Home
Borghi
Storia
Rievocazioni
Turismo
Cucina
Erboristeria
Cultura
Frammenti di storia del contado
Pre-romana Romani Goti Longobardi

 

Epoca pre-romana

I liguri-apuani, occuparono per diversi secoli la Garfagnana, all’arrivo dei Romani opposero una forte resistenza, i romani in quel tempo facevano base a Pisa, nel tentativo di sottometterli, furono costretti a più spedizioni e solo nel 180 a.C. riuscirono a sconfiggerli, come viene racconta dallo storico Tito Livio. Per stroncarne la resistenza, li deportarono in massa, in due volte ne furono deportati a Taurasi nel Sennio ben 47 mila. Intorno al 177 a.C i romani inviarono una colonia a occupare le nuove terre e a difesa del territorio conquistato costruirono dei campi militari”Castra” in punti strategici(Ghivizzano, Castelvecchio, Castelnuovo “Castrum Novum”, Piazza al serchio etc…)Alcuni paesi della Garfagnana devono il loro nome da questi primi insediamenti romani, come Sommocolonia, da “Sommo Colonia”( colonia più in alto)

 

Romani
La via Claudia o Clodia nova - Il console romano, M. Claudio Marcello, nel 183 a.C curò la realizzazione della via Clodia, via consolare, che partendo da Lucca, risaliva la media e alta valle del Serchio, fino a Piazza al Serchio, da dove proseguiva verso nord e verso Luni, valicando il passo di Tea e attraversando in seguito Fosdinovo.
Dalla toponomastica attuale, è possibile riconoscere con certezza, solo il primo tratto della via Clodia nova, partendo dalla porta settentrionale della città (ubicata probabilmente vicino a via Cesare Battisti), proseguiva in direzione di: Sesto Moriano, Valdottavo e Diecimo, località che devono il nome, alle pietre militari, poste lungo la strada per segnalare la loro distanza da Lucca, “sextum, octavum, decimun lapidem”.
Abbandonato Diecimo, la via Clodia proseguiva per Borgo a Mozzano giungendo, alla Pieve di Cerreto, da qui continuava tagliando verso l’interno (abbandonava il fondovalle per aggirare la strettoia di Calavorno), arrivando a Gioviano, scendendo poi verso Gallicano ( presso la chiesa di S.Lucia).
Lungo la via Clodia vi erano diverse diramazioni, in grado di collegarla con le altri valli vicine, come a Borgo a Mozzano dove un ponte di legno posto presso l’odierno Ponte del Diavolo (XI sec), permetteva di attraversare il Serchio e proseguire in Val di lima

 

Goti
La Tertia - Nonostante Lucca, fosse divenuta la capitale della Tuscia annonaria, della permanenza dei Goti nel Contado sappiamo poco, i germanici soppiantarono la popolazione romana, quasi esclusivamente all’interno della città,
Nelle campagne del Contado, in genere preferirono rinunciare alla spartizione delle terre, imponendo ai “possessores” romani il pagamento della “Tertia”, un’imposta pari al 33% delle rendite nette, delle terre in loro possesso. Quest’imposta introdotta e voluta da Odoacre (476-489), contributi a evitare il legame diretto dei Goti, con i “Fundi” romani, favorendo il loro insediamento in città e non nelle campagne.

 

Longobardi
La “Jura dei Canonici di S.Martino” – Verso la fine del IX secolo, dopo la caduta di Carlo il Grosso ultimo imperatore Carolingo, in Italia venne costituito un regno indipendente, all’interno del quale una serie di Re e Imperatori, cercarono di raggiungere il potere assoluto con ogni mezzo, per raggiungere tale obbiettivo, alcuni cercarono appoggi e favori nel mondo ecclesiastico, iniziando a donare ai vari Vescovi delle “Terre” in loro possesso con speciali esenzioni fiscali, creando involontariamente uno stato indipendente all’interno di un altro stato, come avvenne a Lucca con la “Jura del Capitolo di S.Martino di Lucca”.
Le prime concessioni al “Capitolo” (collegio dei canonici addetti a una chiesa), furono elargite in vari periodi da Re Ugo e Re Lotario, nel 932, Re Ugo di Provenza effettuò la più grande di queste concessioni, donò l’intera “Curtis di Massarosa” e alcune terre di Fibbialla, nel 941 ai Canonici di S.Martino, arrivarono in dono anche le terre di Montignoso, Gualdo e Ricetro, ampliando notevolmente la vastità della “ Jura”, che nel XII secolo si estenderà da Lucca fino al mare.
I canonici di S.Martino amministrarono la “Jura”, come un qualsiasi signore feudale, ma a differenza di molti di loro riuscirono a conservare il loro dominio nel proprio “Feudo” per otto secoli, la “Jura” terminò con la caduta della”Repubblica Aristocratica Lucchese”, avvenuta nel 1700.
 
<<<   >>>

I longobardi in Val di Serchio – I longobardi, penetrarono nella valle del Serchio, probabilmente verso il 590, quando il “limes” bizantino si era attestato sul crinale degli Appennini (una parte dell’Emilia era ancora bizantina), con lo scopo di rendere sicura l’antica via Clodia nova, che collegava la Tuscia con la pianura Padana. Penetrando in Garfagnana i longobardi conquistarono, senza mutarne l’ordinamento amministrativo del territorio, prima il Castrum Novum (Castelnuovo Garfagnana) e in seguito il Castellum de Garfaniana (Piazza al Serchio),  roccaforti dell’impero bizantino dalle quali amministravano la valle da loro divisa in tre “fines” fines Castrinovi, fines Garfanienses e fines Contronenses.

Il “fines Garfanienses",  comprendeva Piazza la Serchio, la pieve di Oppiano e di S. Lorenzo di Vinacciara (Minucciano), quest’ultime appartenenti alla diocesi di Luni.

Il “fines Castrinovi", comprendeva, Pieve di Fosciana, Careggine, Gallicano e la pieve di  Loppia (Barga e Coreglia), tutte appartenenti alla diocesi di Lucca.

Il “fines Contronenses", comprendeva l’odierno comune di Bagni di Lucca appartenente alla diocesi di Lucca, oggi tre frazioni del comune devono il nome al “fines” Pieve di Controne, S.Gemignano di Controne e S.Cassiano di Controne.

 

Storia  
Home
  Info