Comune di Bagni di Lucca
Benabbio
    
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Nel lungo percorso storico della Val di Lima, il borgo di Benabbio, per molti secoli, ricoprì un importante ruolo militare ed amministrativo, per alcuni anni le politiche della Vicaria della Val di Lima, furono decise, nelle sontuose stanze della dimora del Vicario, trasferitosi qui all’inizio del XV secolo, altri castelli della Vicaria, inizialmente ospitarono il Vicario, ma Benabbio meritò più di altri questo onore, di gran lunga il più popolato della valle (la sua popolazione raggiunse le 1600 unità a metà del ‘500) nonostante le varie pestilenze, riuscì a mantenere il suo primato fino alla fine dell’800, nel 1846, vantava ancora 250 anime in più della Villa (780 unità), località in pieno sviluppo, pronta ad affermarsi come capoluogo consolidato della Val di Lima e soprattutto meta turistica termale, conosciuta in tutta Europa, frequentata in quel periodo dalla migliore nobiltà e dai principali intellettuali europei. 

Le origine di Benabbio, sono avvolte nel mistero, come altri paesi della Val di Lima, le sue Terre, furono certamente abitate in epoca preromana, dalle prime tribù celtiche della valle e successivamente, dai primi coloni romani arrivati in Val di Lima, nel II sec.a.C. che entrarono in possesso di numerosi vasti fondi, dove l’edificazione dei primi casali, risultò fondamentale per la nascita degli attuali borghi, comunque, fino ad oggi non sono stati riportati alla luce, particolari reperti archeologici, in grado di fornire informazioni utili, nonostante la presenza di un’importante strada, proveniente dalla Valdinievole e diretta nella Valle del Serchio, che risalendo, le rive della Pescia Minore, attraverso il Passo del Trebbio lambiva o attraversava il borgo di Benabbio, questa antica via, se è vero che risultò fondamentale per lo sviluppo economico, del versante Pistoiese, grazie alla lavorazione dei metalli (spade, lance, attrezzi….), iniziata in epoca preromana, influì sicuramente anche sullo sviluppo sociale ed economico, di Benabbio, soprattutto quando lo stesso Console romano, M. Claudio Marcello, intorno al 180 a.C. decise di migliorarne il vecchio tracciato, aprendo una nuova via commerciale, in grado di collegare la via Cassia con la via Romea o Francigena (in Lunigiana), attraverso la variante della via Clodia Nova che attraversando la Garfagnana, bypassava le terre paludose di Porcari (Lago di Sesto) e la costa versiliese.

L’importanza di questa nuova via commerciale, in epoca medievale, fu confermata dai numerosi castelli medievali che in poco tempo, sorsero lungo il suo tracciato, Villa Basilica, Colognora, Boveglio e non per ultimo il castello di Benabbio, edificato nel punto più in alto del paese, ma nello stesso tempo, presso l’antica via, dedito non solo alla difesa del borgo, ma anche alla salvaguardia degli interessi economici, provenienti dai vari dazi che in certi periodi, regolamentarono il traffico delle merci, nella regione.

La caduta dell’Impero romano e le conseguenti invasioni barbariche, fecero precipitare nel caos, l’intera regione, l’economia locale crollò, causando anche una profonda crisi sociale, la situazione migliorò, solo con l’insediamento dei Longobardi, ed è con la loro venuta che iniziamo, ad avere anche le prime notizie del borgo, le Terre di Benabbio, inserite nel “Fines Contronenses” (circoscrizioni che ricalcarono i vecchi Limes Bizantini) e sottoposte alla Pieve di Controni, per alcuni secoli, furono merce di scambio fra i principali casati longobardi che tramite, dei contratti di allivellamento delle Decime diocesane, stipulati con la compiacenza di Vescovi, molte volte appartenenti allo stesso ramo nobiliare, che ne gestirono le risorse. 

In queste prime pergamene, come riporta lo storico C. Giambastiani in “I Bagni di Corsena e la Val di Lima Lucchese”, il paese di “Menabbio” (Benabbio), viene citato per la prima volta in un documento, solo nel 983, a differenza delle vicine “Ville” di “Gallicana” citata in un contratto del 770, e di “Cerbaio”  (875), ambedue nominate insieme a “Menabbio” nel documento del 983 con il quale il Vescovo Teudigrimo, concesse le loro Decime, in allivellamento al “Vicecomes Fraolmo”, della “Villa” di “Galicana”, confusa spesso con Gallicano, oggi di questa antica Terra benabbiese, se ne sono perse completamente le tracce, mentre per quanto riguarda “Cerbaio”, ancora oggi, esistono alcune vestigia della sua chiesa, ma di questo parleremo più avanti.

Dopo il Mille, il Vescovo di Lucca Giovanni II, con un contratto di allivellamento delle Decime diocesane, in favore dei fratelli Tassimanno e Pietro, figli di Sonardo (1047), sottrasse il feudo di Menabbio (Menabla o anche Menablo), ai discendenti di Fraolmo (Corvaresi), aprendo così le porte della val di Lima, al potente casato dei Porcaresi che nel XIII secolo, dominarono la valle

Ma è con l’insediamento dei Lupari, che il paese acquistò notorietà, i Lupari o Bonhomi, come ipotizza lo storico A. Carina in “Notizie storiche del Contado lucchese e specialmente nelle valli del Lima a dell’alto Serchio”, a inizio ‘300, arrivarono ad estendere la loro sovranità anche sui castelli di Casoli, Limano e Vico Pancellorum, quando e come riuscirono ad impadronirsi del castello di Benabbio, rimane comunque un mistero, la loro venuta è documentata di poco posteriore, alla costituzione del Comune di Benabbio che in un documento, del 1284 risulta già costituito, ma questo non preclude una loro presenza, già in quel periodo, comunque questa potente baronia, in breve tempo, si pose al centro della politica lucchese, con l’ascesa di Lupo Lupari, amico e forse anche nemico, del condottiero lucchese Castruccio Castracane, ambedue coinvolti, probabilmente nel complotto che determinò, a Lucca l’uccisione di Obizio degli Obizi (o Obizzo Obizzi) avvenuta nel 1301, durante la sanguinosa lotta, scatenatasi in città, fra guelfi bianchi e neri, i due alleati si schierarono con il pisano Uguccione della Faggiola, Lupo Lupari, alla guida dei suoi soldati, con un’incursione fulminea prese il ponte di Pontetetto e permise al pisano di oltrepassare l’Ozzeri, spianandogli la strada verso Lucca e da buon “fuoriuscito bianco” lucchese, partecipò attivamente anche al colpo di mano perpetrato da Castruccio Castracani, ai danni del vecchio alleato Uguccione, con la Signoria lucchese di Castruccio, raggiunse l’apice del suo potere, ma per un futile dissidio (un prestito non onorato) con il signore lucchese, o come ipotizza il cronista Salvatore Dalli (XVII sec.) un suo tradimento, in favore di Ermanno Tredici, Signore di Pescia, per volere dell’amico Castruccio Castracane, fu cacciato dalle sue Terre.

La prematura scomparsa di Castruccio Castracane (1328), per il castello di Benabbio fu letale, il caos politico, di quel turbolento periodo, favori l’insediamento a Lucca della Signoria dei fratelli De Rossi, alla fine del 1333, Marsilio De Rossi, per paura che il castello, finisse in mani fiorentine, ne ordinò la distruzione, la demolizione avvenne ai primi del 1334, grazie al lavoro di una decina di maestri di pietra, guidati da Pertichetto da Pontremoli e il paese rimase così esposto alle scorrerie delle soldatesche fiorentine, ma il colpo più duro lo subì nel 1348, quando in piena epidemia di peste nera, un terrificante incendio lo distrusse completamente (12 marzo).

Quando Lucca riuscì a sottrarsi dal dominio pisano, grazie all’Imperatore Carlo IV di Boemia, in Val di Lima, ritornò la pace e tutti i Comuni, giurano nuovamente fedeltà alla Repubblica di Lucca, ed è in questo periodo che Benabbio, ospitando il Vicario si pose alla guida politica della valle, infoltendo le file delle “Cernie” lucchesi, con un manipolo di esperti balestrieri (tradizione che ancora oggi si mantiene viva grazie all’Associazione Vicaria di Val di Lima).

Sotto la Signoria lucchese di Paolo Guinigi, il borgo visse un brillante periodo commerciale e sociale, interrotto solo alla sua caduta (1430), quando i fiorentini mossero guerra, contro Lucca assoldando il mercenario Niccolò Fortebraccio che senza scrupoli e pietà saccheggiò, alcuni castelli della Val di Lima, commettendo atroci violenze che secondo le cronache del tempo, risparmiarono Benabbio e questo probabilmente, fu dovuto alla smilitarizzazione del castello, voluta dal De Rossi (1334) che non rese necessario l’intervento, personale del Fortebraccio, comunque il paese venne occupato dalle truppe fiorentine, provenienti dalla Valleriana e comandate da Taddeo dall’Antella, uno dei due commissari che i fiorentini, affiancarono al Fortebraccio, per controllarne l’operato, da Benabbio, il commissario preparò l’offensiva fiorentina, diretta a Borgo a Mozzano, richiedendo dei rinforzi, 100 cavalieri e 200 fanti, ma il Fortebraccio da vero mastino della guerra, lo precedette, infliggendo una dura sconfitta al lucchese Nicolao Guinigi, a questo punto i Comuni della Val di Lima, fecero buon viso a cattiva sorte e si sottomisero ai fiorentini, nel 1441 grazie alla pace raggiunta fra Milano e la coalizione veneziana-fiorentina, Lucca rientrò definitivamente in possesso delle sue Terre in Val di Lima, il trattato fu firmato a Benabbio, il 28 marzo del 1442, un ulteriore riconferma del sempre determinante ruolo politico, ricoperto all’interno della Vicaria della Val di Lima.

Nel XVI secolo, nonostante fosse ripreso il suo sviluppo sociale ed economico, Benabbio un poco alla volta, perse il suo importate ruolo politico amministrativo ricoperto fino ad allora, in Val di Lima, inizialmente, il Vicario scelse di trascorrere il periodo estivo, presso le terme (Bagni di Lucca), risiedendo presso l’ospedale della misericordia di Bagni Caldi, vicino a Corsena, dove poi, nel successivo secolo, andrà ad abitare, per tutto il periodo dell’anno e da allora le tre borgate (Villa, Bagni Caldi e Corsena) che daranno, poi vita al borgo di Bagni di Lucca, assumeranno definitivamente il comando amministrativo e politico, delle Terre della Vicaria della Val di Lima, il Comune di Benabbio, continuerà ad avere degli statuti autonomi che gli permetteranno, di autoregolamentarsi, ma nella triste realtà dei fatti, si legherà definitivamente al suo attuale capoluogo comunale, perdendo via via le sue libertà, ma per il paese il XVII secolo fu determinante non solo per il suo decadimento istituzionale, ma anche per l’affermazione del suo attuale nome, a metà del secolo, il suo Rettore Batolomeo Domenici, inizierà ad utilizzare nei documenti, il termine Benabbio che lentamente, andrà a sostituire il più antico “Menabbio”, anche nella vita quotidiana

Le chiese di Benabbio

I primi documenti medievali riguardanti Benabbio, ancora oggi, non consentono di conoscere le origini delle sue chiese principali, S.Michele edificata all’interno del castello e S.Maria Assunta, posta all’interno del borgo, la piccola comunità religiosa del paese, fu inserita fin dall’inizio, all’interno del vasto e particolare Plebato di Controni che inizialmente vantò due Pievi, una intitolata ai SS.Stefano e Giovanni “in loco Bargi” e l’altra ai SS.Giulia e Giovanni “in loco Villa”, ma grazie ad un successivo riordino, Benabbio, venne sottoposto definitivamente alla prima delle due Pievi, l’odierna Pieve di Controne di S.Giovanni Battista

Chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta

 

 

La chiesa di S.Maria Assunta, viene citata come chiesa parrocchiale, nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260, con una notevole rendita (115 Lire Pisane), seconda solo a quella di S.Pietro di Corsena (esclusa la Pieve), nel 1338, fu sottoposta ad un sostanziale intervento di ristrutturazione, con il quale, assunse l’attuale fisionomia basilicale, a tre navate che verrà alterata, solo da alcune piccole modifiche, apportate anche in tempi più recenti, come avvenne per la fiancata esterna destra o per la pavimentazione interna e nel 1385, ottenne la concessione del Fonte Battesimale (prima chiesa parrocchiale della pievania ad ottenerlo).

La chiesa di S.Michele

 

 

La fondazione della chiesa di S. Michele, coincise probabilmente con la prima edificazione del castello, l’attuale fabbrica, oggi inserita in un importante campagna di scavi archeologici, fu portata al termine nel 1218, come dimostrerebbe, un’incisione scolpita, su una pietra inserita nel muro esterno, secondo una tradizione popolare del luogo, questa sarebbe stata, anche se per un breve periodo, la prima chiesa parrocchiale di Benabbio, ma nelle poche notizie disponibili, non vi è alcun riscontro e nel catalogo delle Decime parrocchiali del 1260, non viene neanche menzionata, mentre la troviamo inserita nel catalogo del 1387 “… S.Michaelis de Castro Menabli …” con la misera rendita, di 8 soldi. La chiesa ad una navata che vantava, un antico diritto di sepoltura, nel 1357, vide decadere la sua importanza, perdendo il proprio Rettore, da allora fu sottoposta al sacerdote di S.Maria Assunta, lo smantellamento delle difese del castello (1334), contribuì notevolmente al suo decadimento, ma soprattutto risentì del crescente sviluppo edilizio del borgo, non sappiamo, quando nella chiesa cessarono le attività religiose, ma nel 1855, in occasione di una grave epidemia di colera, la comunità di Benabbio, decise di riutilizzare il vecchio cimitero medievale, adiacente all’edificio, per seppellirvi le 44 persone colpite, in loro ricordo, fu posta una lapide lungo la parete esterna della chiesa.

Castello di Benabbio

 

 

Il castello di Benabbio, rimane uno dei più misteriosi della Val di Lima, nonostante l’importante ruolo che ricoprì, in epoca medievale, non esistono documenti che possano, narrarci la sua storia, basti pensare che la prima notizia, della sua effettiva presenza sul Colle di Castello o della Bastia, coincide, con l’ordinanza della sua distruzione, emanata nel 1333 da Marsilio de Rossi, Signore di Lucca, purtroppo la scarsità di documentazione, accomuna anche l’antica chiesa di S.Michele, posta al suo interno e probabilmente fondata, al momento dell’edificazione dello stesso castello, l’attuale fabbrica, sulla facciata riporta scolpita in una pietra, la data del 1218, anno forse della sua ultima consacrazione, avvenuta in seguito ad una probabile ristrutturazione o ampliamento del primo edificio, generalmente intorno al Mille, i castelli ospitarono quasi sempre delle piccole cappelle che fra il XII e XIV secolo, si trasformarono in chiese di maggiori dimensioni.

Il castello di Benabbio, a forma di semiluna che assecondando, la morfologia del terreno, occupò circa 6000 metri quadri (200 m. di lunghezza, per 30 m. di larghezza), oggi è oggetto di un’importante campagna, di scavi archeologici che col passare degli anni, saranno in grado di fornirci notizie più dettagliate, per conoscere o approfondire gli studi e i ritrovamenti archeologici, portati avanti, dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, per ulteriori notizie, visitate il sito ufficiale dello scavo archeologico del castello di Benabbio

 

L'antico borgo di  Cerbaria - Cerbaio – Cerbaiola

 

L’antica Villa di Cerbaria, già citata all’interno di un documento dell’875, sorse in epoca sconosciuta, sopra un piccolo colle (località Cerbaiola), nei pressi di Benabbio, al quale rimase quasi sempre soggetta, inizialmente la comunità difesa da un piccolo castello, fu sottoposta, al “Vicecomes Fraolmo del Fraolmo” (983), poi nel 1047, il Vescovo Giovanni II, decise di porre fine al dominio dei suoi successori, vendendo le Decime Dicesane di Cerbaio ad una serie di personaggi non appartenenti al casato dei Corvaresi (Alberto, Berinzio, Raimbaldo, Sighizio figlio di Vinizia e ai sacerdoti Bonone e Sighizio figlio di Bonizio) per poi finire nel 1237, sotto le dipendenze dell’Abate dell’abbazia Benedettina di S.Salvatore di Sesto, cosa non gradita da Paganello di Lutterio, appartenente al casato dei Porcaresi che ne contestò la giurisdizione, subendo una condanna, dall’arbitrato che ne seguì, ma l’Abate non riuscì a conservare a lungo i suoi privilegi, la guerra fra Lucca e Pisa, lo mise in difficoltà e la popolazione di Cerbaria, per sottrarsi alle mire dei Porcaresi, si dette spontaneamente a Lucca (1240 all’incirca), legandosi così sempre di più al castello di Benabbio, legame che con la Signoria di Lupo Lupari, porterà per un certo periodo potere e benessere nel borgo.

La morte del condottiero lucchese Castruccio Castracane, risultò letale anche per Cerbaiola, nel 1334, le soldatesche fiorentine penetrate in Val di Lima, per “guastare” i castelli fedeli a Lucca (Signoria De Rossi), assaltarono ed incendiarono il piccolo borgo, decretandone la sua fine, una parte della popolazione continuò a vivere nel borgo, ma col passare dei secoli, si spopolò completamente, solamente la chiesa sopravvisse più a lungo, ancora oggi è possibile visitarne i ruderi.

La chiesa di Cercaiola, sottoposta al Pievere di Controni, venne consacrata a S.Martino, uno dei Santi prediletti dai longobardi che per tradizione, quasi sempre l’affiancarono ad un’altra chiesa, intitolata a S.Michele,  presente nello stesso borgo o nelle sue vicinanze (in questo caso poteva essere quella del Castello di Benabbio), nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260, appare citata al pari di quella di S.Maria Assunta di Benabbio, con una rendita di 70 lire, in seguito all’incendio del borgo, questa piccola rendita, si ridurrà drasticamente, fino a scomparire definitivamente nel 1387.

All’inizio del XVII secolo, la chiesa di Cerbaiola, la troviamo ricostruita e consacrata ai Santi Mamerto, Giuliano e Carlo, non ne conosciamo i motivi, ma ciò le permise di sopravvivere e di espletare le funzioni religiose fino ai primi del ‘900.