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I borghi di Sillano
Capanne di Sillano    Dalli (Dalli Sopra - Dalli Sotto)     Soraggio (Villa Soraggio - Rocca Soraggio - Metello - Brica - Camporanda - Collecchio)

 

Capanne di Sillano
Capanne di SillanoCapanne di Sillano, è un piccolo centro turistico (principalmente estivo), dell’Appennino Tosco Emiliano, sviluppatosi negli ultimi secoli da alcune capanne di pastori, che da sempre hanno popolato i pascoli intorno al Passo di Pradarena, l’origine di questa borgo, risale al II secolo a.C. quando le armate di Lucio Cornelio Silla, dirette in Gallia, furono costrette dal maltempo, a sospendere la loro avanzata, le folte nevicate, per un certo periodo intrappolarono i romani fra quei boschi, costringendoli a ripararsi all’interno di alcune capanne di legno, costruite in fretta e furia dai soldati, capanne che alla loro partenza furono opportunamente occupate, dai pochi abitanti rimasti in quelle montagne, appartenenti per lo più alle ultime tribù dei Liguri Apuani, dediti principalmente alla pastorizia, alla caccia e allo sfruttamento del bosco. Nel corso dei secoli, queste capanne furono ricostruite più di una volta, ma mai abbandonate, se eccetto per brevi periodi, fino ad arrivare ai tempi moderni, nell’ultimo secolo il forte sviluppo turistico della regione e la particolare posizione del borgo, un piccolo altipiano (1033 m s.l.m.), a due passi dai grandi prati che circondano le vette dell’Appannino Tosco Emiliano, hanno sospinto il borgo verso una vera e propria rivoluzione edilizia, le capanne in pochi decenni furono trasformate in case o piccole baite di montagna e la piccola comunità, che si era riunita intorno alla chiesa della Beata Vergine del Buon Consiglio, edificata nel 1779, vide accrescere notevolmente il numero dei suoi residenti.
Altre foto:   Chiesa N°1 - N°2               Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5
 
Dalli
Dalli SopraL’antica Terra di Dalli, una delle più importanti dell’alta Garfagnana, fin dalle sue origini risultò divisa in due borgate dette ancora oggi Dalli di Sopra e Dalli di Sotto, al suo comando si alternarono diverse consorterie, secondo lo storico Pacchi, fra i primi nobili che la governarono vi furono gli Adalinghi, casato di origine germanica, dal quale la Terra potrebbe aver preso anche il nome, secondo lo storico il suo toponomio, deriverebbe dal termine germanico “Adal”, ma e dopo il Mille che al suo comando subentrò una delle più importanti consorterie della Garfagnana, i cosiddetti Nobili di Dalli, che per diversi secoli risulteranno determinanti, nelle varie lotte che si scateneranno in alta Garfagnana.
I nobili di Dalli, che probabilmente ottennero in feudo quelle Terre dalla Contessa di Matilde, per molti anni riuscirono a governarle grazie a speciali privilegi, che la Contessa e successivamente alcuni Imperatori, gli concessero come segno di riconoscenza per la loro fedeltà, fra tutti Federico I che nel Diploma del 1185, gli riconfermò le vecchie concessioni della Contessa.
Nel XIII secolo, per le Terre di Dalli iniziò un periodo turbolento, influenzato principalmente dalle continue lotte fra Guelfi e Ghibellini, i Nobili di Dalli, in un documento del 1221, nel quale vengono citate per la prima volta, anche le due comunità di Dalli di Sopra e di Dalli di Sotto, risulteranno consorti dei Marchesi Malaspina, apparentamento non sempre idilliaco, soprattutto dopo che i lucchesi, ottennero da Federico II l’investitura Imperiale sulla Garfagnana, nel 1299 i Nobili di Dalli, dopo aver partecipato attivamente, alle varie lotteDalli Sotto ingaggiate dai Signori della Garfagnana, contro l’avanzata lucchese, per convenienza vendettero i loro privilegi a questi ultimi e grandi nemici dei Malaspina, i Nobili di Dalli, cosi vennero a trovarsi in vari periodi amici e nemici, della loro antica consorteria, ma anche dei lucchesi, come accadde all’inizio del XIV secolo, quando, dopo esser stati cacciati dal territorio dalla Repubblica di Lucca, da Castruccio Castracane nel 1369, dopo un breve periodo di esilio nel Frignano, riuscirono a rientrarvi, grazie ad una delibera del consiglio degli Anziani, con la quale vennero nominati Luogotenenti della Repubblica di Lucca, riottenendo la sovranità sulla Terra di Dalli, che nel 1373 abbandonarono nuovamente, per dimostrare la loro fedeltà a Lucca e la loro estraneità alla congiura ordita da Giovanni degli Obizzi.
Con la fine della Signoria lucchese di Paolo Guinigi, la Terra di Dalli inserita alla fine del XIII secolo, nella Vicaria lucchese di Camporgiano, come molte altre Terre garfagnine, dopo un breve periodo di dominio fiorentino e nel tentativo di sottrarsi alle continue lotte fra lucchesi e fiorentini, chiese protezione al Marchese Leonello d’Este, che prontamente acconsentì occupando i due paesi di Dalli, con le sue truppe stanziate a Villa Minozzo e Castelnuovo nei Monti, sotto gli estensi i due paesi rimasero sottoposti alla Provincia Estense della Garfagnana, fino all’Unità d’Italia, eccetto il periodo napoleonico.
 
Dalli di Sopra
Dalli SopraDalli di Sopra, un tempo conosciuto anche come Dalli Vecchio, rappresentò per molti secoli la roccaforte principale dei nobili di Dalli, intorno alla quale questi ultimi combatterono più di una battaglia, la rocca una delle più antiche dell’alta Garfagnana (edificata in epoca sconosciuta), oltre che a dominare quel tratto di valle, fondamentale per il commercio con il versante emiliano, fu anche in grado di sorvegliare le fortificazioni di Sillano e di Cogna, offrendo una sicurezza in più ai nobili di Dalli, che con lo scoppio delle guerre comunali, schierandosi con gli altri Signori della Garfagnana, conosciuti anche come “I Cattanei”, cercarono in tutti i modi di contrastare l’avanzata lucchese nella regione, fra il XII e il XIII sec. La rocca subì diversi attacchi rimanendo danneggiata in più punti, nel 1229 la situazione politica cambiò, i Nobili di Dalli, decisi ad ottenere la cittadinanza lucchese, vendettero i loro castelli ai loro vecchi nemici, il governo lucchese li ripagò, concedendoli alcuni privilegi, fra i quali il permesso di continuare a risiedere nel loro castello, questa situazione finì con l’avvento di Castruccio Castracane, che dopo averli cacciati dal castello li bandì dalle Terre della Repubblica, con la sua morte la vecchia amicizia con Lucca si rinsaldò, i Nobili di Dalli rientrarono dall’esilio e ripresero in mano il comando del feudo, che alcuni anni dopo si trovò invischiato nella rivolta scatenata dai figli di Castruccio.
Le truppe di Orlando e Alderigo Antelminelli, assediarono il castello senza assalirlo ed espugnarlo, fatto che indusse il Consiglio degli Anziani a dubitare della fedeltà dei nobili di Dalli, che nel 1373 per allontanare i sospetti dal loro casato, decisero di abbandonare la rocca e la Repubblica di Lucca inizialmente decisa ad abbattere la fortezza, per motivi a noi sconosciuti, finì poi per ristrutturarla, ma alcuni anni dopo (1396) il tradimento perpetrato da Bartolomeo Martinelli, castellano di Dalli, permise ad un manipolo di Fuoriusciti (lucchesi in esilio), istigati dai pisani d’impossessarsi dell’intero castello e delle sue Terre, la risposta lucchese non si fece attendere molto, le milizie lucchesi assaltarono la rocca radendola al suolo e bruciando una parte del paese, nonostante ciò, quattro anni dopo Paolo Guinigi Signore di Lucca, considerandola determinante per la difesa delle Terre lucchesi dell’alta Garfagnana, decise di ristrutturarla nuovamente, con la caduta della sua Signoria (1430), il castello di Dalli dopo alcuni anni nel tentativo di sottrarsi al dominio delle città toscane, sempre in guerra fra loro, si pose di sua spontanea volontà, sotto la protezione estense, oggi dell’antico castello, sono rimaste poche vestigia, la torre campanaria, con alla base una delle porte della fortezza e alcuni tratti di mura, sparsi qua e là per il paese.
La chiesa di Dalli di Sopra, intitolata ai Santi Ippolito e Cassiano, la troviamo citata per la prima volta in un documento, all’interno delle Decime Diocesane del 1297, come piccola cappella sottoposta alla Pieve di Castello (Piazza al Serchio).
Altre Foto:   Dalli Sopra  N°1 - N°2               Torre-campanaria                Vicolo N°1 - N°2 - N°3
 
Dalli di Sotto
Dalli SottoLa borgata di Dalli di Sotto (Dalli Nuovo), anche se distaccata, la possiamo considerare fin dalle sue origini parte del paese di Dalli di Sopra, anche se inizialmente la sua chiesa dedicata a S.Michele, risulta per certi versi indipendente, condizione che si mantenne fino alla sua demolizione, avvenuta nel 1781 per ordine del Magistrato della Giunta Ecclesiastica e delle autorità civili, i suoi beni furono così assegnati alla chiesa parrocchiale di Dalli di Sopra, la sua demolizione provocò nel paese una serie di tumulti, in seguito ai quali ben 12 persone vennero imprigionate, la sua popolazione non si arrese e nel 1823, chiese ed ottenne dal Duca di Modena, il permesso di costruire un nuovo oratorio, nuovamente intitolato a S.Michele, che intorno al 1950 ottenne la prerogativa di chiesa parrocchiale.
Altre foto:  Chiesa N°1 - N°2            Vicolo N°1 - N°2 - N°3
Soraggio
La Rocca di SoraggioIl Comune medievale di Soraggio conosciuto anche come “Dorajo”, fu composto fin dalle sue origini da sei piccoli centri abitati, Rocca, Brica, Villa, Metello, Camporanda e Vicaglia, dislocati lungo le due rive del Serchio di Soraggio, il Comune, grazie ad una concessione della Contessa Matilde di Canossa, riconfermata poi dall’Imperatore Federico I il Barbarossa e da suo nipote Federico II, fece parte del feudo dei nobili di Dalli (o di Dorajo) e per diversi secoli, ospitò la terza fortezza di questa consorteria, amica o nemica della Repubblica di Lucca, a secondo della loro convenienza.
Questa fortificazione sorse in epoca imprecisata, in località Rocca, sopra uno sperone roccioso, posto nel punto più stretto della valle, cha da Sillano conduce alle sorgenti del Serchio di Soraggio, la rocca di difficile accesso, fu teatro di diversi scontri armati, qui i lucchesi più di una volta diedero battaglia, i primi scontri scoppiarono fra il XII e il XIII secolo, quando i suoi Signori, si allearono con i pisani per contrastare l’avanzata lucchese, ma quando questi ultimi ottennero da Federico II l’Investitura Imperiale sull’intera Garfagnana, i nobili di Dalli opportunamente gli cedettero i loro privilegi, in cambio della cittadinanza lucchese.
L’amicizia con Lucca venne interrotta con la Signoria di Castruccio Castracane, che decise di bandire dalle Terre lucchesi l’intera consorteria, con la sua morte i nobili di Dorajo, riuscirono a rientrare dall’esilio e a rinsaldare i vecchi legami di amicizia con la Repubblica di Lucca, ma in occasione della rivolta, scoppiata nel 1396, nella quale il castellano di Dalli, tradì la fiducia lucchese, questi ultimi con le loro milizie misero a ferro e fuoco, tutte le terre dei nobili di Dalli, la rocca di Soraggio, non riuscì a fermare la spedizione punitiva e i villaggi posti a monte della fortezza non si salvarono dall’ira lucchese.
Nel XV secolo, con la fine della Signoria lucchese di Paolo Guinigi, le Terre di SoraggioIl Serchio di Soraggio cercarono nuovamente di sottrarsi all’egemonia lucchese, giurando volontariamente fedeltà a Firenze, ma con il trattato di pace stipulato fra Firenze e Lucca (1441), i fiorentini le restituirono ai lucchesi, alcuni anni dopo per nulla scoraggiati, gli uomini di Soraggio, chiesero ed ottennero protezione dal Marchese Leonello d’Este, rimanendo fedeli al casato estense fino all’Unità d’Italia, eccetto la breve parentesi napoleonica.
Le sei piccole frazioni del Comune medievale di Soragio, furono sottoposte per diversi secoli alla chiesa parrocchiale di S.Martino, fondata all’interno della rocca di Soraggio, poi nel 1747 il vescovo di Sarzana, decise di spostare la sede, nell’oratorio di S.Francesco di Villa, che ne assunse anche il titolo, la decisione procurò dei tumulti, tanto che le autorità civili decisero di intervenire, nel 1761 le truppe del duca di Modena furono costrette a controllare l’ordine pubblico, durante lo spostamento del fonte battesimale e degli altri suppellettili.
Nel 1838 il parroco Don Pietro Galatti, di Metello, con un atto stipulato davanti al notaio Bartolo Meo Nelli, stabilì che alla sua morte il suo patrimonio venisse utilizzato per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale in Metello, il lascito ottenne i consensi del Duca Francesco e del Pontefice Gregorio XVI, così il 4 maggio 1864 fu fondata la nuova chiesa parrocchiale di Metello intitolata a S.Bartolomeo, con giurisdizione sui paesi della riva destra del Serchio di Soraggio, Brica, Costa e Vicaglia, mentre gli altri paesi rimasero sottoposti alla parrocchiale di Villa.
 

 

Villa Soraggio
Villa Soraggio
Foto Villa Soraggio

Villa Soraggio       Chiesa S.Martino        Campanile

Vicolo  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8

   
Rocca Soraggio
Rocca Soraggio
Foto Rocca Soraggio

Antico Portale        Chiesa S.Martino

Vicolo  N°1 - N°2 - N°3

   
Metello Metello
Foto Metello

Metello         Chiesa S.Bartolomeo

Vicolo   N°1 - N°2 - N°3

   
Brica Brica
Foto Brica

Brica  N°1 - N°2      Chiesa SS.Antonio e Caterina

Mestaina      Vicolo  N°1 - N°2 - N°3

   
Camporanda Camporanda
Foto Camporanda

Camporanda     Oratorio S.Rocco

Vicolo  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6

   
Collecchio Collecchio
Foto Collecchio

Collecchio  N°1 - N°2

 

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