Fornovolasco, piccolo borgo che sorge alla base meridionale
delle due Panie (Pania della Croce e Pania Secca), oggi divenuto
famoso per la
Grotta del Vento (una delle più belle d’Italia,
non ha un’origine antichissima come altri borghi vicini, ma
viene a formarsi intorno al XIII secolo, in seguito all’attività
di estrazione del ferro di alcune miniere del luogo.
Il
suo nome “Forno de Volascho”, nella credenza locale viene fatto
risalire a un certo Conte Volascio di Brescia, arrivato in loco
con degli esperti dell’estrazione e fusione del ferro
provenienti da Bergamo e Brescia
Questo piccolo borgo “minerario”, circondato dalle Alpi Apuane (
N°1 -
N°2
-
N°3 -
N°4 )
appare citato per la prima volta all’interno di un atto del 4
dicembre 1284, dove dei lombardi di “Forno Volastro”risultano
cedere alcuni terreni, ai sindaci dei paesi di Teringo e
Livigliano, per appianare delle controversie sorte per questioni
di confine e del mancato rispetto di alcune agevolazioni
riguardanti l’uso del carbone in loro favore “Jus Lignandi”,
mentre all’interno di un contratto di vendita datato 7 febbraio
1308 troviamo le prime notizie di una fonderia,
il Notaro di
Camaiore Ser Antonio di Ser Filippo registrò un contratto di
vendita per conto
di una compagnia mercantile camaiorese, di una
quantità di ferro proveniente dall’Elba e
destinato a un forno
di fusione posto in “Furno Volaschi, vicarie Barge”.
Nel riordinamento giuridico della Garfagnana del 1272, i
lucchesi posero Fornovolasco sotto la giurisdizione della
Vicaria di Barga, ma quando nel 1331 questi ultimi persero Barga
dopo esser stati sconfitti dai fiorentini, fecero confluire
Fornovolasco all’interno della nascente Vicaria di Gallicano.
Dopo la caduta di Paolo Giunigi a Lucca, alcune “Terre” della
Garfagnana fra le quali Fornovolasco (1430), per sfuggire alle
scorrerie dei fiorentini chiesero protezione a Niccolò d’Este,
Marchese di Ferrara, gli estensi si inserirono immediatamente
nella lotta fra Lucca e Firenze per il dominio della Garfagnana,
che dopo una serie di vicende e di piccoli conflitti subì una
nuova spartizione, che durerà fino all’unità d’Italia (escluso
il periodo napoleonico con Elisa Baiocchi a Lucca), con questa
nuova situazione politica, Fornovolasco venne incorporato nella
Vicaria di Trassilico (istituita nel 1451), che insieme alla
Vicaria di Castelnuovo e Camporgiano andò a formare la
“Garfagnana Estense”
In
tutti questi anni le miniere di fornovolasco funzionarono a fasi
alterne, per la mancanza di strade e per le varie difficoltà
nell’estrarre e trasportare i vari metalli, nel 1486 il Duca
Ercole I d’Este si recò personalmente a visitare questo polo
siderurgico nascosto fra le montagne e quattro anni più tardi,
volendo rinnovare le sue munizioni (cercò di sostituire le
pietre da Bombarda con delle palle in ferro estratto dalle sue
miniere), dopo aver investito dei denari, ordinò ai maestri
forgiatori di Fornovolasco di produrne in quantità, operazione
che per la quantità di scorie e impurità presenti in quel ferro
purtroppo non fu possibile portare a termine. Nel 1702 il Duca
Rinaldo d’Este effettuò un ultimo tentativo per sfruttare queste
risorse offerte dalle montagne e avvalendosi della
collaborazione del geologo P.Peyrè e affidando la conduzione dei
lavori al Cav. Domenico De Corradi riuscì a riaprire per 18 anni
alcune miniere di ferro e rame.
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