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I borghi di Stazzema
 
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Farnocchia   Pomezzana
   
   
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Pruno e Volegno   Terrinca

 

Pruno e Volegno
Pruno e il Monte ForatoPruno e Volegno, sono due piccoli paesi della Versilia Storica, che in passato hanno condiviso più di una volta la loro sorte, sia in campo civile che in quello religioso, i due borghi fondati in epoca imprecisata, lungo le pendici del Monte Forato e del gruppo delle Panie, sorsero probabilmente da due primitivi insediamenti dei Liguri Apuani, che possiamo definire, i primi veri abitanti di quelle montagne, prima di loro sono attestate in loco, altre presenze, anche ben più antiche, ma tutte riferite probabilmente a cacciatori nomadi e non ad una vera popolazione, organizzata e radicata nel territorio, come lo furono le tribù celtiche dei Liguri Apuani, lo stesso toponomio di Volegno pare derivi da un termine celtico.
Intorno al II secolo a.C. i romani dopo aver sconfitto definitivamente le agguerrite tribù dei Liguri Apuani, iniziarono a colonizzare la Versilia e le sue alture, questa romanizzazione della regione portò alla formazione della quasi totalità dei borghi versiliesi, alcuni dei quali, furono fondati Volegnopresso gli antichi villaggi o fortificazioni dei Liguri Apuani, con le invasioni barbariche e il conseguente arrivo dei Longobardi, questi centri o fattorie, iniziarono ad assumere la tipica fisionomia medievale, l’inizio delle guerre comunali e le incursioni Saracene lungo le coste, favorirono l’incastellamento e lo sviluppo dei borghi montani, spesso poco accessibili, ma ritenuti dalla popolazione, molto sicuri. Le prime notizie documentate dei due paesi, appartenenti ai nobili di Corvaia, riguardano Pruno che citato in una pergamena dell’823, risulterà anche il centro principale, Volegno apparterrà alla chiesa parrocchiale di Pruno intitolata a S.Nicolò fino al 1964.
La spartizione territoriale del 1219, con la quale la consorteria dei nobili di Corvaia e Vallecchia, regolarono i loro possedimenti, i due borghi finirono sotto la giurisdizione dei nobili di Vallecchia, a metà del XIII secolo, i lucchesi dopo aver espugnato la rocca di Corvaia, riuscirono ad impadronirsi dell’intera Versilia, dominio che venne interrotto più di una volta, ma solo per brevi periodi, e che terminerà nel 1477, poi dopo un breve periodo di dominio genovese, i due paesi finirono definitivamente sotto le insegne fiorentine.
 
Pruno
La chiesa di S.Nicolò, fondata intorno al IX secolo, inizialmente appartenente alla Pievania di S.Felicita in Valdicastello, fu poi sottoposta al Vicariato di Pietrasanta, che dal 1789 passò alla Diocesi di Pisa, l’attuale fabbrica deriva da una ricostruzione totale effettuata nell’XI secolo e da un ampliamento (tre navate) avvenuto nel XVI secolo
Altre foto:      Pruno              Chiesa N°1 - N°2 - N°3 - N°4              Vicolo  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7
 
Volegno
La chiesa elevata al ruolo di parrocchiale solo nel 1964, venne edificata nel 1930, sopra il vecchio oratorio di S.Maria delle Grazie, dal quale prese anche il nome
Altre foto:   Volegno             Chiesa N°1 - N°2             Antico stemma               Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5
 
Pruno, visto dal Monte Forato Monte Forato Volegno, visto dal Monte Forato
Terrinca
Terrinca“La terra ricca”, ecco come Terrinca venne definita da Padre Antonio Tognocchi nelle sue cronache, quando con le sue ricerche cercò di scoprirne le sue antiche origini, che ancora oggi rimangono misteriose, nonostante gli storici locali abbiano più di una volta, provato ad analizzare la sua etimologia, senza approdare mai a nulla, rendendo cosi, più plausibile l’ipotesi di Padre Antonio.
Per il Tognocchi, il borgo di Terrinca sarebbe stato fondato da una piccola colonia (forse minatori), provenienti dalla città calabra di “Teriana”, conosciuta anche come “Terina”, ricca di miniere d’argento e di ferro, distrutta dalle truppe di Annibale nel lontano 389, alcuni terriani in fuga dalle loro città, probabilmente si insediarono fra quelle montagne, ricche di minerali per continuare la loro attività mineraria, da ciò “Terra Ricca”,che per il Tognocchi nel corso dei secoli si sarebbe evoluta in Terrinca, ma nonostante queste premesse, le prime notizie documentate di Terrinca, le troviamo all’interno di un testamento, redatto il 19 febbraio 766, da un certo Tassilone, con il quale questo ultimo, donò dei beni al monastero di Camaiore in loco “Terrincae”.
Dopo il Mille, Terrinca appartenne per un lungo periodo ai nobili di Corvaia e Vallecchia, il borgo unito a Levignani, andò a formare un piccolo comune, che verrà citato all’interno dello statuto lucchese del 1308, dove risulta partecipare con un cero da 8 libbre alla processione di Santa Croce, come segno di sudditanza lucchese.
Con la fine della Signoria lucchese di Paolo Guinigi, in Versilia la sovranità lucchese iniziò a vacillare, fiorentini, pisani e genovesi approfittando della vulnerabilità di Lucca, per quasi un secolo cercarono di sottrarli più Terre possibili, nel 1437 Lucca rientrata in possesso (alcuni anni prima) delle Terre versiliesi, fu costretta a cederle come pegno ai genovesi, che nel 1484 vennero cacciati da quelle montagne, dalle armate di Lorenzo dei Medici che forti di 7.000 fanti invasero la Versilia, dieci anni dopo grazie a Carlo VIII, Lucca per un breve periodo rientrerà in possesso di Terrinca, ma nel 1513 grazie ad un arbitrato di Papa Leone X, il paese finirà definitivamente sotto la giurisdizione fiorentina, fino all’Unità d’Italia, eccetto il breve periodo napoleonico.
La storia della chiesa di Terrinca, intitolata ai Santi Clemente e Colombano, che oggi possiamo ammirare nella sua terza ricostruzione (completata nel 1897), in uno dei più bei punti panoramici dell’alta Versilia, iniziò in epoca imprecisata, anche se alcuni storici ipotizzano una sua fondazione nell’VIII secolo, questa primitiva chiesa sottoposta alla Pieve di Vallecchia, appartenente alla Diocesi di Luni, che abbracciò fino al 1539, anche il popolo di Levignani, ottenendo il Fonte Battesimale solo nel 1406, alla fine del XVI, la chiesa ritenuta inadatta dai suoi fedeli venne ricostruita interamente, la consacrazione della nuova fabbrica a tre navate, avvenne il 25 aprile del 1599, per mano del Vescovo Salvago, della Diocesi di Luni e Sarzana, Diocesi che la chiesa abbandonerà nel 1789, per finire temporaneamente sotto la Diocesi di Pontremoli, prima di venire sottoposta definitivamente all’Arcidiocesi di Pisa (1798)
 
Altre foto:   Terrinca               Chiesa dei Santi Clemente e Colombano                 Oratorio S.Rocco (XVI sec.)
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