Lucchio è una fra le più longeve “Terre” di confine, della provincia lucchese, fin dal medioevo il suo castello, difese i confini della Repubblica di Lucca, ma nonostante questo ruolo di primo piano, le sue origini sono tuttora avvolte nel mistero, secondo alcuni storici risalirebbero al periodo romano, l’analisi e gli studi compiuti sull’origine del suo toponimo, “Lucu” o “Lucus” (luogo ricco di folti boschi), li avrebbero spinti ha formulare questa ipotesi, anche se la presenza della sua fortezza, documentata a partire dal XIV secolo, potrebbe aprire la strada ad altre ipotesi, nel medioevo fu consuetudine edificare torri e rocche, su precedenti “Castrum” romani, che a loro volta, sorsero sopra vecchie fortificazioni, già esistenti prima del loro arrivo. Lucchio, che ancora oggi poggia sopra uno sperone roccioso, nella parte centrale della Val di Lima, come detto ricoprì fin da sempre, un importante ruolo strategico nell’intera valle, abitata fin dal paleolitico superiore, come dimostrano alcuni reperti archeologici, rinvenuti, all’interno di una grotta poco distante da Lucchio, in località Ponte Maggio, successivamente la val di Lima ospitò numerose tribù celtiche dei Liguri Apuani, quindi, non è da escludere che questi ultimi, come in altri luoghi vicini, non abbiano deciso di sfruttarne la posizione strategica, per difendere le proprie Terre. Le prime notizie documentate del borgo di Lucchio, a differenza degli altri paesi della Val di Lima, quasi tutti rammentati nei documenti antecedenti al Mille, le troviamo all’interno di una pergamena del 1235, attraverso la quale, furono all’allivellati dei beni locati in Lucchio, ad un certo Ingherame del fu Orlandino, appartenente al potente casato dei Porcaresi. All’inizio del XIII secolo, il Comune di Lucca, dopo aver ottenuto dall’Imperatore Federico II, l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana, nei primi decenni del secolo, iniziò ad assoggettare l’intera Val di Lima, Lucchio fu una delle ultime Terre della valle, a finire sotto l’influenza lucchese, come dimostra un documento del 1257, nel quale risulta esser governato da un proprio Podestà, come un normale Comune Libero di quel periodo, nello statuto lucchese del 1308 Lucchio risulterà completamente assoggettato a Lucca e da allora fino ai nostri giorni, eccetto brevi periodi storici rimarrà sotto la sua giurisdizione e quando i lucchesi per amministrare le nuove Terre della Val di Lima, istituirono la “Vicaria Terrarum Civium et Valli Lime”, Lucchio ne diventò uno dei principali capisaldi difensivi, intorno al 1370 la Vicaria che contò ben 15 Terre, verrà detta solo “della Val di Lima”, la dicitura “Terrarum Civium”, sparirà definitivamente dai documenti.
Chiesa di S.Pietro Apostolo
Della chiesa parrocchiale di S.Pietro Apostolo di Lucchio, non conosciamo ne le origini, ne la sua storia iniziale e questo probabilmente, è dovuto alla particolare documentazione della sua chiesa parrocchiale, nel catalogo delle Decime degli Estimi della Diocesi di Lucc,a del 1260, risulta sottoposta al plebanato della Pieve di S.Tommaso di Castelvecchio in Valleriana (plebes Vallis Ariane), ciò ha certamente comportato, un diverso percorso di conservazione delle antiche pergamene antecedenti al Mille, rispetto a quelle presenti, negli altri plebanati della Val di Lima, alcune delle quali nel corso dei secoli, sono probabilmente andate perse o distrutte. Sul finire del XIII secolo, secondo le ricerche svolte da Claudio Giambastiani, in “I Bagni di Corsena e la Val di Lima Lucchese”, il rettore della chiesa di Lucchio un certo Bonaventura, avrebbe saldato un debito, contratto dalla parrocchia negli ultimi 20 anni, verso la chiesa di Roma, ciò, la farebbe risultare anche tributaria da almeno due decenni, dalla chiesa romana, nei secoli successi, in seguito ad un riordino della diocesi lucchese, verrà posta definitivamente alle dipendenze della Pieve di Vico Pancellorum.
Fortezza di Lucchio
L’origine della rocca di Lucchio, fino ad oggi rimane sconosciuta, i pochi documenti medievali disponibili, non permettono di stabilirne con certezza l’epoca della sua fondazione, l’attuale struttura probabilmente fu realizzata fra il XI e il XII secolo, con lo scoppio dei primi conflitti Comunali, ulteriori rafforzamenti furono eseguiti durante il XIV secolo, quando la rocca rimase coinvolta più di una volta, negli eventi bellici di quel tormentato periodo. Dopo la fine del Marchesato dei Canossa, la Val di Lima e i castelli delle sue Terre, si trovarono invischiati nelle lunghe dispute che videro fronteggiarsi, il Comune di Lucca e la Santa Sede, restia a rinunciare ai molti diritti che vantava nella regione, le principali famiglie nobili longobarde (Porcaresi e Suffredinghi) padrone di quelle Terre, per sottrarsi al dominio lucchese, sposarono più di una volta la causa ecclesiastica, alleandosi con i loro alleati pisani, come avvenne in occasione del giuramento di fedeltà verso Papa Gregorio IX, che rinnovarono nel 1228 all’interno della chiesa di Santa Maria di Pugnano in Pisa, dinanzi al Nunzio Apostolico Cinzio (o Cencio), nonostante ciò, a metà del XIII secolo, la rocca finì in mani lucchesi, anche se dopo pochi anni la situazione politica si complicò ulteriormente, aprendo una fase nuova di lotte, dove Firenze per un lungo periodo, rappresenterà il peggior nemico di Lucca. I primi fatti d’arme, di un certo rilievo, avvennero con la salita al potere a Lucca del condottiero Castruccio Castracane degli Antelminelli, Castruccio nel tentativo di contrastare il sempre più dilagante potere fiorentino, mosse guerra a Pistoia, la rocca di Lucchio così divenne fondamentale per la conquista ed il controllo della montagna pistoiese, i lucchesi dopo un breve assedio riuscirono ad impossessarsene, utilizzandola in seguito come base di partenza per le loro incursioni, contro l’armata pistoiese, rafforzata da un’ottantina di cavalieri e da circa 900 fanti, inviati in aiuto da Firenze, nel tentativo di arginare l’avanzata lucchese. Con la morte di Castruccio (1328), l’Imperatore Ludovico il Bavaro, mostrando poca riconoscenza verso chi (la famiglia di Castruccio) lo aveva appoggiato fino ad allora, escluse dal potere i figli di Castruccio e offrì la Repubblica di Lucca, al miglior offerente, ne nacquero così una serie di governi politicamente deboli, mettendo in pericolo le Terre di confine, la rocca di Lucchio ben presto venne a trovarsi esposta all’incursioni delle soldatesche provenienti dalla montagna pistoiese, come avvenne nel 1337, quando i fiorentini decisi a guastare il contado lucchese, nella speranza di indebolire le difese cittadine, dopo aver fallito per il maltempo, un attacco al castello di Casoli, assaltarono la rocca di Lucchio. Pisani e fiorentini si contesero a lungo le Terre lucchesi, nel 1342 i figli di Castruccio appoggiati dalle truppe del Visconti, cercarono di intromettersi nella lotta, con la speranza di riprendersi la Signoria, la rivolta fallì e il castello di Lucchio, uno dei loro ultimi rifugi, dopo una breve trattativa legata alle sorti del castello di Monte Giori, si arrese senza combattere alle truppe pisane, diventate in quel periodo padrone di Lucca, la cosiddetta servitù “babilonese”, come la definirono i lucchesi, nel 1369 grazie all’intervento di Carlo IV di Boemia, Lucca e la Val di Lima vennero liberate dal gioco pisano e Lucchio ritornò nuovamente sotto l’insegne della Repubblica di Lucca. Durante il dominio pisano nella fortezza di Lucchio, alcuni uomini di Lucchio aiutati da un manipolo di pistoiesi, tentarono un colpo di mano, ma non riuscirono ad impossessarsi della rocca e la fortezza non venne liberata, nel 1361, un banale incendio scoppiato all’interno del castello, causò la distruzione della torre Ghibellina, che per ordine del Consiglio degli Anziani venne prontamente ricostruita. La Signoria lucchese di Paolo Guinigi, per alcuni anni riportò la pace nelle Terre lucchesi e molte fortezze di confine come la rocca di Lucchio vennero rafforzate e rifornite di viveri e armi, ma la pace terminò ben presto, i fiorenti cercando di sfruttare le debolezze del Guinigi, inviarono il mercenario Fortebraccia a guastare il contado, la rocca di Lucchio trovandosi sul confine fu una facile preda per il Fortebraccia, la guerra fra Lucca e Firenze divampò, il Guinigi per salvarsi richiese l’aiuto a Filippo Maria Visconti, che con un sotterfugio inviò in soccorso, Francesco Sforza a capo di 2000 cavalieri e 6000 fanti, nonostante ciò il Guinigi cadde ugualmente, una congiura ordita dai Cenami e dai Buonvisi, pose fine alla sua Signoria, i fiorentini riuscirono a tenere la rocca di Lucchio, fino al 1433, quando grazie ad un trattato di pace, resero il castello ai lucchesi, ma non demordendo alcuni anni dopo (1437), tentarono nuovamente di impadronirsene, ennesimo tentativo sventato questa volta, dal coraggio di due fanciulle Nastasia di Martino di Fiore e Lucia del fu Nicolao di Martino, originarie di Vico Pancellorum, che scoprirono il tradimento del castellano. All’inizio del XVI secolo, la Val di Lima conobbe il fenomeno del brigantaggio, uno di questi banditi, forse il più potente e temerario, Bernardino del Colle, nel 1525 aiutò gli esponenti della famiglia Poggi in fuga da Lucca, ad assediare e conquistare la rocca di Lucchio, la Repubblica di Lucca intervenne prontamente, per catturare Vincenzo e Francesco Poggi, il Consiglio degli Anziani del Comune di Lucca, inviò alla riconquista della rocca di Lucchio, un’armata di 6000 uomini, ma nonostante il vasto spiegamento di forze i due fratelli la notte, approfittando di un forte temporale riuscirono a fuggire e questo è l’ultimo grande fatto d’arme che coinvolse la fortezza di Lucchio |