Il primo insediamento, formato principalmente da casolari sparsi, si sviluppò, nei pressi della rocca del Bargiglio e del piccolo Oratorio di S.Bartolomeo, fondato poco più in basso della fortezza. Le prime notizie di questo insediamento, legate alla piccola chiesa di S.Bartolomeo, le troviamo in un documento del 841, dove Bonifrido chierico in Lucca allivellò la sua casa e i terreni annessi, a Teupradondo del fu Teupoli. Col passare del tempo, la popolazione della borgata, iniziò a scendere più a valle, insediandosi, dove sorge l’attuale borgo di Cune, località che in quel periodo fu detta “Villa Cune”, raggruppandosi intorno ad una nuova chiesetta, intitolata a S.Maria. Il nuovo borgo di Cune (il termine Villa, scomparve), come altri paesi vicini, appartenne per un lungo periodo, alla famiglia longobarda dei Suffredinghi, signori di Anchiano, ma quando Lucca, iniziò a estendere il suo dominio nella valle del Serchio, fini sotto la giurisdizione della repubblica lucchese, escluso un breve periodo ( fine XIV sec.), quando entrò a far parte, della Contea di Francesco Castracane signore di Coreglia, privilegio concessoli da Carlo IV di Boemia, l’8 maggio 1355, alla morte di Francesco, subentrò il figlio Niccolao che la governò per un breve periodo, poi Lucca si impossessò definitivamente di Cune e delle altre terre della Contea.
Le chiese di Cune
La prima chiesa di Cune, come abbiamo detto, fu un piccolo Oratorio intitolato a S.Bartolomeo, edificato prima del X secolo, che con l’aumentare della popolazione, venne ampliato aggiungendo un portico, questo primo intervento non risolse il problema, visto che in seguito, si rese necessario allungare la chiesa, la facciata fu spostata, inglobando il portico, fino a toccare il campanile e in un successivo ampliamento, avvenuto intorno al 1200, nella parte posteriore della fabbrica, venne costruito un abside, quando finalmente la chiesa, con annesso un romitorio, fu pronta ad ospitare la sua comunità, la popolazione della borgata, iniziò a migrare verso “Villa Cune”, dove venne eretto, un nuovo oratorio dedicato a S.Maria. Nel Catalogo degli Estimi diocesani, del 1260, troviamo citata solo la chiesa parrocchiale di S.Bartolomeo, con una rendita di 75 Lire Pisane, mentre nel Catalogo del 1387, per la prima volta, sono nominate entrambe, “Ecclesia S.Bartolomeo de Cuna e Ecclesia S.Maria de Villa Cune”. Dai primi del XV secolo, Villa Cune, iniziò ad incrementare la popolazione, e le prerogative parrocchiali di S.Bartolomeo, furono date alla nuova chiesa, che ne assunse anche il titolo, la nuova chiesa parrocchiale di S.Batolomeo di Cune, inizialmente ebbe gli stessi problemi di spazio del vecchio Oratorio di S.Bartolomeo, anch’essa venne ampliata in diverse fasi e nel XVIII secolo, al termine di una grande ristrutturazione, assunse l’attuale fisionomia.
Occhio di Lucca Rocca del Bargiglio
Sulla vetta del Monte bargiglio, in epoca sconosciuta (probabilmente dai Signori locali, Suffredinghi etc..….), venne eretta una prima fortificazione, forse solo una torre, utilizzata come punto di osservazione e controllo del territorio sottostante, compresa l’importante strada che passava poco più in basso, ma anche per proteggere in caso di necessità, la piccola comunità che viveva nei casolari, più o meno vicini, alla fortificazione e all’antica chiesa di S.Bartolomeo. Le prime notizie documentate del castello del Bargiglio, le abbiamo a partire dal XIV secolo, con l’ascesa al potere a Lucca, di Castruccio Castracane degli Antelminelli, che ne rafforzò le difese ampliandola, iniziando anche ad utilizzarla, come torre di segnalazione, va ricordato che alla difesa dell’antica via proveniente dalla piana lucchese, che passando da Diecimo, conduceva in Garfagnana, tramite Motrone, Castruccio aveva rafforzato anche un altro castello, eretto su uno sperone roccioso, esistente sul versante della montagna, rivolto a Diecimo. Alla Morte di Castruccio, nel 1355, l’Imperatore Carlo IV, istituì la Contea di Coreglia, e il castello del Bargiglio, sottoposto fino ad allora al potere lucchese, finì in mano al Conte Francesco Castracane, nel 1370, i figli di Francesco, vendettero il castello e le borgate, nate intorno alla fortezza, al Comune di Lucca, che ne rientrò in possesso, tre anni dopo gli eredi di Francesco, con un colpo di mano cercarono di riprendersi il castello, i lucchesi intervennero in forze e per evitare altre sorprese, decisero di distruggere in parte, la rocca. I Lucchesi comunque non abbandonarono del tutto il castello, e iniziarono ad utilizzare la torre circolare (ristrutturata in epoca sconosciuta), come principale punto di segnalazione della Repubblica lucchese, la sua posizione strategica, nonostante si trovasse solo a 895 m slm, gli permetteva di ricevere le segnalazioni, da un’ampia area, la sua vista spaziava quasi a 360 gradi (inizio e media Garfagnana, intera Val di Lima, Val Freddana, Compitese, Piana Lucchese…), ma soprattutto, era visibile dalla Torre del governo lucchese, il punto dove dovevano confluire le segnalazioni, luminose (fuochi dei Braceri) e sonore (colpi di cannoni). Nonostante l’importante ruolo di torre da segnalazione, non a caso detta “Occhio di Lucca” o “Occhio dello Stato di Lucca”, la prima mappa, arrivata ai nostri giorni, del sistema di comunicazione, a cui faceva capo, è datata 1664, molto tempo dopo al suo ultimo restauro, effettuato per mano di Vincenzo Civitali, avvenuto nel 1584, In un documento del 1557, la torre risulta sempre sorvegliata da un castellano e da due guardie, la rocca verrà abbandonata definitivamente, sul finire del ‘700.
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