Castelnuovo Garfagnana | Castelnuovo Garfagnana Google maps |
I borghi di Castelnuovo Garfagnana |
Antisciana Cerretoli Colle Gragnanella Montepertoli Palleroso Rontano |
Antisciana |
Insediamento
di origine romana, ne fa fede il suo estimo latino “Antistius” ,
appare nominato per la prima volta in una carta lucchese del 28
giugno 962, nel XIII secolo sotto il dominio lucchese fece parte
della “Vicaria a Perpore Supra” che nel 1272 venne suddivisa in
due “Vicarie” e Antisciana fini sotto la giurisdizione della
“Vicaria di Castiglione” (compare nello statuto del 1308).
Il
borgo che disponeva di una rocca (alcune tracce sono sempre
visibili le vestigia delle mura di cinta), nel XV secolo, passò
sotto la giurisdizione della “Vicaria” estense di Castelnuovo
Garfagnana, suo capoluogo attuale.
La
sua
chiesa intitolata a San
Prospero appartenente anticamente alla Pievania di Fosciana
viene nominata per la prima volta nella Bolla del 23 dicembre
1168, che il papa Alessandro III spedì da Benevento al Pievano
di Fosciana “Ecclesia Sancti Prosperi de Antisciana”,
all’interno di una nicchia nella facciata possiamo ammirare una
splendida statua in pietra la "Madonna
con Bambino".
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Da visitare: L'intero borgo |
Altre foto La piazza Facciata chiesa |
Cerretoli |
Insediamento di origine romano, dal latino “Cerretum”, bosco di
cedri divenuto in seguito “Cerretulum”, nel X secolo apparteneva
al feudo della famiglia longobarda dei Suffredinghi e viene
nominato per la prima volta in un diploma di Carlo V come
“Castrum Cerreti”
Il
12 agosto 1351 il Marchese Spinetta Malaspina di Fivizzano lo
vendette ai fiorentini insieme a altre 66 “Terre” per la somma
di 120,000 fiorini d’oro
Cerretoli non figura fra le terre delle vicarie lucchesi,
statuto del 1308, ma in un documento del 24 luglio 1451 risulta
appartenere alla “Vicaria” estense di Castelnuovo.
La chiesa, di S.Andrea, la
troviamo nominata per la prima volta nell’elenco delle chiese
appartenenti alla pievania di Fosciana nel 991 “Cerritulo”
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Da visitare: La chiesa e l'intero borgo |
Altre foto Campanile Palazzo Fontana Facciata chiesa |
Colle |
Colle è un piccolo borgo montano, appartenente al comune di Castelnuovo Garfagnana, le poche notizie arrivate ai nostri giorni non ci permettono di risalire alle sue origini, indicato un tempo anche con il nome di “Colli”, fu fondato probabilmente in epoca romana, come la maggioranza dei borghi della Garfagnana, grazie ad un primo insediamento colonico, che uno o più romani realizzarono in loco, quando questi ultimi andarono ad occupare le Terre native dei Liguri Apuani, all’indomani della loro cacciata dalla valle del Serchio, avvenuta intorno a 180 a.C. Le prime notizie del borgo, le iniziamo ad avere solo in epoca Longobarda e sono legate alla sua chiesa, intitolata all’Arcangelo Michele (l’Angelo Guerriero di Dio), uno dei principali culti longobardi, prediletto soprattutto dalla sua “Casta Guerriera”, appare citata per la prima volta, all’interno della Bolla Papale di Papa Alessandro III, del 1168, che il Pontefice inviò all’allora Pievano di Pieve Fosciana, successivamente la chiesa verrà citata anche nel Diploma Imperiale di Carlo IV, del 1376. Nel XIII secolo, il paese finì sotto la giurisdizione di Lucca, i lucchesi per amministrarlo lo inserirono inizialmente nella “Vicaria a Perpore Supra”, per poi porlo, nei successivi riordini territoriali, sotto la giurisdizione della Vicaria di Camporgiano, con la fine a Lucca della Signoria di Paolo Guinigi, Colle e gli altri paesi di Castelnuovo Garfagnana chiesero ed ottennero protezione al potente casato estense dei Marchesi di Ferrara, che in quel periodo si affacciarono prepotentemente in Garfagnana, da allora eccetto brevi periodi la comunità di Colle rimarrà fedele agli estensi fino all’Unità d’Italia. Altre foto: Colle |
Gragnanella |
Gragnanella Nonostante il primo insediamento sia ligure, prende il nome in epoca romana, dal latino “Acraniavilla”. Dopo la conquista della Garfagnana, ad opera dei lucchesi, il borgo entrò a far parte della “Vicaria di Castiglione”, statuto del 1308. Il 3 febbraio 1430 Gragnanella, si dette volontariamente a Niccolò III d’Este, Marchese di Ferrara, passando sotto la Vicaria estense di Castelnuovo Garfagnana. Il paese, era protetto anticamente da un castello, ubicato a nord del paese, sulla sponda sinistra del fosso Remonio, in località il Castello, edificato presubilmente nel XIII secolo. La chiesa, appartenente in origine alla Pieve di Fosciana, dedicata a San Bartolomeo, appare per la prima volta, nella Bolla Pontificia inviata dal pontefice Alessandro III il 23 dicembre del 1168 da Benevento “Ecclesia Sancti Bartholomei de Graniano”, al suo interno, conserva un crocefisso ligneo del XVII secolo di notevole pregio. In agosto tutti gli anni nel borgo si svolge la manifestazione "Pizza in Piazza" due serate dedicate a Telethon ed alla raccolta fondi per la ricerca, per ulteriori informazioni sul paese e su suoi eventi, consultate il sito web www.gragnanella.it |
Da visitare: La chiesa e i caratteristici vicoli |
Altre foto Campanile Porta chiesa Affresco Vicolo 1 Vicolo 2 |
Monteperpoli |
Monteperpoli è una piccola borgata formatasi nel corso dei secoli sull’omonimo valico di montagna, che fin dai tempi antichi collegava Gallicano e la Mediavalle del Serchio con il resto della Garfagnana, nell’epoca moderna con la costruzione della nuova strada di fondovalle la “SR 445”, il valico ha perso l’originaria importanza, oggi oltre al traffico locale e percorso principalmente per motivi turistici, molti gitanti della domenica e stranieri percorrono quella strada tortuosa per ammirare dall’alto, la Valle del Serchio e suoi borghi (antichi “Castrum” arroccati lungo le pendici dell’Appennino). L’origine di questo “Passo Apuano”, si perde nella notte dei tempi, le prime notizie documentate risalgono al tempo dei Romani e più precisamente con la costruzione della variante della via “Clodia” (realizzata dal Console M.Claudio Marcello nel 183 a.C). In epoca medievale, sul valico di Monteperpoli per dar ricovero ai pellegrini, venne edificato un “Hospitale” con annessa una chiesina dedicata a S.Regolo, un romitorio nel quale secondo lo storico Amedeo Guidugli, vi soggiornava un’eremita appartenente alla Regola dei Cavalieri del Tau, nel 1164 l’ospedale “ecclesiam et hospitale S,Reguli de Monte Perperi”, come viene ricordato in un documento redatto da Federico Barbarossa, venne assegnato dallo stesso Imperatore all’Abate di Frassinoro Willelmo. Il valico nel corso della sua storia, più di una volta venne utilizzato per delimitare una linea di confine, come avvenne nel XIII secolo quando i Lucchesi per amministrare la Garfagnana, la divisero in due Vicarie “Perpore supra” e “Perpore infra”, alcuni secoli dopo Monteperpoli conobbe anche la guerra, nel 1603 i Lucchesi in guerra con gli Estensi, per aiutare e controllare le operazioni belliche intorno al loro castello di Castiglione, rimasto isolato in terra Estense lo fortificarono, ma nel maggio di quello stesso anno la situazione precipitò, i Lucchesi privi del loro capitano Jacopo Lucchesini, improvvisamente vennero attaccati da 6.000 soldati Estensi, che nonostante la superiorità numerica non riuscirono ad oltrepassare le difese dei Lucchesi, in quei giorni di dura battaglia, dopo aver respinto anche un attacco al castello di Perpori, i lucchesi sotto il comando del loro Capitano, provati per la lunga battaglia, ma per nulla intimoriti contrattaccarono e riuscirono a porre sott’assedio il castello Estense di Palleroso. |
Palleroso |
Palleroso, è un piccolo borgo medievale posto lungo le pendici delle Alpi Apuane, che sorse probabilmente in epoca romana, intorno ad un bosco adibito principalmente al taglio di pali di legno “Lucus Palarosus” ossia “Bosco da Pali” (“Palaris” come sostantivo di “Silva”), toponomio che nel corso dei secoli si evolverà in “Palerosum”, “Pallarosa”, “Pallarosi” e “Paleroso”, i boschi della Valle del Serchio furono utilizzati fin dai tempi dei Liguri-Apuani all’estrazione del legno, per alimentare le fornaci dell’industria metallurgica, armi e utensili da lavoro (parte inferiore della Mediavalle del Serchio) e per l’industria navale, tavoloni per barche e pali per i remi (parte superiore della Mediavalle del Serchio). Le prime notizie documentate di Palleroso le troviamo all’interno di una pergamena del 996, nella quale il Vescovo di Lucca Gherardo, allivellò alcuni suoi beni locati in Palleroso a Sisemondo figlio di Sisemondo consorte dei Rolandinghi Signori di Loppia, nel 1168 all’interno della Bolla di Papa Alessandro III, emanata il 28 dicembre da Benevento, viene citata anche la sua chiesa appartenente alla pievania di Pieve Fosciana “Ecclesia Sancti Martini de Pallaroso”, citazione ripetuta in seguito nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260. Nel XII secolo, quando Lucca iniziò la sua politica espansionistica lungo la Valle del Serchio, i Cattanei di Garfagnana (i vari Signori dei castelli garfagnini) cercarono di sottrarsi al suo dominio chiedendo protezione al Papa e ai suoi alleati (i pisani), ne susseguì una serie di rivolte, che nel 1170 spinsero i lucchesi, ad inviare in Garfagnana le truppe del quartiere Gervasio comandate da Baradrigo dei nobili d’Ubaldo, a catturare il ribelle Veltro da Corvaia rifugiatosi a Castiglione, durante il viaggio di andata, i lucchese per vendetta saccheggiarono e incendiarono tutti i castelli ribelli che incontrarono fra i quali Palleroso, le ostilità fra i Cattanei di Garfagnana e i lucchesi si placarono solo quando Federico II (riappacificatosi con il Papa) concesse a questi ultimi l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana, i lucchesi per amministrare un così vasto territorio lo suddivisero in “Vicarie” e nel riordino del 1272 Palleroso verrà posto sotto la giurisdizione della “Vicaria di Castiglione”. Dopo la morte di Castruccio Castracane degli Antelminelli, la situazione politica del’intera lucchesia degenerò nuovamente, Lucca e le sue terre si trovarono alla merce dei pisani e dei fiorentini, fino a quando Carlo IV di Boemia liberò la città (25 febbraio 1331) e ripristinò i suoi possedimenti, il castello di Palleroso “Castrum Pallarosi” verrà citato all’interno della “Bolla d’Oro” del 1376 di Carlo IV. Gli Antelminelli, che dalla morte di Castruccio non avevano mai smesso di tramare per riprendere il controllo di Lucca, intorno al 1370 organizzarono in molti castelli lucchesi delle rivolte, gli uomini di Palleroso, istigati da Pieruzzo da Pieve Fosciana aderirono alla sommossa, scatenando l’ira dei lucchesi che nel 1372 assediarono ed espugnarono il castello, mettendo a morte il Pieruzzo e altri rivoltosi. Dopo la cacciata da Lucca di Paolo Guinigi, la situazione politica in Garfagnana precipitò nuovamente lucchesi, pisani e fiorentini si contesero a lungo quelle “Terre”, gli uomini di Palleroso, come avevano già fatto molte altre “Terre” garfagnine, chiesero protezione (ottenendola) al Marchese di Ferrara Borso d’Este, grazie anche all’intervento di Papa Nicolò V che per risolvere una serie di controversie il 28 aprile 1451, ridisegnò i confini dei due stati (Lucca e Ferrara) ponendo Perpoli sotto i lucchesi e Palleroso sotto gli estensi (vi rimarrà fino all’Unità d’Italia), decisione che all’inizio del XVII secolo porterà morte e distruzione nel borgo. All’inizio del 1600, si riaccese la guerra fra i lucchesi e gli estensi, durante i tre assedi estensi posti a Castiglione 1601, 1603 e 1613, i lucchesi per alleggerire gli assedi, attaccarono le “Terre” estensi confinanti con Gallicano e Minucciano, durante l’incursione del 1603, Palleroso venne saccheggiato e dato alle fiamme, in quell’occasione non venne risparmiata neanche la chiesa di S.Martino, oltre agli arredi furono portate via anche le sue campane. |
Per ulteriori informazioni sul paese e su suoi eventi, consultate il sito web www.palleroso.com |
Altre foto: Palleroso N°1 - N°2 - N°3 Porta Castello N°1 - N°2 - N°3 Torre medievale N°1 - N°2 Chiesa S.Martino Campanile Oratorio S.Rocco Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 |
Rontano |
Il luogo fu abitato fin dall’epoca romana , il suo nome deriva dal latino “Fundus Arruntanus”(da “Arruns”) e compare per la prima volta in un documento notarile nel 923, tramite il quale Rotruda, badessa di S.Ponziano di Lucca, diede in affitto dei beni in “loco Rontano finibus Castronovo”. Fu feudo della famiglia longobarda dei Porcaresi, che nel 1274 lo vendettero ai lucchesi, finendo cosi sotto la giurisdizione della Vicaria di Camporgiano, dipendenza mantenuta anche sotto il governo degli estensi, il paese disponeva di una fortificazione, nella parte più in alto. Della rocca, edificata nel XIII secolo, oggi non rimangono che sporadiche tracce, ma gia nel 1401, non appare scritta nell’elenco delle fortificazioni da revisionare, redatto da Paolo Guinigi. La chiesa a tre navate, dedicata a San Donato, originariamente sotto la giurisdizione della Pieve di Fosciana, appare per la prima volta in un documento, nella Bolla ponteficia, scritta da Papa Alessandro III il 23 dicembre 1168 “ Ecclesiam Sancti Donati De Rontani”, a questa chiesa appartiene anche una piccola chiesina, intitolata a S.Ansano ubicata a Metello, piccola borgata a occidente di Rontano |
Da visitare: Le chiese di S.Ansano (Metello) e la chiesa di S.Donato, i caratteristici vicoli del borgo |
Altre foto Facciata S.Donato Interno chiesa Fonte battesimale Campanile Antica porta Vicolo 1 Vicolo 2 |