Il
Comune medievale di Soraggio conosciuto anche come “Dorajo”, fu
composto fin dalle sue origini da sei piccoli centri abitati,
Rocca, Brica, Villa, Metello, Camporanda e Vicaglia, dislocati
lungo le due rive del Serchio di Soraggio, il Comune, grazie ad
una concessione della Contessa Matilde di Canossa, riconfermata
poi dall’Imperatore Federico I il Barbarossa e da suo nipote
Federico II, fece parte del feudo dei nobili di Dalli (o di
Dorajo) e per diversi secoli, ospitò la terza fortezza di questa
consorteria, amica o nemica della Repubblica di Lucca, a secondo
della loro convenienza.
Questa fortificazione sorse in epoca imprecisata, in località
Rocca, sopra uno sperone roccioso, posto nel punto più stretto
della valle, cha da Sillano conduce alle sorgenti del Serchio di
Soraggio, la rocca di difficile accesso, fu teatro di diversi
scontri armati, qui i lucchesi più di una volta diedero
battaglia, i primi scontri scoppiarono fra il XII e il XIII
secolo, quando i suoi Signori, si allearono con i pisani per
contrastare l’avanzata lucchese, ma quando questi ultimi
ottennero da Federico II l’Investitura Imperiale sull’intera
Garfagnana, i nobili di Dalli opportunamente gli cedettero i
loro privilegi, in cambio della cittadinanza lucchese.
L’amicizia con Lucca venne interrotta con la Signoria di
Castruccio Castracane, che decise di bandire dalle Terre
lucchesi l’intera consorteria, con la sua morte i nobili di
Dorajo, riuscirono a rientrare dall’esilio e a rinsaldare i
vecchi legami di amicizia con la Repubblica di Lucca, ma in
occasione della rivolta, scoppiata nel 1396, nella quale il
castellano di Dalli, tradì la fiducia lucchese, questi ultimi
con le loro milizie misero a ferro e fuoco, tutte le terre dei
nobili di Dalli, la rocca di Soraggio, non riuscì a fermare la
spedizione punitiva e i villaggi posti a monte della fortezza
non si salvarono dall’ira lucchese.
Nel XV secolo, con la fine della Signoria lucchese di Paolo
Guinigi, le Terre di Soraggio cercarono nuovamente di sottrarsi
all’egemonia lucchese, giurando volontariamente fedeltà a
Firenze, ma con il trattato di pace stipulato fra Firenze e
Lucca (1441), i fiorentini le restituirono ai lucchesi, alcuni
anni dopo per nulla scoraggiati, gli uomini di Soraggio,
chiesero ed ottennero protezione dal Marchese Leonello d’Este,
rimanendo fedeli al casato estense fino all’Unità d’Italia,
eccetto la breve parentesi napoleonica.
Le
sei piccole frazioni del Comune medievale di Soragio, furono
sottoposte per diversi secoli alla chiesa parrocchiale di
S.Martino, fondata all’interno della rocca di Soraggio, poi nel
1747 il vescovo di Sarzana, decise di spostare la sede,
nell’oratorio di S.Francesco di Villa, che ne assunse anche il
titolo, la decisione procurò dei tumulti, tanto che le autorità
civili decisero di intervenire, nel 1761 le truppe del duca di
Modena furono costrette a controllare l’ordine pubblico, durante
lo spostamento del fonte battesimale e degli altri
suppellettili.
Nel 1838 il parroco Don Pietro Galatti, di Metello, con un atto
stipulato davanti al notaio Bartolo Meo Nelli, stabilì che alla
sua morte il suo patrimonio venisse utilizzato per la
costruzione di una nuova chiesa parrocchiale in Metello, il
lascito ottenne i consensi del Duca Francesco e del Pontefice
Gregorio XVI, così il 4 maggio 1864 fu fondata la nuova chiesa
parrocchiale di Metello intitolata a S.Bartolomeo, con
giurisdizione sui paesi della riva destra del Serchio di
Soraggio, Brica, Costa e Vicaglia, mentre gli altri paesi
rimasero sottoposti alla parrocchiale di Villa. |
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