Il
castello di Verucchia, è una delle tante fortezze della
lucchesia andate perse nel corso dei secoli, della sua storia
conosciamo poco o nulla, oggi le principali notizie in nostro
possesso provengono dalle memorie storiche di alcuni storici
(Pacchi, Raffaelli e De Stefani), che nel passato attirati dalle
fantasiose leggende popolari che lo circondavano approfondirono
l’argomento.
Verucchia antico borgo fortificato da un castello, venne fondato
sopra un ripido contrafforte nei pressi di Balbona,
probabilmente in epoca tardo-romana, ipotesi confermata dal
ritrovamento in loco, di alcuni decori scolpiti sopra delle
pietre appartenenti alla sua chiesa, simili a dei fregi (VIII
sec.) presenti nella chiesa di S.Pietro di Careggine
attribuibili alla stessa mano.
Il
castello e la sua chiesa “Ecclesiam S.Jacobi de Verucola” (in
seguito la chiesa verrà citata come dei SS.Cristoforo e Jacopo
di Verucchia), vengono citati per la prima volta in un
documento, nella “Bolla” del 1168 spedita al Pievano di Pieve
Fosciana da Papa Alessabdro III, durante un suo soggiorno a
Benevento, successivamente in un altro documento ecclesiastico
del 1194, riguardante i possedimenti del Vescovo di Lucca viene
citato nuovamente il castello.
Con l’inizio del XIII secolo le notizie del castello di
Verucchia si intensificano, il 27 aprile 1212 il Vescovo di
Lucca Roberto donò in feudo la “Terra” di Verucchia, a
Rosselmino figlio di Rolando de’ Monti (l’antico Montalfonso)
appartenente al casato dei Signori de’ Monti, parenti dei Conti
di Bacciano.
Nel febbraio del 1227, i lucchesi dopo aver preso e incendiato
Castiglione assediarono ed espugnarono anche Verucchia, alcuni
mesi dopo gli uomini ed i consoli del borgo (Comune libero)
giurarono fedeltà al Vescovo di Lucca, obbligandosi a versargli
ogni anno 12 Denari Lucchesi e a soccorrere ed accogliere fra le
sue mura i cittadini lucchesi.
In
quel periodo la Repubblica di Lucca (filo-imperiale) entrò in
lotta con il Papa (Gregorio IX) incorrendo in diversi periodi
nella scomunica papale, innescando in Garfagnana una serie di
eventi bellicosi che sconvolsero la vita dei suoi castelli,
questa disputa causò più di una volta degli attriti fra gli
uomini di Verucchia e quelli di Castiglione, che mal tolleravano
certi privilegi accordati al vicino castello.
L’indipendenza del Comune di Verucchia terminò con la “Bolla”
emanata da Papa Innocenzo IV il 25 maggio 1253, con la quale
Verucchia fu inserito nella giurisdizione di Castiglione,
mantenendo ugualmente lo status di Comune libero.
Nel 1356, gli Antelminelli nel tentativo di impadronirsi
nuovamente di Lucca, oltre che ad organizzarono delle rivolte in
Garfagnana posero l’assedio a Castiglione (finito in mani
pisane), Pisa informata dell’accaduto inviò dei rinforzi
costringendo gli Antelminelli alla fuga, prima di valicare
l’Appennino i figli di Castruccio Castracane, lasciarono un
presidio armato nel castello di Verucchia sotto il comando di
Giovanni di Ser Bianco da Castiglione, le soldatesche pisane che
inseguivano gli Antelminelli assediarono e costrinsero alla resa
il castello, danneggiando le sue difese, che con la cosiddetta
pace degli Antelminelli (1371) verranno distrutte completamente
dai lucchesi, rientrati nuovamente in possesso di Verucchia, la
distruzione del castello narrata nelle “Croniche” del Sercambi
decretò anche la fine del borgo.
La
sua chiesa appartenete al Capitolo dei Canonici di S.Martino,
dalla quale dipendevano le comunità di Balbona e di Isola
condivise le sorti del borgo, dopo esser stata unita a quella di
S.Pietro di Castiglione (1391), iniziò a perdere la sua
importanza e la costruzione della chiesa di Balbona (XV secolo)
decreterà definitivamente la sua fine, dopo esser stata
abbandonata, nel corso dei secoli andrà completamente distrutta
(come tutto il resto).
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