Il
borgo di Sassi sorse in epoca remota, a ridosso di uno
strapiombo roccioso, che con un
salto di circa 470 metri si tuffa nella Torrite Secca, tipico
torrente delle Alpi Apuane.
Le
prime notizie documentate del borgo risalgono all’849, in
occasione di un’esecuzione testamentaria riguardante una
proprietà posta in località “Saxi finibus Castrinovo”,
successivamente Sassi viene citato anche in un documento del
952, insieme alle località “Elio” Eglio e “Grancilla” Grancia
(paese oggi scomparso, ridotto ad un casolare).
Nel 1105 Sassi “Saxi”appare all’interno di un “placito”, redatto
dalla Contessa Matilde di Canossa durante la sua visita alla
Pieve di “Villa Foxana” Pieve Fosciana, a favore della Badia di
Pozzeveri e successivamente nel 1168 all’interno di un placito
emesso da Papa Alessandro II da Benevento al pievano di “Villa
Foxana” (Pieve Fosciana), viene citata anche la sua chiesa
intitolata a S.Frediano.
Sassi come gli altri castelli vicini nel XIII secolo finì
inesorabilmente sotto il dominio lucchese, i suoi signori furono
costretti da Federico II a cedere la rocca alla città lucchese,
dopo che quest’ultima aveva ricevuto dallo stesso Imperatore,
l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana, dopo una prima
appartenenza nel 1272 alla Vicaria di Barga (lucchese) e nel
1313 alla Vicaria di Camporgiano, alla
morte di Castruccio Castracane quando Firenze e Pisa si
spartirono Lucca e le sue terre, venne inserita nella Vicaria di
Gallicano (pisana) e quando Carlo IV di Boemia liberò Lucca dal
giogo pisano, Sassi ritornò lucchese, restandoci fino alla sua
richiesta di protezione a Niccolò d’Este Marchese di Ferrara
(1430).
Il
28 luglio 1524 il Governatore estense della Garfagnana, Ludovico
Ariostò illustre poeta dell’epoca, si recò in visita alla rocca
di Sassi per valutarne lo stato di conservazione, nell’estremo
tentativo di dissuadere il Duca Ercole II, intenzionato a
chiuderla per una questione di bilancio (in estate la visita
viene rievocata con una
Festa Medievale).
Gli estensi amministrarono il borgo fino all’Unità d’Italia,
eccetto la parentesi napoleonica e nelle lunghe guerre scoppiate
in Garfagnana fra lucchesi ed estensi, il paese venne
risparmiato grazie alla sua posizione isolata, distante da
Molazzana e dal valico di Monteperpoli, cosa che non avvenne in
tempi moderni, quando nell’ultima guerra, Sassi trovandosi lungo
la Linea Gotica subì numerosi bombardamenti
La Rocca di Sassi
Nella parte in alto del colle in prossimità del dirupo, venne
costruita probabilmente in epoca tardo-romana, una rocca con al
suo interno l’antica chiesa di S.Frediano di Sassi, questa prima
fortificazione fu distrutta intorno alla seconda metà del XIV
secolo, dai lucchesi impegnati in Garfagnana, a sedare la
rivolta istigata dai figli di Castruccio Castracani, desiderosi
di riprendersi la città dopo la morte del padre, appena
soffocata la ribellione i lucchesi la ricostruirono
immediatamente e nel 1393 la rocca verrà concessa in feudo ai
nobili di Dalli dal Vescovo di Lucca. Quando la rocca passò
sotto la giurisdizione degli estensi, i ferraresi ritenendola in
quel momento uno dei punti strategici per la difesa della loro
“Provincia di Garfagnana” provvidero a rafforzarla e a
riarmarla, ma l’elevato costo di mantenimento delle molte
fortezze della Garfagnana, nel 1537 spinse il Duca Ercole II ad
affidare la rocca di Sassi a una famiglia del paese e questa
smilitarizzazione segnò l’inizio della sua rovina, nel 1600
risulterà già semi-distrutta, oggi oltre all'antica
torre di segnalazione è
visibile solo il lato di ponente della rocca, nella parte più in
alto della rocca, se si è muniti di cannocchiale è possibile
vedere i più famosi castelli della valle del Serchio.
Chiesa di S.Frediano di
Sassi
L'antica chiesa di S.Frediano
di Sassi fondata prima del Mille e probabilmente ristrutturata
dalla contessa Matilde (una leggenda locale la vorrebbe
edificata da lei),
fino alla metà del XIV secolo dipese dalla
Pieve di S.Giovanni di Fosciana, poi i suoi parrocchiani stanchi
di recarsi alla lontana Pieve (circa 4 miglia di sentieri
montani) per ricevere il battesimo e gli altri sacramenti
chiesero al Vescovo di Lucca la concessione del Fonte
Battesimale, privilegio che gli fu accordato dopo alterne
vicende anche per venire incontro alle esigenze dei popoli di
Eglio e Grancia. Nel dicembre del 1483 Battista figlio di
Bartolomeo “Operaio” della chiesa, commissionò al maestro
Civitali la realizzazione di un tabernacolo in marmo per i
SS.Sacramenti del valore di 8 ducati d’oro, oggi del tabernacolo
si sono perse le tracce e non sappiamo se nel corso dei secoli
sia andato perso o distrutto, o che forse come hanno ipotizzato
alcuni storici interessati alla vicenda, non è mai stato
iniziato dal maestro, nonostante i due ducati d’oro ricevuti in
acconto alla momento della firma del contratto.
Fra i vari lavori effettuati al suo interno per abbellirla, è da
segnalare la ricostruzione del soffitto, realizzato in legno
intagliato e dipinto.
Nel 1642 nel borgo, sviluppatosi ai piedi della rocca venne
costruito un piccolo oratorio dedicato alla Madonna di Loreto,
che nel 1803
fu deciso di ampliare per ospitare
la nuova chiesa di S.Frediano
quando si decise di abbandonare la vecchia (verrà utilizzata
come chiesa del cimitero ricavato all’interno della rocca),
ritenuta ormai scomoda e pericolosa per i molti fulmini che si
abbattevano intorno alla rocca.
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