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I borghi di Camporgiano
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Pag.1 Poggio    Rocca della Capriola

 

Poggio
Il borgo di PoggioTracciare la storia antica, del paese di Poggio, rimane tuttora un’impresa ardua, gli storici locali che fino ad oggi, si sono avventurati in questa impresa, sono sempre, entrati in contraddizione fra di loro, al momento, di affrontare lo spinoso, ma importante problema, dell’ubicazione dell’antica Pieve di S.Terentio, una delle più antiche della Garfagnana e della quale, si sono perse le tracce (molto prima dei tempi moderni), dopo aver consultato i loro studi e le varie ipotesi fornite, abbiamo deciso, di iniziare la nostra ricostruzione dei fatti, esaminando in ordine cronologico, i tre temi che riteniamo fondamentali, per una, più giusta ricostruzione dei fatti e vale a dire: Il Colle della Capriola, con annessa la sua rocca il “Podium”, la “Terra” di S.Terentio e la “Villa” di S.Biagio.
Il paese di Poggio, formatosi, sul lato di levante del colle della Capriola, oggi come un tempo, lo troviamo ubicato, in prossimità di un interessate nodo viario, una diramazione di antiche vie preromane e romane, diventate poi, fondamentali, per lo sviluppo dei paesi della Garfagnana, fondati sulla riva destra, del Serchio, quindi non può stupire più di tanto, la scoperta, di un primo insediamento celtico dei Liguri Apuani, risalente al periodo finale, dell’età del Bronzo e sviluppatosi ulteriormente, fra il III° e il II° secolo a.C. alla vigilia dell’invasione romana, segnale forse, della presenza in loco, di un primo castellaro (o castellare), in grado di offrire riparo alla popolazione, tenendo contemporaneamente, sotto controllo la valle sottostante.
Una campagna di scavi archeologici, iniziata nel 1984, esaminò, la parte più alta, del colle della Capriola, un imponente colle roccioso, di origine lavica, formatosi, in epoche preistoriche, quando l’intera valle, era ancora sommersa dalle acque (vulcani subacquei), gli scavi effettuati, riguardarono principalmente, i due piccoli promontori (le vette di quel grande sperone roccioso) che in seguito, ospitarono, anche la rocca medievale della Capriola, detta anche “Podium Sancti Terentii”, gli scavi riportarono alla luce, numerosi reperti archeologici, di varie epoche, e curiosamente i pezzi più antichi (Scodelle carenate e olle), furono rinvenuti, in prossimità della più bassa, mentre i reperti (anfore, pezzi di ceramiche, brocche ed altro vasellame), databili, al tempo dell’invasione romana, furono rinvenuti in gran numero, presso la più alta, con la vittoria romana del 180 a.,C., questa primitiva comunità scomparve, le uccisioni e la grande deportazione di massa che i Liguri Apuani subirono, interruppero per alcuni secoli, il processo di fondazione e sviluppo del borgo.
Con la romanizzazione della Garfagnana, sorsero, i primi centri abitati della valle e con l’avvento del cristianesimo, queste piccole comunità, iniziarono a fondare le prime chiese, come avvenne per la Terra di S.Terentio, sede dell’omonima Pieve, ma dove era collocata questa Terra?
Prima di proseguire nel racconto, è utile, fare alcune considerazioni, la prima (la principale) riguarda, i criteri applicati inizialmente, per scegliere i luoghi adatti, ad ospitare le prime Pievi, in quel periodo, soprattutto in campagna, per aiutare le piccole comunità, spesso distanti fra loro, le chiese battesimali, furono erette, generalmente presso importanti nodi viari, permettendo così ai devoti, di raggiungerle agevolmente (da più parti), senza preoccuparsi se rimanevano isolate, in mezzo ai boschi o ai campi, anzi la loro presenza, favorì spesso il nascere di piccole borgate o paesi, il facile accesso, era utile anche per il commercio, non a caso importanti mercati e fiere vennero spesso, indetti intorno alle chiese, in occasioni di particolari festeggiamenti religiosi.Un tratto, dello sperone roccioso, del Colle della Capriola
La seconda, riguarda l’odierna Chiesa di S.Biagio (inizialmente intitolata a S.Maria di Rogiana) che ancora oggi, mantiene queste caratteristiche, compreso il nome “Villa” della piccola borgata, nata nei suoi pressi e la terza considerazione che desideriamo sottolineare, riguarda la fragilità delle prime fabbriche, prima del Mille, le chiese vennero ricostruite quasi tutte, almeno una volta, ricostruzione che spesso, comportò una nuova consacrazione, approvata (o imposta) dal benefattore, di turno.
Fino ad oggi, gli storici locali avvalendosi di motivazioni, più che valide, anche se divergenti fra loro, hanno proposto più di una ipotesi, come Lopes Pegna e Raffaello Raffaelli, il primo, collocherebbe l’antica Pieve di S.Terentio, in località “Battifollo” (non conosciamo l’ubicazione), mentre per il secondo, l’odierna località “Villa di S. Biagio”, non sarebbe altro che l’antica “Villa Rogiana”, sede della Pieve di S.Terentio di Rogiana, ipotesi (per ora), abbracciata anche da noi, mentre una posizione più scettica, l’assunse Lorenzo Angelini, mettendo in discussione alcune questioni e soprattutto, un documento del 1168, redatto a Pieve Fosciana e citato alcune volte, come prova, in questo documento, viene rammentata la chiesa “Ecclesiam Sancti Blasii de Podio Sancti Terentii” e per l’Angelini, questa citazione, rappresenterebbe un falso, dato che nel XII secolo, anno della sua edificazione (non fondazione), la chiesa di S. Biagio (Blasii), risulta intitolata a S.Maria di Rogiana (per un certo periodo sarà contitolare e dopo il XVII secolo, assumerà definitivamente il titolo, di S.Biagio) e soprattutto, perché a questo documento, non ne seguirono altri, con questa citazione, come si può intravedere, la questione è già molto complicata, ma ora riprenderemo il percorso storico del Poggio.
Al termine della invasioni barbariche, con l’insediamento dei Longobardi, la situazione politica ed economica della Garfagnana, migliorerà, e le sue comunità potranno così riprendere a crescere, in questo periodo, la chiesa ricoprirà un importante ruolo, saranno i Vescovi, grazie a dei contratti di allivellamento, ad assegnare l’amministrazioni dei beni diocesani, di queste Terre, ai vari nobili longobardi e grazie, a queste prime pergamene, possiamo ricostruire anche la storia di Poggio, comunità che appartenne per molto tempo, al potente casato dei nobili di Bacciano e di Careggine, rammentati nel Diploma Imperiale, di Federico I nel 1185, spesso amici dei pisani e grandi oppositori di Lucca, come avvenne nel 1227, quando sfideranno nuovamente i lucchesi, giurando fedeltà a Papa Gregorio IX, nella chiesa di Santa Maria di Pugnano (Pisa).
Le prime notizie di Poggio, le troviamo in alcune pergamene del X secolo, dove viene citata più di una volta, la Pieve di San Terentio di Rogiana o Rojana, “ecclesia Sancti Terentii et Sancti Johannis Baptiste……plebem battisimalis sito Rogiana” (intorno al Mille, tutte le chiese battesimali furono intitolate anche a S.Giovanni Battista), questi primi documenti, confermano, l’esistenza della Pieve e soprattutto, di una piccola comunità presente in Rogiana, l’attuale borgata (Villa) di San Biagio, la Pieve rammentata per l’ultima volta, in un documento del 995, col nuovo millennio, vedrà spostare i suoi privilegi, nella Pieve di S.Pietro di Careggine, sede amministrativa dei nobili di Careggine, quindi è logico pensare che la scomparsa, della Pieve di S.Terentio, non sia materiale, ma solo una questione di politica diocesana che certamente, non privò la comunità di “Villa Rogiana”, di una propria chiesa, non conosciamo l’anno preciso, della consegna, delle prerogative battesimali, ma possiamo confermare, la presenza in loco, di una chiesa, di nuova costruzione (la fabbrica risale al XII secolo), consacrata a Santa Maria di Rogiana, edificata probabilmente, dopo il passaggio di consegne, in sostituzione della vecchia Pieve.
L’esistenza di questa chiesa, eretta, secondo una tradizione popolare, per volere della Contessa Matilde di Canossa e che in seguito, assumerà il titolo di S.Biagio, è documentata, sia nella Bolla di Papa Alessandro III, del 1168, “Ecclesiam S.Maria de Rojana” che in un documento, del Registro Lateranense di Cencio Camerlengo, del 1192, a questa evoluzione, per così dire “ecclesiastica”, corrispose anche una ben più importante, evoluzione civile-militare, i nobili di Bacciano e di Careggine, nel frattempo non erano rimasti inattivi, sopra il colle della Capriola, intorno al XII secolo, costruirono un’espugnabile rocca, distante dal centro amministrativo (Careggine) del casato, ma che per molti storici, ospitò le vere stanze del potere, dei nobili di Bacciano e Careggine.
Ma chi erano costoro? Le prime tracce della consorteria, composta forse da due famiglie, in stretto legame fra loro e con i nobili di Corvaia e Vallecchia (Versilia), le troviamo in un documento del 1065, dove vengono rammentati come i “Baccianesi”, anche se prima di allora, i fratelli Alberigo e Winildo (probabili capostipiti), figli di Fraolmo (dei Corvaresi), ottennero nel 995, in allivellamento le Decime della Pieve di San Terenzio (ultima citazione della Pieve), per meglio comprendere l’importanza di questo casato, vi elencherò un tratto della loro discendenza, partendo proprio dai fratelli Alberico o “Albizio” e Winildo o “Winitio” che possiamo considerare i capostipiti dei Baccianesi, il loro padre Fraolmo, discese da Cunerado o Cunizio, figlio di Fraolmo II, a sua volta figlio del Visconte Fraolmo I (insignito “Vicecomes” probabilmente dall’Imperatore Ottone I), figlio di Teudimundo, del fu Sisemundo, quest’ultimo (Sisemundo) fu un’importante nobile Corvarese, vissuto nel IX secolo, dal quale poi discesero numerose famiglie nobili lucchesi.
I nobili di Bacciano e Careggine, ricalcando la vecchia strategia, dei Liguri Apuani, decisero di costruire, una possente rocca, sul Colle della Capriola, con lo scopo di controllare la vallata sottostante e l’operato del vicinato, compreso il potente casato dei Gherardinghi, ben asserragliato, fra le mura della Fortezza delle Verrucole e soprattutto, per vigilare sulle riscossioni delle varie gabelle, richieste al transito delle merci, sul Ponte di Bacciano, costruito, forse in epoca ben più antica, sul fiume Serchio, alla fine del dirupo roccioso, del colle della Capriola, nel tratto compreso, fra le Terre di Sambuca e di Villetta (sotto l’attuale viadotto ferroviario), ponte, peraltro difeso anche da un altro castello “il Castellaccio”, in grado di bloccare, temporaneamente un’incursione, rallentando, la marcia degli eventuali invasori, diretti alle Terre di Careggine, per mezzo della via medievale che da ponte Bacciano, risalendo il pendio del colle della Capriola e passando presso le mura della rocca detta anche “Podium Sancti Terentii”, raggiungeva il nodo viario di Poggio o di “San Terentio”.
Dopo il Mille, con la sconsacrazione della Pieve di S. Terentio, il termine “Terentio” (Terentii o Terenzo), nei documenti indicherà, esclusivamente il Comune o la Terra del Poggio che comprendeva, la rocca “Podium” o anche “Podii” (con la borgata nata ai suoi piedi) e l’antica, ma piccola borgata di Rojana o Rogiana (l’odierna Villa), formatasi intorno alla chiesa di Santa Maria (poco distante dalla rocca), nel 1307, il Comune, ormai soggiogato dai lucchesi, verrà citato come “Sancto Terentio sue de Sancta Maria de Rojana”.
L'antica chiesa di S.Biagio (ex S.Maria di Rogiana)Nel XIII secolo, Lucca, riuscì ad estendere il suo dominio in tutta la Garfagnana, riunendo le nuove Terre, in Vicarie e la Terra di Poggio (San Terenzio), venne sottoposta alla Vicaria di Camporgiano (statuto Lucchese del 1308), alla morte di Castruccio Castracane, i Malaspina, vendettero (1341) i diritti feudali, della Terra di Poggio “S.Terentius”, ai fiorentini, per poi riprenderli, poco dopo, grazie all’aiuto dei vecchi amici pisani, nel 1343, alcune Terre si ribellarono a Spinetta Malaspina, il Signore, arroccato nel suo castello di Poggio (la rocca di Colle Capriola), grazie anche a dei rinforzi ricevuti dai pisani, in breve tempo, riuscì a ristabilire l’ordine, ma la rivolta scatenata in lucchesia, dai figli di Castruccio Castracane, alimentò nuovamente la guerra in Garfagnana, all’inizio del 1345, in soccorso di Lucchino Visconti (di Milano), rimasto coinvolto negli intrighi della sommossa, arrivò un ingente esercito, 700 barbute e circa 2.000 pedoni che i pisani, non osarono contrastare, consentendoli di conquistare le Terre delle Vicarie di Camporgiano e di Castiglione, con il trattato di pace stipulato fra il Visconti e i pisani, le Terre delle Vicarie, compreso “Podii Sancti Terenzii” rientrarono in possesso dei pisani (1348), a patto di un allontanamento definitivo dei Malaspina, da quelle Terre, così dopo anni di lotte e di intrighi, i Malaspina persero i loro feudi in Garfagnana.
Nel 1369, grazie all’Imperatore Carlo IV di Boemia, Lucca riottenne la sovranità, sulle sue vecchie Terre garfagnine, riuscendo ad amministrarle fino al 1430, poi con la caduta a Lucca, della Signoria di Paolo Guinigi, in Garfagnana, pisani, lucchesi e fiorentini, ripresero a guerreggiare e il Poggio come molti altri castelli, dopo otto anni di dominio fiorentino, decise di chiedere protezione, al potente esercito estense, del Marchese Leonello d’Este che immediatamente e opportunamente, occupò il borgo e le altre Terre garfagnine, la dedizione, verrà definitivamente accettata, il 12 febbraio del 1446 e nel nuovo riordino territoriale, il Poggio verrà inserito nella Vicaria estense di Camporgiano, rimanendovi fino all’Unità d’Italia, eccetto brevi parentesi, come quella napoleonica.
A partire dal XIV secolo, anche la vita religiosa della Terra di Terentio, subì dei sostanziali cambiamenti, la vecchia chiesa di Santa Maria de Rogiana, sottoposta alla Pieve di Fosciana, nel 1388, per volere di Papa Urbano VI, ottenne il privilegio del Fonte Battesimale, concessione, quasi estorta dai cittadini, visto che continuavano a battezzare, la loro prole, nella Pieve di Careggine e non in quella più lontana di “Villa Foxana” (la concessione verrà rinnovata nel 1444), il Fonte Battesimale, comunque non risollevò le sorti della borgata di Rogiana,, colpita duramente dalla peste, nel 1348, venne quasi abbandonata dalla sua popolazione che iniziò, ad insediarsi, nel nuovo borgo, nato sotto le mura della rocca, la migrazione fu irreversibile, l’antica chiesa, continuò ad espletare le funzioni religiose della comunità, ma nel 1500, nel borgo, venne fondato un piccolo oratorio, dedicato a Santa Maria Assunta, la comunità così dispose di due chiese, ambedue temporaneamente consacrate a S.Maria, negli anni successivi alla parrocchiale, venne affiancato il titolo di San Biagio (nella visita pastorale del 1684, era sempre intitolata ai Santi Maria e Biagio), per poi assumerne definitivamente il titolo ( XVIII secolo), decisione presa probabilmente, in occasione dell’edificazione di una nuova chiesa parrocchiale, all’interno del borgo, avvenuta fra il 1715 e il 1780, e consacrata come il vecchio oratorio, a S.Maria Assunta (il campanile di epoca più antica, restò distaccato dalla nuova chiesa), durante gli scontri armati della seconda guerra mondiale, la chiesa fu distrutta, l’attuale fabbrica, venne ricostruita alla fine della guerra, mentre l’antica chiesa di S.Biagio, nonostante la perdita della prerogativa parrocchiale e i turbolenti secoli che ha dovuto, attraversare (venne costruita nel XII secolo) è riuscita ad arrivare ai nostri giorni, mantenendo quasi inalterato il suo aspetto romanico.
 
Altre foto :  Poggio       Chiesa di S.Maria Assunta N°1 - N°2 - N°3        Campanile        Monumento ai caduti       Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5
 
 
Il borgo di Poggio La nuova chiesa d Poggio -  S.Maria Assunta Una via del borgo
La rocca della Capriola
Il castello o rocca della Capriola, venne eretto dai nobili di Bacciano e Careggine, fra l’XI e il XII secolo, sopra il Colle della Capriola, dove un tempo i Liguri Apuani, realizzarono il loro villaggio (quasi certamente fortificato, al tempo dell’invasione romana), il castello, detto anche “Podium Sancti Terentii” (o “Podii Sancti Terentii”), come l’antecedente villaggio Ligure, ricoprì le due piccole vette del colle, sopra le quali, vennero innalzate anche le sue torri, la più possente e importante (il mastio), fu costruita sulla vetta più alta, sul lato nord est, dove la parete rocciosa cade a strapiombo nel fiume, il punto più strategico, utilizzato dai Signori di Bacciano e Careggine, per poter controllare, la vicina Fortezza delle Verrucole, caposaldo dei nobili Gherardinghi (alleati e nemici, a secondo di come soffiava il vento), presso questa torre, lo storico R.Raffaelli, colloca anche la seconda porta del castello, detta la “Bacciana” dato che era rivolta alla Terra di Bacciano (soprattutto guardava al ponte di Bacciano), mentre una seconda porta, venne aperta nei pressi della seconda torre (vetta più bassa) lato di ponente, luogo che ospitò, anche gli alloggi delle truppe, mentre la popolazione, iniziò ad insediarsi, al di fuori delle mura della rocca, nei pressi della porta, dove oggi sorge l’odierno borgo, mentre l’area interna del castello, ospitò solo i nobili e il personale militare. Il castello perse la sua importanza, intorno al XIV secolo, ma la sua distruzione venne perpetrata, soprattutto dopo l’800, quando il terreno venne venduto ai privati e le pietre rimanenti, furono utilizzate per la costruzione delle case, lo scempio comunque era iniziato da molto tempo prima, la roccia lavica del colle della Capriola, non permette una facile estrazione delle pietre e la stessa rocca, venne costruita con pietre provenienti da altri luoghi

 

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