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I borghi di Camporgiano
Pag.1
Poggio  (La Rocca della Capriola)
   
   
Pag.2 Casatico   Roccalberti   Sillicano   Vitoio

 

Casatico
Casatico
Casatico, più che un borgo, possiamo considerarlo come una borgata di Vitoio, la loro vicinanza e probabilmente, il basso sviluppo urbano e sociale, tenuto da ambedue i paesi nel corso dei secoli, ha favorito sia l’unione pastorale (mantenutasi, fino ad oggi), e l’unione civica che ha iniziato, a differenziarsi solo dopo il XVI secolo, con l’approvazione, del proprio statuto Comunale, da parte del duca Alfonso II d’Este, nel 1585 ( i Capitoli furono scritti, ai tempi del padre Ercole II d’Este), comunque se oggi i due paesi, continuano ad essere uniti pastoralmente e divisi civilmente (sono due piccole frazioni ben distinte del comune di Camporgiano), dal punto di vista storico, possiamo considerarli una sola entità, con origini e ruoli istituzionali diversi.
Secondo l’analisi del’etimologia, del suo toponomio, fatta dallo storico Domenico Pacchi, si può supporre una sua fondazione di origine romana (forse una fattoria, tramutatasi in “Villa”), per il Pacchi, il termine deriverebbe da “Casaticum” , “Casa” più il suffissio “aticum” (casale o fattoria), il paese inizialmente fu sprovvisto da difese, a differenza di Vitoio (segno di una maggiore autorità) che sopraggiunsero solo dal XIV secolo, visto che nel Registro Vaticano di Cencio Camerino (o Camerario) del 1192, viene citata sempre come “Villa”, e che le prime notizie, di una piccola rocca, si hanno solo nel 1401, quando Paolo Guinigi, decise di ristrutturarla.
Intorno al Mille la “Villa” di Casatico, come alcune altre Terre garfagnine, furono sottoposte direttamente alla Santa Sede, il De Stefani in “Storia dei comuni della Garfagnana”, parla di alcuni privilegi concessi in Garfagnana, prima del Mille da Papa Giovanni XIII e Papa Gregorio V e di altri, comprendenti probabilmente anche quelli di Casatico, concessi nel secondo millennio da Papa Benedetto VIII (1012 – 1024) o IX (1033 – 1043).
Nel XIII secolo, i lucchesi aiutati dall’Imperatore Federico II, riuscirono a piegare le resistenze dei vari signorotti della Garfagnana (furono chiamati anche i Cattanei di Garfagnana) e Casatico venne inserito, nella giurisdizione della Vicaria di Camporgiano, nel XV secolo con la venuta degli estensi, insieme al vicino Vitoio, Casatico fu sottoposto alla Vicaria estense delle Terre Nuove, ed esclusi i fatti sopra elencati, la storia di Casatico non si discosta più di tanto, da quella di Vitoio (scheda) e Camporgiano (scheda), per approfondire la sua storia, vi consigliamo di leggere anche le loro schede.
Nel paese, è presente una piccola chiesa, intitolata allo Spirito Santo, sempre sottoposta a S. Maria Assunta di Vitoio.
 
Altre foto:     Casatico N°1 - N°2 - N°3       Chiesa S.Spirito N°1 - N°2         Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 - N°9 - N°10
Roccalberti
RoccalbertiIl borgo di Roccalberti, come è facile intuire dal suo stesso nome, prese origine da una piccola, ma inaccessibile rocca che come narra, lo storico L.Pegna, prima del Mille, il Vescovo di Luni concesse in allivellamento, agli Alberti, antico casato, imparentato con i Malaspina e i Fieschi di Lavagna, nobili che nel XIII secolo, decaddero e a quel punto, secondo il Pegna, furono chiamati con disprezzo “Albertacchi” e “Bertacchi”, subendo più tardi, anche l’affronto della deportazione (a Camporgiano), per opera di Castruccio Castracane.
Le prime notizie documentate, della Villa di Roccalberti, sono legate ad un piccolo oratorio “Cappella de Rocha”, nominato per la prima volta, nel Catalogo delle Decime della Diocesi di Lucca del 1297 e sottoposto, alla “Plebs de Castello” (S.Pietro di Piazza al Serchio), cappella privata del castellano o chiesa parrocchiale? Domanda più che lecita, visto che nei successivi documenti diocesani, viene rammentata, soltanto una chiesa dedicata a S.Stefano, l’attuale parrocchiale. 
Con la venuta dei lucchesi in Garfagnana, la “Terra” di Roccalbeti, fu sottoposta alla Vicaria di Camporgiano, (Statuto Lucchese del 1308), alcuni anni dopo i Malaspina, per un breve periodo rientrarono in possesso della rocca, inaugurando un intricato periodo storico, nel quale Roccalberti, cambierà più di una volta bandiera, grazie ad una spedizione militare, il condottiero lucchese Castruccio Castracane, con le buone o con le cattive, riprese il controllo dell’intera Garfagnana, ma alla sua morte (1328), il Marchese Spinetta Malaspina, ne approfittò per riprendersi le sue Terre, per poi rivenderne i diritti feudali, ai fiorentini e dopo un anno grazie all’aiuto pisano, se ne impossesserà nuovamente. Nel 1369, Lucca porrà fine al dominio pisano e per qualche decennio, “Rocha Alberti”, sotto la Signoria di Paolo Guinigi, attraverserà un periodo di pace e tranquillità, la caduta del Signore lucchese (1430), riaprirà le dispute, pisani, fiorentini e lucchesi, riprenderanno a contendersi le Terre garfagnine, fino a quando nel 1446, Roccalberti, come molte altre Terre vicine, si diedero volontariamente, al Marchese Leonello d’Este che in breve tempo, istituì la provincia Estense della Garfagnana, ridimensionando le mire espansionistiche, dei tre vecchi contendenti, ai primi del ‘600, Lucca entrerà in guerra con gli estensi, ma gli scontri armati, coinvolgeranno solo marginalmente Roccalberti, con l’Unità d’Italia, il borgo continuerà a restare legato a Camporgiano, suo attuale capoluogo comunale
 
Altre foto:    Antico stemma   Chiesa      Campanile N°1 - N°2       Vicolo N°1 - N°2
La Rocca di Roccalberti
RoccalbertiLa rocca, difesa da alcune torrette e da un’ampia cinta muraria, di cui oggi sono rimaste solo poche tracce (il terremoto del 1920 ne demolì alcune parti), fu eretta, sopra un irto sperone roccioso, principalmente, con lo scopo di controllare l’accesso, alla valle dell’Edron e dell’importante via commerciale che attraversando, le “Ville” di Vagli e il passo della Tambura, conduceva al mare, una tortuosa strada che nel ‘700, il Duca Francesco III d’Este, decise di ricostruire, il nuovo tracciato, prese il nome (via Vandelli), da colui che lo realizzò, Domenico Vandelli e ancora oggi è percorso, per motivi turistici e non più commerciali e militari, da centinaia di escursionisti, anche se in alcuni tratti l’incuria, ne ha deteriorato la massicciata in pietra.
 
Sillicano
Le origini del borgo di Sillicano, rimangono sconosciute, quasi certamente, come il vicino paese di Filicaia, sul quale vantò giurisdizione (fino ai tempi moderni), venne abitato o frequentato dalle prime tribù celtiche, dei Liguri che nel periodo preromano, controllarono l’intera Garfagnana, la scarsa documentazione, non consente di conoscere con esattezza, la sua storia che in linea di massima, non si discosta da quella del suo capoluogo comunale, Camporgiano.
Probabilmente di origine romana, vista la similitudine, fra l’etimologia del suo toponomio con altre simili e di chiara origine latina, come  Sillico e Sillicagnana, prima del Mille, probabilmente occupò una posizione di rilievo, dato che come racconta il Raffaelli (Descrizione geografica storica economica della Garfagnana), nella parte più in alto del paese, ancora detta località Torre, fu difeso da una rocca, andata poi completamente distrutta.
 Fortificazione probabilmente, resasi necessaria, per la presenza nelle sue vicinanze, di una delle tre principali vie antiche della valle, conosciute anche come varianti della via Romea o Francigena che per secoli, furono non solo transitate da pellegrini diretti a Roma, ma anche da quasi tutti gli eserciti, provenienti dal nord e diretti verso la piana lucchese (o che viceversa se ne andavano), andirivieni che perdurò, purtroppo fino ai tempi moderni, questa via detta “Via del Volto Santo”, proveniente dal Passo Tea, dopo essersi separata dal tratto originario della Via Romea o Francigena, giungeva a Castelnuovo Garfagnana, passando per Piazza al Serchio e Camporgiano, esponendo certamente il borgo, ad eventuali scorrerie nemiche, soprattutto in epoca medievale, quando lucchesi, pisani e fiorentini in Garfagnana si fronteggiarono a lungo.
 Per quanto riguarda, gli altri due percorsi, per una migliore comprensione dell’intricata rete viaria della Garfagnana, vi illustriamo in linea di massima i loro percorsi: La “Via della Transumanza”, provenendo dal Passo di Pradarena, raggiungeva Castelnuovo Garfagnana, costeggiando la riva sinistra del fiume Serchio, come d'altronde, la “Via della Contessa Matilde” che dal passo montano di S.Pellegrino, passando per Chiozza e Castiglione arrivava fino a Castelnuovo Garfagnana.
 A partire dal X secolo, iniziamo ad avere le prime notizie documentate di Sillicano, lo troveremo rammentato come “Massae in Silignano”, all’interno del Registro Lateranense, mentre la sua chiesa “S.Nicolai de Sillicano”, verrà nominata nel XII secolo, da Papa Alessadro III, nella Bolla del 1168, riguardante alcune “Terre” garfagnine. La chiesa nel corso dei secoli, continuerà ad essere intitolata al suo vecchio santo patrono e nel 1921, perderà le sue prerogative sulla chiesa del paese di Filicaia, oramai diventata una frazione indipendente del comune di Camporgiano
Per approfondire la storia del borgo, dopo il XIII secolo, vi invitiamo a consultare la scheda dedicata a Camporgiano, dove sono riportate, anche le vicende storiche della Vicaria di Camporgiano, prima lucchese, poi estense.
Altre foto:     Sillicano  N°1 - N°2         Chiesa  N°1 - N°2 - N°3 - N°4        Vicolo  N°1 - N°2 - N°3        Antico stemma     
Oratorio Madonna dell'Assunta
Vitoio
Vitoio
Il borgo di Vitoio “Viturium” (da “Vitus” cerchione della ruota), di origine quasi certamente romana, come ci racconta lo storico M.L. Pegna, risulta fra i più antichi del comune di Camporgiano, le prime notizie risalgono al 793, quando alla morte del Vescovo di Lucca, Walprando, grazie ad un atto testamentario, i suoi beni locati in “Vitojo” vennero ceduti al suo successore, Vescovo Giovanni, mentre in un successivo documento (795), il benestante Totone, fondò in “Vitojo”un piccolo oratorio intitolato ai Santi Maria e Pietro che dopo il Mille, verrà sostituito, da una piccola chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta e sottoposta al Pievere di S.Pietro di Piazza al Serchio.
Nel X secolo, la “Villa” di Vitoio, appartenne al feudo dei Gherardinghi, grazie ad un atto di allivellamento, concesso dal Vescovo di Lucca Teudigrimo (983 – 987), in favore di Gottifredo, figlio di Rodilando dei Gherardinghi, anche se in un altro atto del 995, il Vescovo Gherardo (dovrebbe essere Gherardo II, 991 – 1003) concesse le Decime, ai fratelli Alberico e Wiginildo figli del Corvarese Fraolmo, ma questa Signoria, forse si insediò solo per un breve periodo, visto che M.L. Pegna, in “Castelli, rocche e terre murate della Garfagnana”, al momento della conquista lucchese della Garfagnana del XIII secolo, attribuisce indirettamente il piccolo feudo di Vitoio, ancora ai Gherardinghi che sul finire del XII secolo, lo troveremo citato come “Villa Viturij”, all’interno del Registro Vaticano di Cencio Camerino, prima della sua nomina a Papa (Papa Onorio III 1216 ).
Una volta sottomesso alla giurisdizione lucchese, “Victorio” (Vitoio), venne inserito nella Vicaria lucchese di Camporgiano, con la morte di Castruccio Castracane a Lucca, per il paese di Vitoio, iniziò un periodo travagliato, Spinetta Malaspina, con l’aiuto pisano, riuscì a riprendersi le sue vecchie Terre, grazie ai suoi intrighi e soprattutto all’intervento dell’Imperatore Arrigo VII, nel conseguente Diploma emanato da Arrigo, il borgo verrà rammentato come “Victosius”, con la discesa in Italia di Carlo IV di Boemia, 1369, i lucchesi per alcuni decenni rientreranno in possesso delle Terre di Garfagnana, ma al momento della caduta a Lucca, della Signoria di Paolo Guinigi (1430), Vitoio precipitò nuovamente nel caos politico di quel periodo, dove lucchesi, pisani e fiorentini, cercarono nuovamente di spartirsi la Garfagnana, ma a questo punto, molti borghi garfagnini, decisero di sottomettersi agli estensi che opportunamente, accettarono l’offerta, inviando immediatamente le loro truppe a difesa dei nuovi castelli, Vitoio, non aderì subito a questa iniziativa politica, ma insieme ad altre 9 Terre, ritardarono l’adesione fino al 1451, per amministrare queste Terre, il Duca Borso d’Este, il 24 luglio, istituì la Vicaria delle Terre Nuove e Vitoio, si separerà da Camporgiano (eccetto alcuni brevi periodi, come quello napoleonico) fino all’Unità d’Italia.
 
Altre foto:   Vitoio N°1 - N°2 - N°3      Chiesa N°1 - N°2    Vicolo  N°1 - N°2 - N°3 - N°4

 

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