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I borghi di Massarosa
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Bargecchia   Conca (e Piano di Conca)   Gualdo   Luciano   Montigiano   Pieve a Elici
  
  
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Bozzano   Corsanico   Massaciuccoli (castello di Aquilata)   Mommio (Mommio Castello - Piano di Mommio)  Stiava

 

Bozzano
La chiesa di BozzanoNel II secolo a.C, con la costruzione della via di comunicazione Aemilia Scauri, voluta dal Console romano Emilio Scauro, per unire Pisa con Luni, nella regione acquitrinosa compresa tra Viareggio e il lago di Massaciuccoli, alcuni coloni fondarono le loro fattorie (o poderi), dalle quali poi prenderanno vita, i principali paesi del comune di Massarosa, il borgo di Bozzano collocato ai piedi delle zone collinare che separa la pianura lucchese, dal litorale versiliese probabilmente prese vita dal podere appartenente al colono Abudio, dal quale derivò il toponomio: “Abudianum” (Praedium Abudio – podere di Abudio).
Con le invasioni barbariche, queste prime fattorie del fondovalle subirono molte incursioni e devastazioni, spingendo la sua popolazione a rifugiarsi sulle colline, dove in epoca longobarda, molti nobili versiliesi, edificarono i loro castelli, cosa che avvenne anche a Bozzano, dove la famiglia degli Ubaldi (detti anche Ubaldini), una delle più antiche della Versilia, discendenti secondo Gian Franco Gamurrini, dal Duca di Asti consanguineo di Teodolina, regina longobarda fino al 616, eressero la loro fortezza.
Il castello di Bozzano, edificato probabilmente prima del Mille, sul colle di Loglia e citato per la prima volta, solo nel 1159 all’interno di un documento, redatto nel castello di Montegravante da un certo Truffa figlio di Orlandino di Mezzolombardo, dopo un primo periodo di relativa pace, dovuto principalmente alla maestria con la quale gli Ubaldi, riuscirono a convivere con i vicini, i Signori di Montemagno, i Canonici della Jura e i pisani, con i quali intrattenevano buoni rapporti commerciali, fra il XII e il XIII secolo, subì ben cinque distruzioni.
La prima distruzione, avvenne nel 1172 ad opera dei lucchesi che dopo aver sconfitto, le soldatesche pisane a Bozzano, decisero di punire gli Ubaldi, rei di essersi alleati con i pisani, nonostante l’anno prima avessero giurato fedeltà a Lucca, quando questi ultimi sedarono la rivolta di Veltro da Corvaia, riuscendo a catturarlo a Castiglione Garfagnana, poi durante una caotica serie di eventi tipica di quel periodo, che al comando del castello vide alternarsi lucchesi e pisani, la rocca venne abbattuta, nuovamente dai pisani, dai lucchesi ed infine nel 1219, fu definitivamente distrutta dal Pretore lucchese Duccio Buccavacca.
Con la distruzione del castello, la potenza militare degli Ubaldi iniziò a vacillare, da quel momento la consorteria si dividerà in due rami, quello lucchese e quello di Pietrasanta, per poi sparire nel XV secolo, dopo quasi cinque secoli di signoria, i discendenti del ramo lucchese, col passare del tempo da potenti feudatari, si trasformeranno in abili mercanti, mentre per quelli del ramo di Pietrasanta la sorte fu più misteriosa, secondo lo storico locale Santini, non si estinse, ma dal XV secolo continuò sotto il nome Baldi (diminutivo di Ubaldi), senza però fornire una valida documentazione, che proverebbe questo strano passaggio.
Bozzano come gli altri borghi di Massarosa, con i quali condividerà la sorte fino ai nostri giorni, fu colpito duramente dalle epidemie di peste che devastarono la Versilia, fino al XVI secolo e con le bonifiche realizzate in vari periodi nella pianura versiliese, il borgo vedrà incrementare l’attività agricola, soprattutto quella legata alla coltivazione del riso, dalla quale poi decollerà anche il suo sviluppo economico
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Altre foto:  Chiesa    Padre Damiano da Bozzano
Corsanico
CorsanicoCorsanico, il paese della musica come viene definito oggi, iniziò a formarsi in epoca romana, intorno ad una fattoria (o podere) assegnata al colono “Cursio”, dal quale poi prenderà anche il nome (Cursianum - Corsanicho).
Le prime notizie che ci confermano l’esistenza del borgo risalgono ad una pergamena dell’804, con la quale vengono allivellati dei beni appartenenti al monastero di S.Maria Ursimanni, ad un certo “Gudolo”, mentre una sua località detta Casesi, appare già citata in un documento del 739, dove viene trattata la vendita di una vigna “in loco Casisi”, appartenente ad un certo “Giusto” che fu acquistata dalla badessa Ursa del monastero di S.Maria Ursimanni, fondato nel 722 da suo padre Urso.
La piccola cappella privata del monastero, inizialmente intitolata a “Sancti Angeli” (S.Michele Arcangelo), come conferma una pergamena dell’818, sopravvisse all’estinzione del monastero avvenuta a metà del IX secolo e con il suo passaggio alle dipendenze del Vescovo di Lucca, iniziò il suo glorioso cammino che la porterà a diventare l’attuale Pieve di S.Michele di Corsanico, nel 1270 durante una delle tante guerre che i pisani e i lucchesi combatterono in Versilia, la chiesa venne completamente devastata, la sua ricostruzione poi sarà completata ai primi del XIV secolo.
Nel 1181 gli uomini di Corsanico, riuscirono dietro pagamento ad ottenere dai suoi Signori, i nobili di Bozzano alcuni privilegi, che saranno le basi per la costituzione del “Comune di Corsanico” (1261 statuto del Comune di Lucca), che sarà soggetto alla giurisdizione del governo lucchese, con l’obbligo di portare come imposta e segno di fedeltà, un cero di circa 4 libbre alla processione di santa Croce, nel successivo statuto (1308) Corsanico verrà poi inserito per un certo periodo sotto la giurisdizione della Vicaria di Camaiore, poi nei molteplici riordini territoriali del XIX secolo, verrà aggregato a Massarosa, suo attuale capoluogo comunale.
Altre foto:        Corsanico N°1 - N°2 - N°3             Pieve di S.Michele N°1 - N°2 - N°3                Oratorio di S.Michele (antico Ospedale)
Fonte battesimale            Marginetta  
L'organo di Corsanico
L'organo monumentale di CorsanicoLa storia del monumentale organo della Pieve di S.Michele di Corsanico, inizia nei primi anni del XVII secolo, quando all’organaro Vincenzo Colonna fu chiesto di costruire un organo per la chiesa di S.Francesco di Lucca, il Colonna accettò l’incarico per la consistente cifra di 380 scudi d’oro, il contratto venne stipulato nel 1602 da ser Giovanni Pardi , che concesse all’organaro veneziano solo 10 mesi di tempo per realizzarlo, tempi stretti che il Colonna non rispettò, riuscendo solo nel 1606 a portare a termine l’opera.
Nel 1672 il complicato sistema di utilizzo, necessitavano ben 4 uomini solo per manovrare i mantici, spinse i frati della chiesa di S.Francesco ad acquistare un organo più piccolo, che venne commissionato all’organaro lucchese Domenico Cacioli e a posizionare il vecchio organo sopra la porta d’ingresso della chiesa e da quel momento per l’organo iniziò un triste periodo, per molti anni fu scarsamente utilizzato, quasi dimenticato, pregiudicandone così il funzionamento, dopo molti anni necessitò di alcuni interventi di restauro, che vennero effettuati contemporaneamente ad alcune modifiche, in vari periodi furono aggiunti altri suoni (oboe-fagotto, flauto traverso, trombe contrabbasse.......) che ne stravolsero la struttura originaria.
Nel 1866 con la soppressione degli ordini religiosi, i frati furono costretti ad abbandonare il convento, nel 1885, l’organo messo all’asta venne acquistato da Annibale Ceragioli di Corsanico, per conto della comunità di Corsanico che era alla ricerca di un organo per la loro chiesa, la vendita trovò l’immediata opposizione di Papa Pio IX, che scomunicò chiunque acquistasse i beni requisiti ai vari ordini religiosi, la curia lucchese riuscì ad aggirare il problema, dichiarandolo prestato e non acquistato, solo nell’ottobre del 1934, dopo mezzo secolo, che le sue note avevano accompagnato le celebrazioni liturgiche della chiesa di S.Michele di Corsanico, la questione venne risolta, versando ai frati un’ulteriore somma e fra il 1981 e il 1984, l’organo subirà l’ultimo grande restauro.
Massaciuccoli
MassaciuccoliLa nascita del borgo di Massaciuccoli, la possiamo far risalire all’epoca romana e più precisamente al II sec. a.C. quando il Console M.Emilio Scauro prolungando la via Aurelia detta anche “Aemilia Scauri” o “Aurelia Nova” congiunse Pisa con Luni, andando ad incrociare la via Cassia proveniente da Lucca proprio a Massaciuccoli, presso questo nuovo crocevia alcuni storici ipotizzano sia stato costruito un “Mansio” o stazione di posta romana, sorto nelle vicinanze di un “Pagus” citato nella “Tabula Peutingeriana” e sede di alcune ville romane, che andranno poi distrutte con la calata dei barbari.
La presenza romana nel borgo è ancora oggi ben visibile, ai piedi della Pieve di S.Lorenzo, una delle più antiche della Versilia, esistono ancora le rovine di uno stabilimento termale e poco più in basso presso la riva del lago di Massaciuccoli, i resti di una villa romana dove è stato riportato alla luce uno stupendo mosaico, ma nonostante ciò i romani forse non furono i veri fondatori del borgo, in alcuni punti delle rive del lago di Massaciuccoli, l’estrazione della sabbia avvenuta negli ultimi secoli, ha riportato alla luce numerosi reperti archeologici, che confermerebbero la presenza di piccoli insediamenti umani a partire dal paleolitico medio, inoltre nei pressi della riva ad est di Viareggio sono stati scoperti i resti di un antico insediamento realizzato su palafitte, risalente al VII sec a.C. quindi l’ipotesi di una fondazione pre-romana non è da scartare.
Alla fine dell’invasioni barbariche (soprattutto quella gotica), con l’insediamento in una fattoria “Massa” presente in loco del nobile “Cuccolo” o Ciucco”, probabilmente di origine longobarda, iniziò a formarsi il toponomio del borgo, all’interno di una pergamena datata 847, compare la dicitura “Massa Que Dicitur Ciucculi” preludio di Massaciuccoli, anche se ultimamente lo storico G.Lera ha ipotizzato la sua origine sia avvenuta dal termine “Maceriocula” indicante le macerie romane presenti nel borgo.
Le pestilenze e la malaria bloccarono per molti secoli lo sviluppo di Massaciuccoli, poi con le bonifiche realizzate nel XIX sec. la popolazione dedita principalmente alla pesca e all’agricoltura iniziò a crescere (eccetto gli anni delle due grandi guerre) e oggi questo piccolo borgo ha iniziato a trasformarsi in un centro turistico, dal quale è possibile ammirare lo splendido paesaggio che offre il lago di Massaciuccoli.
Nel borgo, ogni anno all'inizio di luglio, viene organizzata la rievocazione storica romana "Massaciuccoli Romana", nella quale viene riproposta, anche una grande battaglia campale, combattuta fra le Legioni romane e le tribù Celtiche dei Liguri Apuani (descrizione evento)
 
Altre foto:      Massaciuccoli N°1 - N°2          Terme romane N°1 - N°2          Villa Romana           Lago di Massaciuccoli          Pieve S.Lorenzo
 
Lago di MassaciuccoliLe terme romane di MassaciuccoliIl mosaico della villa romana di Massaciuccoli
Castello di Aquilata
Massaciuccoli in epoca medievale fu protetto per alcuni secoli dal castello di Aquilata, edificato in epoca imprecisata poco più in alto del borgo (240 s.l.m.), in una posizione altamente strategica per quei tempi, in grado di poter osservare i più importanti castelli che dal mare (Castello di Bozzano sul colle di Loglia e Castello di Meto sul monte Meto) arrivavano fino alle porte di Lucca (Castel Passerino e Castiglioncello), venne per due volte distrutto dalle truppe pisane, la prima volta avvenne nel 1198, poi dopo esser stato ricostruito dai lucchesi, che nel 1234 lo cedettero per un breve periodo come pegno a Papa Gregorio IX, nel 1314 fu definitivamente distrutto dal pisano Uguccione della Faggiola.
Il castello, negli anni del suo massimo splendore racchiuse fra le sue mura una piccola borgata, nata intorno ad una chiesina intitolata a S.Pietro e una rocca, che al suo interno racchiudeva una massiccia torre a base quadra, che fungeva da Mastio, oggi di questa fortezza medievale restano solo alcuni ruderi che non sono visitabili, perche all’interno di una proprietà privata.
Mommio
Oggi il termine Mommio non indica più un singolo borgo ma bensì due paesi ben distinti, Mommio Castello, la parte più antica che prese vita in epoca romana da una fattoria assegnata al colono “Mommius” e Piano di Mommio la parte più moderna un tempo zona semiacquitrinosa e oggi paese vivo e in continua espansione nel fondovalle.
Mommio Castello
Mommio CastelloIl borgo di Mommio Castello si sviluppò principalmente in epoca medievale, intorno ad un castello che molti storici locali definiscono solo un grosso casolare fortificato, non avendo riscontrato in alcun documento la citazione di “Castrum” e non avendo trovato tracce di eventi bellici verificatesi nel borgo, cosa che non avvenne nel vicino castello di Monte Meto (oggi scomparso).
Mommio Castello, che nello statuto lucchese del 1308 risulta già Comune sottoposto alla Vicaria di Camaiore, appartenne per un lungo periodo ai Signori di Vallecchia (del ramo detto Flammi) e ai figli di Ubaldo di Bozzano (detti comunemente Ubaldini), come i borghi vicini con l’istituzione della Vicaria di Viareggio (1617), venne posto sotto la giurisdizione di Viareggio, per poi venire annesso al Comune di Massarosa (1869).
La chiesa di Mommio Castello intitolata a S.Andrea , viene nominata per la prima volta in un documento del 1234, riguardante un processo effettuato ad un certo Veltro da Mommio e in origine fu sottoposta alla Pieve di Camaiore.
Altre foto:      Mommio       Chiesa N°1 - N°2       Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6
Piano di Mommio
Piano di MommioAll’inizio della sua storia la borgata di Piano di Mommio comprendeva poche case sparse per la campagna, fra le quali figurava l’Ospedale di S.Maria Martyres, utile ricovero per i pellegrini, trasformatosi poi in ospizio per i poveri e un piccolo porticciolo (ormai scomparso), comunicante con il mare attraverso la Fossa dell’Abate, la Fossa Nova e il lago di Massaciuccoli.
Lo sviluppo del paese iniziò principalmente con le bonifiche realizzate alla fine del IX secolo, che resero fertile e salubre le terre comprese fra il lago di Massaciuccoli e Viareggio, poi con lo sviluppo turistico della Versilia, l’agricoltura iniziò ad essere abbandonata e i paesi del fondovalle disposti lungo le principali vie di comunicazione, col passare degli anni si trasformarono in centri commerciali e residenziali.
 
Altre foto Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
Stiava
StiavaIl borgo di Stiava, sorse in epoca imprecisata nei pressi di uno dei tanti piccoli porticcioli disseminati in quella zona lacustre, che anticamente offrirono riparo alle piccole imbarcazioni, adibite principalmente al trasporto delle merci, provenienti dalla piana di Lucca verso il mare, Stiava è uno dei paesi più antichi del comune di Massarosa, lo stesso toponomio latino “Sclava” (baracche dove vivevano degli schiavi) fa capire quanto sia remota la sua fondazione, il primo documento che conferma la sua esistenza è del 994 e venne redatto dal Vescovo Teudegrimo, quando allivellò i beni della chiesa dedicata a S.Maria, a Gherardo figlio di un certo Inghifredo.
I Lucchesi dopo il Mille per poter controllare i vari Signorotti versiliesi, edificarono una rocca all’interno del borgo, fortificazione che nel 1132 venne poi smantellata dall’Imperatore Federico I il Barbarossa, le cui rovine alcuni storici locali, le identificano nella caratteristica base circolare dell’attuale campanile.
La peste del 1348 colpì duramente il borgo che quasi andò scomparendo, poi il paese lentamente iniziò a riprendersi, superate l’ultime epidemie del XV secolo, grazie anche alle prime bonifiche realizzate intorno al lago di Massaciuccoli, Stiava vide sviluppare molto l’attività agricola del suo territorio, da dove iniziò la prima coltivazione di riso della Versilia, le continue bonifiche realizzate dal XVII secolo favorirono anche la costruzione di alcune ville, la più famosa edificata dal Duca Ludovico Borbone, ospitò numerosi personaggi importanti fra i quali Margherita Buonvisi che al suo interno, edificò anche una piccola cappella dedicata a S.Anna.
La chiesa parrocchiale di Stiava, intitolata a S.Maria Assunta e sottoposta alla Pieve di S.Pantaleone a Elici, nel Catalogo degli Estimi del 1260, risulta la più ricca e florida chiesa delle “Terre” di  Massarosa, il tributo delle sue Decime era pari a 150 Lire.
Altre foto:   Chiesa          Resti dell'antica rocca

 

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