Pietrasanta | Pietrasanta Google maps |
I borghi di Pietrasanta |
Capezzano Monte Capriglia Marina di Pietrasanta L'antico Porto di Motrone Salto alla Cervia (torre) Solaio e Vitoio Strettoia Valdicastello Carducci Vallecchia |
Capezzano Monte |
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Il castello di Castiglione |
Il castello di Castiglione, probabilmente venne edificato in epoca Longobarda, come dimostrerebbero alcuni reperti archeologici rinvenuti all’interno dei suoi ruderi datati VII – VIII secolo (il Gruppo Speleologico di Pietrasanta durante alcuni scavi riportò alla luce alcuni frammenti di un’anfora Longobarda). Secondo alcuni studi effettuati dallo storico locale Santini, il castello nel 771 oltre che a esistere risultava avere al suo interno anche un piccolo oratorio dedicato a S.Pietro e un certo “Omicio” in quell’anno offrì dei beni alla chiesa di S.Pietro in Castiglione. Il castello dopo una serie di distruzioni e ricostruzioni durate quasi 4 secoli, nei quali i lucchesi da una parte e i Visconti di Corvaia, alleati con i pisani si diedero battaglia per tutta la Versilia, venne distrutto definitivamente dai lucchesi intorno al 1272-73 (Santini). In tempi moderni nel 1930, la maggior parte delle pietre rimaste del castello dopo esser state trasportate con una teleferica, furono utilizzate per realizzare la strada comunale di Capezzano. |
Capriglia |
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Altre foto Capriglia N°1 - N°2 - N°3 Chiesa N°1 - N°2 Monumento ai caduti Antico castello Vicolo N°1 - N°2 |
Marina di Pietrasanta |
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Altre foto: Marina di Pietrasanta N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 Pineta N°1 - N°2 - N°3 Chiesa di S.Antonio da Padova N°1 - N°2 - N°3 - N°4 Il Ponte del Principe N°1 - N°2 |
Da Visitare Oltre alla sua spiaggia, consigliamo il "Ponte del Principe" fatto costruire dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I, in località Fiumetto nel XVIII secolo e la Pineta |
L'antico Porto di Motrone |
Lungo la Marina di Pietrasanta alla foce del Versilia (l’antico fiume “Sala”), intorno al Mille sorse il porto-canale di Motrone, l’antico approdo marittimo di Lucca che per 5 secoli sarà al centro di numerose dispute fra Lucca, Pisa, Firenze e Genova. Le prime notizie, che confermano la sua esistenza risalgono a un documento del 1081, nel quale Arrigo IV concede il porto e la sua fortezza detta “Tempio d’Ercole” ai lucchesi, concessione che fin dall’inizio non verrà ben vista da Pisa, intenzionata da sempre a privare Lucca e il suo commercio di un sbocco al mare. Nel 1159 i lucchesi per difendere il porto e i vascelli che vi attraccavano, al posto della vecchia torre lignea, costruirono una nuova fortezza in pietra, i pisani irritati per la sua costruzione si rivolsero immediatamente all’Imperatore Federico Barbarossa, che il 2 aprile 1162 ne ordinò la distruzione, Lucca forte dell’appoggio di Genova sfidando l’autorità imperiale ignorò l’ordine e quattro anni dopo, i liguri in cambio di alcuni magazzini del porto di Motrone, contribuirono al completamento della fortezza e alla costruzione di un nuovo castello in località Filettole. Nel novembre del 1170, i pisani corsi in aiuto di Veltro da Corvaia ribellatosi a Lucca assaltarono il castello di Motrone, che dopo tre giorni di dura battaglia capitolò, i pisani in piena euforia per la vittoria riportata distrussero completamente la fortezza, ma ben presto si resero conto di aver commesso un errore, il Governo di Pisa per paura che i lucchesi e i suoi alleati potessero facilmente riprendersi il porto ormai privato dalle sue difese, ne ordinò l’immediata ricostruzione. Nel 1268 grazie a Re Carlo d’Angiò, che i lucchesi opportunamente nominarono suo Podestà e alla vittoria fiorentina sui pisani ottenuta in Val di Serchio nel 1256, dopo quasi un secolo Motrone ritornò sotto le insegne lucchesi e vi rimarrà fino al 1314, il 14 giugno il pisano Uguccione della Faggiola, aiutato da alcuni capi Ghibellini lucchesi fra i quali Castruccio Castracane, assalì e conquistò il castello, ma il suo fedele amico Castruccio ben presto lo tradì scacciandolo da Lucca e dalle sue terre, Motrone nel 1317 risulterà già lucchese. In seguito alla morte di Castruccio Castracane, Lucca si trovò mercanteggiata da fiorentini e pisani e dopo alterne vicende Motrone e Lucca ritornarono nuovamente sotto Pisa, questa “servitù Babilonese” come la definirono i lucchesi, terminò l’8 aprile 1369, quando Carlo IV di Boemia ricevuto un compenso di oltre centomila fiorini d’oro, restituì la libertà a Lucca che si riprese le sue terre. Dopo la caduta della Signoria di Paolo Guinigi, nel 1430 Lucca per ottenere un prestito dai genovesi, fu costretta a dare in pegno ai liguri il porto di Motrone e il suo castello, Genova ne mantenne il possesso fino a quando nel 1437 la guerra con Firenze si risolverà a suo sfavore, Motrone così conobbe i suoi futuri padroni, Lucca riuscirà a rientrarne in possesso per l’ultima volta nel 1501, poi il 10 settembre 1513 l’arbitrato di Papa Leone X, porrà definitivamente il porto sotto la protezione fiorentina. Le opere di bonifica effettuate nel XVII secolo, intorno a Motrone portarono alla deviazioni di molti canali e i bassi fondali del porto iniziarono a mettere in difficoltà il traffico mercantile, segnando l’inizio del declino del porto, che culminerà nel 1813 con la distruzione della fortezza ad opera degli inglesi. |
Salto alla Cervia Torre Medicea |
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Solaio e Vitoio |
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Altre foto: Solaio N°1 - N°2 - N°3 - N°4 Vitoio N°1 - N°2 - N°3 Antica cava N°1 - N°2 |
Strettoia |
La zona collinare intorno a Strettoia, abita già in epoca Etrusca come dimostrano alcune vestige etrusche ritrovate nella località “Bora dei Frati”, venne utilizzata fin dai tempi antichi alla coltura della vite e dell’olivo, coltivazioni che rappresenteranno la maggior risorsa economica della popolazione fino ai primi del novecento. Nel 1225 i lucchesi entrarono prepotentemente in Versilia, Strettoia come le altre “Terre” dei Visconti di Corvaia finirono sotto le insegne lucchesi, Lucca per amministrare queste nuove “Terre” istituì la “Vicaria di Pietrasanta” con sede a Pietrasanta e da allora il borgo legherà il suo destino con il suo attuale capoluogo comunale, il suo territorio verrà percorso dagli eserciti lucchesi,fiorentini e genovesi, che per tre secoli si contenderanno la Versilia. Negli eventi bellici del 1944 - 45 Strettoia si trovò lungo la linea Gotica, e l’intera valle dopo secoli di pace venne devastata nuovamente dalla guerra. |
Valdicastello Carducci |
Quando i romani conquistarono definitivamente la Versilia (II secolo aC.) e si insediarono nella “Valle Bona” anticamente chiamata così per la sua posizione (piccolo altipiano lontano dagli acquitrini versiliesi), iniziarono un primo sfruttamento pre-industriale delle sue miniere, che in epoca medievale giungeranno a ricoprire un importante ruolo nell’economia locale, tracce degli insediamenti dei romani sono state rinvenute in tutta la valle, ma il reperto forse più importante, un sarcofago appartenente ai primi secoli dell’era cristiana, fu trovato nel 1800 nella località detta “Baccatoio” locata a poca distanza dalla Pieve di Valdicastello intitolata ai Santa Felicita e San Giovanni Battista. Le prime notizie storiche di Valdicastello riguardano solo la Pieve di Santa Felicita (S. Giovanni Battista venne aggiunto nel X secolo), nel 991 i figli del Visconte Fraolmo II, Ranieri e Fraolmo ricevettero dal Vescovo di Lucca la metà dei beni e delle Decime della Pieve, successivamente in una pergamena del 1081 insieme alla Pieve viene citato anche il borgo, il Vescovo Teogrimizio allivellò ai fratelli Donuuccio e Guido dei beni appartenenti alla Pieve di S.Felicita locati in “Montecastello” (Valdicastello). Il borgo fece parte per un lungo periodo del feudo dei Visconti di Corvaia, detti in seguito anche Cattanei della Versilia, questo potente casato nel corso dei secoli si divise in vari rami e due di questi i nobili di Corvaia e Vallecchia il 9 ottobre del 1219 si riunirono all’interno della chiesa di Corvaia, per stringere un’alleanza, al termine dell’accordo le miniere d’argento della “Valle Bona” e Gallena vennero assegnate ai nobili di Vallecchia, successivamente con l’arrivo dei lucchesi in Versilia e la cacciata e messa al bando dei nobili di Corvaia, Valdicastello condividerà le sorti con la cittadina versiliese di Pietrasanta fondata nel 1225 dal Podestà lucchese Guiscardo Pietrasanta. all’inizio del 1800 per Valdicastello si aprì la pagina più gloriosa della sua storia, le miniere dopo un lungo periodo di inattività furono riaperte da una compagnia francese, che per assistere i minatori in caso di infortuni assunse un medici chirurgo chiamato Michele Carducci, che insieme alla moglie Ildegonda Celli di Volterra si stabilì nel borgo, dalla loro unione il 27 luglio 1835 nacque Giosuè Carducci poeta di fama mondiale che nel 1906 riceverà il premio Nobel per la letteratura, in suo onore tramite un decreto emanato dal presidente della Repubblica il borgo verrà chiamato Valdicastello Carducci. Altre foto: Valdicastello Carducci N°1 - N°2 - N°3 Chiesa Monumento ai caduti Casa di Giosuè Carducci N°1 - N°2 |
Vallecchia |
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