Seravezza | Seravezza Google maps |
L'antico Comune della Cappella |
Il Comune della Cappella, a differenza della maggior parte dei Comuni medievali nati intorno a dei castelli o borghi fortificati, sorse intorno alla chiesa di S.Martino, elevata poi a Pieve, che ne rappresentò anche l’unico edificio della località, perciò questo Comune medievale lo possiamo definire anche come un’unione di borgate sparse, appartenenti alla curia di S.Martino della Cappella. Le prime notizie che accertano l’esistenza del Comune della Cappella, le troviamo all’interno di un documento stipulato nel 1244, fra Guidone Maggiore di Montemagno (nobili di Corvaia) e Bernardino di Bozzano (nobili di Aghinolfi). Il Comune composto dalle borgate di Azzano, Basati, Curiceta (scomparsa), Fabiano, Giustagnana e Minazzana, occupava una vasta aria e inizialmente appartenne alla casata dei nobili di Corvaia, poi con la caduta del castello di Corvaia, i lucchesi ne entrarono in possesso e nel 1413 durante la Signoria di Paolo Guinigi, lo unirono a Pietrasanta, una delle due Vicarie lucchesi della Versilia, ma nel 1434 i lucchesi non in grado di restituire un prestito a Genova, furono costretti a dare in pegno ai liguri Pietrasanta, concedendo speciali privilegi al Comune della Capella, nella speranza di tenerseli amici, cosa che non avvenne, nel 1484 gli uomini del Comune si diedero volontariamente ai fiorentini e nel 1776 Leopoldo I con un decreto lo unì definitivamente a Seravezza. |
Azzano |
Il borgo di Azzano nacque da un antico insediamento romano, al termine della sanguinosa guerra che i romani combatterono fra quelle montagne, con le tribù dei Liguri-Apuani. In epoca Longobarda fu feudo dei nobili di Corvaia e appartenne per un lungo periodo al Comune della Cappella, sviluppatosi quest’ultimo intorno alla chiesa di S.Martino della Cappella, edificata in epoca sconosciuta a poca distanza dal borgo di Azzano. Nonostante la vicinanza della Pieve di S.Martino, nel borgo di Azzano esistevano due Oratori uno dedicato a S.Rocco ( nel 1579 risulta sempre funzionante) e uno ancora esistente intitolato a S.Michele Arcangelo. Altre foto: Azzano Gli Azzano d'Italia Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 - N°9 - N°10 |
Basati |
Il borgo di Basati, inizialmente appartenente alla consorteria dei nobili di Corvaia e Vallecchia, nel 1333 lo troviamo inserito nell’elenco delle “Terre” appartenenti al Comune della Cappella, col quale rimarrà legato fino all’unione con il Comune di Pietrasanta, per poi finire, con l’arrivo dei fiorentini sotto la giurisdizione di Seravezza. A Basati fiorì per un certo periodo un’attività mineraria, si ha notizia di una prima ferriera (1446) e di una miniera di lapislazzuli, che si andarono ad affiancare a un tentativo di estrazione marmifera, presso una cava posta in località Calcinaia, ma per le difficoltà di trasporto quest’ultima ebbe poca fortuna. La sua chiesa dedicata a S.Ansano, già esistente nel 1581 come le altre chiese limitrofe, prima di venire inserita nella Diocesi di Pisa, appartenne alle Diocesi di Luni e di Pontremoli. Altre foto: Basati Chiesa Immagine sacra Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 - N°9 - N°10 |
Cerreta S.Antonio |
Cerreta S.Antonio dopo la conquista lucchese della Versilia, insieme alle “Terre” di Seravezza, Ruosina e Riomagno) lo troviamo inserito sotto il Comune di Farneta, come risulta nello statuto lucchese del 1308 e nel Censimento di Arrigo VII del 1312, redatto durante un suo breve soggiorno a Pisa. A Cerreta S.Antonio non si svolsero particolari eventi storici e con il suo aggregamento alla Vicaria di Pietrasanta condividerà la sorte con Seravezza e le altre “Terre” che andranno a formare l’odierno Comune di Seravezza Altre foto: Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 |
Cerreta S.Nicola |
Cerreta S.Nicola è una piccola borgata collocata lungo le pendici del monte Folgorito, formata da alcune case sparse nel bosco, edificate intorno a un piccolo centro (la parte più antica) composto da un paio di case e dalla piccola chiesina di S.Nicola, dalla quale si può ammirare un panorama unico (un lungo tratto di costa versiliese) |
Fabbiano |
Nel
borgo di Fabbiano (da Fundum Fabianum), ricordato nell’elenco del
1333 dei paesi appartenenti al Comune della Cappella, non si
svolsero particolari eventi storici e
la sua
storia non differisce di molto da quella di Seravezza (vedi
scheda), la sua chiesa intitolata a S.Giuseppe,
appartenne fino al 1787 alla Diocesi di Luni-Sarzana, poi dopo 11
anni di permanenza nella diocesi di Pontremoli, nel 1798 entrerà
definitivamente a far parte della Diocesi di Pisa.
Altre
foto: Fabbiano
N°1 -
N°2
Chiesa
Vicolo
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N°9
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Giustagnana |
Giustagnana sorse da un insediamento di coloni Lunensi (Fundum Justinianeum) che vi si stabilirono in epoca imprecisata, la sua storia si accomuna inizialmente con quella del Comune della Cappella e poi con l’arrivo dei fiorentini (XV secolo) con quella di Seravezza, suo attuale capoluogo comunale. La sua chiesa dedicata a San Rocco e San Cinese, disponeva fin dal 1546 dei beni per il suo sostentamento, gestiti da una confraternita che ne curò il patronato. Altre foto: Chiesa Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 |
Malbacco |
La borgata di Malbacco situata lungo le rive del torrente Serra, poco distante da Riomagno ospitò fin dall’inizio della sua storia, alcune fabbriche (se possiamo definirle così) dedite alla lavorazione dei marmi provenienti dalle cave del Monte Altissimo e alla fusione del ferro proveniente dal monte di Palatina e da Stazzema Intorno alla borgata di Malbacco non avvenne nessun evento storico di rilievo, perciò possiamo associare la sua storia a quella di Seravezza. |
Marzocchino |
La borgata di Marzocchino fin dall’epoca pre-romana (qui venne ritrovata una tomba Ligure), fu legata al borgo di Querceta, con il quale condivise la sorte fino ai nostri giorni, l’unica diversità fra i due borghi, la riscontriamo nella disputa del Palio dei Micci, manifestazione storica, nella quale le contrade delle località vicine a Querceta e Pozzi, si contendono per un anno il possesso del Palio (un gonfalone), in questa gara, dove otto fantini corrono in groppa ad un asino, Marzocchino è rappresentato dalla Contrada Leon D’oro |
Ripa |
Il moderno centro urbano di Ripa, conosciuto un tempo per i vigneti e gli oliveti, nacque probabilmente da alcuni insediamenti colonici romani, facenti parte di un “Fundus” dedito allo sfruttamento agricolo della zona, le prime tracce della loro presenza furono rinvenute nel 1996, in località Cafaggio (presso Ripa), dove gli archeologici riportarono alla luce due tombe romane complete dei loro arredi funebri, risalenti ai primi secoli dopo Cristo, questo ritrovamento spinse il Gruppo Speleologico e Archeologico Versiliese, a compiere altre ricerche, che portarono alla luce altre due tombe della stessa epoca, collocate sotto i resti (fondamenta) di una villa romana tardo-imperiale. Ripa appartenne al feudo dei nobili di Vallechia (imparentati con i nobili di Corvaia) e la sua storia dall’epoca medievale in poi, non si discosta da quella di Seravezza, la sua chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate in Ripa, già esistente nel XIII secolo appartenne alla Pievania di S.Stefano a Vallecchia, sottoposta inizialmente alla Diocesi di Luni (fino al 1787), dopo un breve periodo di transizione nel 1798 fu aggregata definitivamente alla Diocesi di Pisa, la primitiva struttura venne distrutta durante l’ultimo conflitto mondiale e alla fine della guerra (1950 – 1952), fu ricostruita seguendo il progetto elaborato dall’architetto Lorenzo Iacopi. |