecchia chiesa dedicata a S.Maria delle Grazie (il vecchio oratorio del Convento di S.M.delle Grazie, fondato intorno al 1515 e poi soppresso da Leopoldo I), come le altre chiese limitrofe prima di finire definitivamente sotto la giurisdizione della Diocesi di Pisa 18 settembre 1798, la troviamo sottoposta fino al 1787 alla Diocesi di Luni-Sarzana, e poi per 11 anni alla Diocesi di Pontremoli. Altre foto La chiesa La fontana dei sette colombi |
La rocca di Corvaja | ||
La
rocca di Corvaia, conosciuta anche come Rocca Guidinga, rappresentò
in Versilia per molti secoli una delle più famose e potenti
fortezze, eretta sopra una rupe rocciosa all’ingresso della valle di
Seravezza ricca di minerali e marmi, ricchezze già conosciute al
tempo degli Etruschi fu edificata in epoca imprecisata a guardia
dell’antica via Romea che al tempo dei Franchi venne ribattezzata
via Francigena. la Rocca di Corvja in epoca medievale ospitò fra le sue mura uno dei più potenti casati longobardi della lucchesia i Visconti di Corvara (detti anche Corvaresi), i Nobili di Corvaia discesero dal capostipite Teudimundo (chiamato anche Teudimondo) del fu Sisemundo che troviamo rammentato all’interno di una pergamena datata 847, Teudimundo ebbe un figlio Fraolmo (nell’898 riceverà in al livellamento diversi beni dal Vescovo Pietro II ) a cui succederà Fraolmo II, capostipite di quasi tutti i nobili della Versilia, Fraolmo II avrà diversi figli fra i quali, Cuneando (conosciuto anche come “Cunizio”, dal quale discenderanno i nobili di Pedona, Lombrici e Montemagno) e Fraolmo III dal quale discenderanno i Nobili di Corvaia (da alcuni rami di questo ceppo discenderanno anche i Nobili di Vallecchia e Aghinolfi). I nobili di Corvaia all’inizio delle guerre comunali nel tentativo di contrastare la politica espansionistica dei lucchesi che mirava ad assorbire tutti i piccoli comuni liberi della lucchesia si schierarono con il loro nemici, i pisani protettori degli interessi papali in lucchesia, la rocca di Corvara una delle più potenti della Versilia con interessi anche in Garfagnana, rimase più di una volta coinvolta nelle continue guerre fra Lucca e Pisa, i lucchesi capirono fin dall’inizio che senza la rocca di Corvaia, non avrebbero mai avuto il pieno controllo della Versilia, per oltre un secolo provarono a prenderla, nel 1162 aiutati dai genovesi riuscirono a prenderla, ma poi i Nobili di Corvaia non demordendo riuscirono fra mille difficoltà a ristabilire il loro potere, fra il 1219 e il 1226 i lucchesi sfruttando la caduta dell’Imperatore Ottone IV ripresero l’offensiva contro i Nobili di Corvaia e Vallecchia e le loro consorterie, che il 9 ottobre 1219 si erano radunati a Vallecchia per rinsaldare i loro legami, ma soprattutto per riorganizzare le proprie schiere indebolite dalle molte guerre combattute fino allora, e riprendere con vigore la lotta per la loro indipendenza, questa volta però Lucca non assaltò direttamente la Rocca di Corvaia, ma costruì sul colle “Rutario” (qui il Re longobardo Rotari, sconfisse gli ultimi Bizantini posti a guardia di Luni) la possente fortezza di Rotaio, che utilizzò come base per le sue spedizioni contro i castelli versiliesi e dopo una serie di continue guerre, che indebolirono molto i Nobili di Corvaia, alla morte di Federico II (1250) i lucchesi diedero l’affondo decisivo, nel 1254 sotto il comando del Podestà Prendilaparte, le truppe lucchesi espugnarono definitivamente la Rocca di Corvaia, ottenendo dopo circa un secolo e mezzo di lotte il pieno controllo dell’intera Versilia, finì così il periodo di massimo splendore e grandezza dei Visconti di Corvara, ma ai primi del 1300 una loro discendente salì agli onori della cronaca e fu una certa Pina degli Streghi, che sposerà Castruccio Castracane degli Antelminelli, il famoso condottiero lucchese, che renderà Lucca potente e temibile, come i Visconti di Corvara resero potente e temibile la Rocca di Corvaia. I lucchesi riuscirono a tenere la rocca (eccetto brevi periodi) fino al 1437, poi per un debito non saldato furono costretti a lasciarla come contropartita ai genovesi, sperando un giorno di riscattarla, nel 1484 Genova entrò in guerra con Firenze e i fiorentini comandati da Lorenzo dei Medici assaltarono e presero le “Terre” genovesi della Versilia, ponendo fine alle speranze lucchesi di riscattarle, la rocca di Corvaia subì l’ultimo assedio della sua storia, i fiorentini riuscirono ad espugnarla e con loro iniziò il suo declino, Firenze mantenne la sua giurisdizione su quelle “Terre” fino all’Unità d’Italia e la rocca perduta la sua importanza strategica venne abbandonata, oggi della rocca restano poche tracce, sono sempre visibili solo alcuni tratti delle mura di cinta immersi in un oliveto. |
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Minazzana |
Minazzana
(Fundum Menecianum), come Giustagnana sorse probabilmente grazie ad
un insediamento colonico Lunense, anche se nel 1965 durante la
realizzazione di un piccolo campo di calcio, vennero alla luce
alcune tombe Liguri risalenti al I – II secolo a.C., complete dei
suoi arredi funebri, che furono inviati al Museo Guinigi di Lucca.
In epoca Longobarda Minazzana appartenne al feudo dei Corvaresi, poi
come molti altri borghi vicini legò il suo destino al Comune della
Cappella e successivamente a Seravezza. La sua chiesa già esistente
nel 1430 è intitolata a S.Pellegrino.
Altre
foto:
Minazzana
Chiesa
N°1 -
N°2
Vicolo
N°1 -
N°2 -
N°3 -
N°4 -
N°5 -
N°6
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Pozzi |
Il borgo di Pozzi nonostante oggi si presenti come un paese moderno, ha origini antichissime, forse le più antiche del comune di Seravezza, nel 1959 durante i lavori di ampliamento di una strada, venne alla luce una tomba a cassetta Ligure, che gli esperti fecero risalire al VI secolo a.C., molti secoli prima dell’arrivo dei romani (IV – III secolo a.C.), che con la loro colonizzazione diedero vita, alla quasi totalità dei borghi Versiliesi, i terreni fertili anche se paludosi, in alcuni tratti, favorirono il nascere delle fattorie romane, che generalmente presero il nome dal suo fondatore (Fundus di....). Pozzi, come altri paesi vicini, appartenne inizialmente ai nobili di Corvaia e Vallecchia, poi nel XIII secolo con la cacciata dei nobili di Corvaia, fini in mano ai lucchesi, che con grandi difficoltà riuscirono a tenerlo fino al 1513 (eccetto una parentesi genovese), quando entrò definitivamente sotto la giurisdizione di Firenze. La chiesa di Pozzi dedicata ai SS. Leonardo e Guido, diventò parrocchiale il 1 novembre 1976 |
Querceta |
Borgo di origine romane, sorto probabilmente da un piccolo insediamento Ligure, come dimostrerebbe il ritrovamento di una tomba a cassetta (VI – V secolo a.C.) scoperta nel 1932 in località Baraglino, anche se un’iscrizione incisa su frammento di calice tradotta in “io di larthuru” e l’esistenza a Volterra della famiglia etrusca “Larthuria”, ha fatto intravedere agli storici P.Mencacci e M.Zecchini, la possibilità di trovarsi di fronte ad un sepolcro etrusco, In epoca medievale la storia di Querceta non differisce da quella di Seravezza, la sua chiesa dedicata a Santa Maria Laurentana, venne edificata secondo una leggenda locale nel punto dove fu rinvenuta un’immagine della Madonna, che era stata appesa ad una quercia da un pellegrino francese di passaggio. Altre foto Queceta N°1 - N°2 - N°3 Chiesa |
Riomagno |
Il
borgo di Riomagno, conosciuto anche come “l’Officina dei Cavatori”,
deve il nome e il suo sviluppo al torrente Serra (detto anticamente
anche come “Rivus Magnus”), sorto lungo le rive del torrente e
l’antica via, diretta verso le cave del Mote Altissimo aperte dal
Buonarrotti nel 1517, il borgo ospitò numerose fabbriche, dedite
alla lavorazione del marmo e fu meta di numerosi scalpellini famosi
Altre foto: Chiesa di S.Giovanni Battista |
Valventosa |
Di Valventosa oggi disponiamo di poche notizie, la sua storia non differisce da quella di Seravezza, una (se non la prima) delle sue prime notizie storiche che ci confermano la sua esistenza, le troviamo in un documento del 1353, nel quale un certo Domenico da Valventosa risulta possedere dei beni locati a Strettoia, con l’avvento delle armi da fuoco, nel borgo fece la comparsa di una fabbrica di archibugi, che durò fino alla fine del XVIII secolo, il suo oratorio al momento della sua costruzione venne intitolata a S.Paolo. |